La moneta elettronica come lotta alle mafie

Uno slogan che funziona, ma poco reale

L’ ultima legge di bilancio ha ridotto l’attuale limite di 2.999,99 euro a 1.999,99 euro dal 1° luglio di quest’anno ed a 999,99 euro a partire dal 1° gennaio 2021.

Ma l’obiettivo del Governo è quello di arrivare alla definitiva e progressiva eliminazione del contante, quindi solo attraverso pagamenti tracciabili (carte di credito, bancomat, assegni, bonifici etc.).

Proviamo a “calare” questa prospettiva nella nostra Italia…

Se sparisse il contante, una consistente fetta della popolazione si estinguerebbe: lavoratori autonomi e imprese con il conto corrente pignorato per debiti con privati o con lo Stato, in assenza di contanti morirebbero di fame. Con la sola moneta elettronica, tutto il denaro che andrebbe sul loro conto corrente finirebbe ai creditori, Stato o privato che sia. Non mi soffermo se sia giusto o sbagliato, non è quanto il punto.

Il problema irrisolto è che quelle persone non esisterebbero più e non avrebbero più alcuna possibilità per sostenersi. In assenza di contanti, bisognerebbe ripensare anche a forme di elemosina virtuale.

Lo slogan che eliminando il contante, si darebbe un colpo forte alla criminalità, non è proprio così reale: infatti le mafie oggi non sono più quelle con la lupara o con la coppola, come nei film tanto seguiti sulla mafia che continuiamo a raccontarci da anni … oggi, in realtà da un bel po’ di tempo, hanno il colletto bianco e agiscono in modo apparentemente legale. Questo era quell’aspetto su cui il pool antimafia aveva basato la propria indagine, e fu uno dei motivi, forse il principale per cui i giudici, con le loro scorte, furono fatti saltare in aria. La ricerca dei soldi, il come i soldi diventassero puliti e quali strade “legali” utilizzassero. Infatti, oggi per pagare una mazzetta, una tangente, si fa regolare fattura elettronica di consulenza e bonifico tracciabile. Con la particolarità che non c’è stata nessuna consulenza e quella società che incassa il bonifico chiuderà tra qualche anno, per poi aprirne altre e così via. Mafiosi felici e contenti di continuare coi loro sporchi affari, tutto secondo le leggi. Insomma, tutto regolare, e come si nota facilmente di contante non ne circola.

E allora a cosa serve questa continua criminalizzazione del contante. Per sconfiggere l’evasione fiscale? Macché, nemmeno quello. La grande evasione, come dimostrano diversi studi, non deriva dal mancato scontrino del bar o del parrucchiere, ma dai movimenti di grosse multinazionali con sedi legali nei paradisi fiscali. Prendersela col pasticcere o con l’idraulico è come sparare ad una mosca sul muro con un colpo di bazooka: sfasci il muro ma la mosca non muore, e se anche morisse, allo Stato costerebbe di più rifare il muro.

Forse un approccio più scientifico, costante nella lotta e nella ricerca dell’evasione, potrebbe essere un primo passo che porti all’eliminazione del contante. Oggi una scelta de genere, senza appunto le dovute contromisure, o meglio senza la dovuta preparazione anche amministrativa, porterebbe a meno consumi, ovvero meno occupazione. Anche perché, soprattutto in alcuni settori, parecchi italiani saranno invogliati ad andare a comprare in Austria o in Germania (nel primo caso il limite è alto, nel secondo non esiste), mentre chi verrà da fuori avrà paura di spendere i suoi soldi in Italia.

Sono certo che il Governo abbia pensato a tutte queste situazioni, e che prima di mettere in atto, l’eliminazione della moneta, riesca a creare un sistema di controllo e supporto che miri al bene delle persone e delle società, più che a slogan vincenti.

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