Messina, 03/04/2020 – “Invito il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, ad autorizzare la Procura a procedere nei miei confronti. Questo è un processo che desidero affrontare, in considerazione di ciò che definisco – per quello che si è generato in Italia – un crimine di Stato. A supporto di tali affermazioni, in tribunale porteremo tutta la documentazione, per dimostrare che ciò con cui dobbiamo fare i conti, non è solo contro il Coronavirus, ma anche le nefaste conseguenze della malaburocrazia e della politica dei principianti allo sbaraglio”. Così afferma il Sindaco di Messina, on. Cateno De Luca, circa la richiesta a procedere della Procura di Messina fatta al Guardasigilli, per il reato di Vilipendio.
Si ricorda che l’iniziale denuncia da parte del Ministro dell’Interno è scattata a seguito delle affermazioni del Primo cittadino durante l’occupazione del Porto di Messina del 23 Marzo scorso, durante la quale ha mandato “a quel paese” il Viminale, denunciando un “depistaggio di Stato”. Parole giunte a seguito delle contestazione – da parte del Ministero – dei dati sul flusso incontrollato di soggetti che affollavano lo Stretto, in attesa di imbarcarsi per la Sicilia. Dati comprovati da immagini e video, che secondo il Ministro Lamorgese erano mendaci. A smentire ciò che per il Sindaco De Luca era una “sottostima dei numeri per nascondere la realtà dei fatti e giustificare attacchi e omissioni di un sistema di controllo farlocco”, sono i verbali delle forze dell’ordine a supporto di quanto affermato dal Sindaco peloritano, nel corso dei controlli durante il suo contestato presidio lungo la zona portuale di Rada San Francesco a Messina, che si sottolinea, ha causato la denuncia di 10 soggetti per irregolarità delle dichiarazioni, a seguito della constatazione delle forze dell’ordine e della polizia di stato.