Si è svolto a Palermo, nella “Casa di Preghiera per tutti i popoli” – la chiesa della “Cittadella del Povero e della Speranza”, di via Decollati – l’incontro di formazione per i giornalisti patrocinato dall’Ucsi Sicilia. Un momento di confronto, a due mesi dalla venuta di Papa Francesco a Palermo, di grande spessore culturale e sociale, ma soprattutto un clima di familiarità e di serenità davvero edificante.
Tra i relatori del corso – moderato da Riccardo Rossi – Giulio Francese, presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, Suor Fernanda Di Monte giornalista e suora Paolina, Giuseppe D’Amico cooperatore salesiano, Marco Pappalardo, insegnante giornalista, autore del libro “Padre Pino Puglisi 3P, supereroe rompiscatole” (edizioni Paoline 2018), Matilde di Paola responsabile ADIM Palermo, Rosario Vullo scultore, Suor Jacinta volontaria del Centro Padre Nostro.
La Missione Speranza e Carità venticinque anni fa era solo il sogno, o meglio la “follia” di un palermitano “tutto particolare” (dicevano alcuni). Oggi le missioni sono diventate sei (in via Archirafi, via Garibaldi, via dei Decollati, Villa Florio e due a Tagliavia). Vengono ospitate 1.100 persone, tra senzafissadimora e immigrati, ai quali ci si sforza quotidianamente di restituire quella dignità per lungo tempo mendicata e desiderata. Inoltre, dalle macerie dell’ex caserma dell’aeronautica, con il “provvidenziale” sostegno di tantissimi volontari palermitani, è nata la splendida chiesa “Casa di Preghiera per tutti i popoli”.
«Sono rimasto stupito – ha dichiarato il presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, Giulio Francese –, ammirato di fronte a questa realtà tirata su dalle macerie e in continuo movimento, a questi luoghi “terra di nessuno” cui è stata restituita bellezza e tornati a vivere. E ci sono altri ruderi che stanno per essere trasformati in cantiere, altri progetti che stanno prendendo forma. Fino a ieri ignoravo questa realtà, la conoscevo per sommi capi. E mi sono chiesto, da giornalista, se una storia così bella, di rinascita e di speranza nel cuore di Palermo, non meriti di essere raccontata meglio, per farla conoscere meglio. Non si tratta di raccontare i poveri ma un laboratorio di umanità e di accoglienza, che coinvolge tanti volontari e che fa di Palermo una città speciale».