Roma, 27 settembre 2020 – Anche nei palazzi vaticani la giustizia ha tempi lunghi e percorsi complessi. Voci più o meno interessate fanno filtrare e diffondere indiscrezioni e interpretazioni spesso giocate contro lo stesso Papa e al fine di promuovere equilibri e influenze all’interno della Chiesa, avendo di mira addirittura la stessa successione all’attuale pontefice.
La vicenda dell’ex cardinale Becciu, per quanto ne hanno già raccontato i media, avrebbe forse dovuto essere risolta da tempo con le dimissioni dello stesso cardinale. La sua difesa non ci è parsa convincente, ricordandoci purtroppo le tante sceneggiate passate e presenti di politici che, indagati da procure italiane, ostentano estraneità ai capi d’accusa dichiarando l’irrilevanza di conflitti d’interesse con famigliari e amici.
Il colloquio tra Francesco e Becciu viene descritto non semplice e vivace e solo la ferma determinazione del Papa ha portato alle dimissioni dell’ormai ex cardinale, privato anche delle prerogative di partecipazione al conclave. Non sono esperto di diritto canonico e neppure di Storia della Chiesa. Ricordo tuttavia fina da ragazzo, quando frequentavo la preparazione al catechismo, lo sconcerto che provavo a sentire del tradimento di Giuda o ancora di più del “canto del gallo” per quello di Pietro nel cortile di Pilato, una volta riconosciuto come discepolo del Nazareno. Eppure, proprio Pietro è poi diventato il primo vescovo di Roma e vicario di Cristo in terra, le cui letture fanno parte della liturgia della Chiesa.
Addolora ma non dovrebbe sorprendere quindi che nella Chiesa, madre e maestra ma anche “santa e prostituta” fatta di uomini tutti peccatori ma aspiranti alla santità, accadano da sempre scandali e comportamenti riprovevoli. Di sicuro tuttavia anche questa dolorosa vicenda conferma le manovre in atto non solo all’interno della Chiesa ma, su un piano più generale, per delegittimare l’azione messianica di papa Francesco che si rivolge a tutti gli uomini, credenti e non credenti, per impegnarli a costruire un mondo più giusto e umano a cominciare dagli ultimi e dalle periferie. Del resto, l’atteggiamento del Segretario di Stato Usa Mike Pompeo e l’arroganza della sua richiesta a nome del presidente Trump per interrompere ogni rapporto della Santa Sede con la Cina ne è una plastica conferma che mostra l’incapacità e ignoranza di ogni distinzione tra la sfera spirituale e religiosa con quella politica e di potenza.
Manovre in atto non solo all’interno della Chiesa ma, su un piano più generale, per delegittimare l’azione messianica di papa Francesco che si rivolge a tutti gli uomini, credenti e non credenti