“Gli occhi di Asha":i racconti intensi e variegati di Alessandra Jannotta

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Originale, intenso, vorticoso e affascinante il caleidoscopio di storie che costituiscono il variegato  florilegio di racconti di Alessandra Jannotta (“Gli occhi di Asha", Kanaga Edizioni 2019 Arcore pg 146). E’ un libro intenso pieno di fascino e di passione, il cui tema di fondo è quello della trasmigrazione delle anime che ,dopo la morte dell’individuo, secondo alcune dottrine orientali, si staccano dal corpo e vanno in cerca di una nuova sede, sia essa  vegetale o animale. La metempsicosi è una dottrina molto diffusa nel mondo orientale ma anche in occidente esistono studi o teorie che sostengono che l’anima trasmigri in altri esseri, prima di liberarsi del carcame materiale. Anche filosofi importanti del mondo antico tra cui Plotino e Pitagora e Ferecide hanno disquisito su tale fenomeno complesso ed oscuro. Alessandra Jannotta, traendo spunto dalle dottrine orientali ma anche da concezioni autoctone, imbastisce questo romanzo originale e suggestivo. Il tessuto narrativo si attiene alla tecnica dell’incastro in cui la storia principale contiene all’interno altre storie interconnesse. Protagoniste sono le donne che germinano una dall’altra, identiche nell’essenza ma diverse nell’apparenza, tuttavia il fenomeno più suggestivo è la trasmutazione continua dell’essere umano in essere ferino e viceversa. L’universo di Jannotta è osmotico in cui essere umano e animale, anima e corpo, essenza e sostanza s’intrecciano vorticosamente, mossi da un’ armonia ancestrale, sempre ipnotizzante e sovrumana. Anche lo scenario in cui si svolgono le vicende consente una doppia lettura: mondo primigenio in cui avviene l’osmosi tra essere umano e ferino e mondo civilizzato con le nette demarcazioni tra i sessi e le classi sociali. Una danza vorticosa ed inebriante consente la perdita dell’ essenza originaria del soggetto e l’assorbimento di un’altra, in un’oscurità “luminosa”, quella messa in risalto da un “sacro fuoco”, prodotto dalla Polvere di Stelle. Asha, la tigre è la protagonista ed insieme il punto nodale del romanzo: rappresenta l’indissolubile fusione tra essere umano ed essere animale. Gli “attori” della storia( umani o animali che siano) si scambiano le parti, donandosi a vicenda delle prerogative che consentiranno loro ,un percorso netto e lineare, volto al bene, in un afflato universale. La tigre è il primo animale in cui s’incarna Asha, anima errabonda alla ricerca di sé in un mondo senza confini, dopo una danza rituale “orgiastica”, compiuta con altre anime sotto aspetto animale come un lupo, un’aquila, una tartaruga e una libellula. Nelle varie vite la protagonista incontrerà gli altri suoi compagni di viaggio che, deposta la veste esteriore , cambieranno identità ed essenza in un intreccio di storie affascinanti ed avventurose. La Jannotta “ da esperta burattinaia”, muove con abilità i “fili” che legano i suoi personaggi. Con garbo, con misura, senza eccedere ma da grande tessitrice di storie, Ia scrittrice introduce il lettore in un universo letterario affascinante e misterioso. Tutte le protagoniste hanno un dono che le accomuna: il piacere di raccontare di cui si mostrano prodighe. Iannotta ha condiviso con noi questo dono,pronta sicuramente a riproporci altre storie che ci aiutino ad evadere dalla monotonia del quotidiano.

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