Immagine: Il podio del torneo di qualificazione olimpica
Guendalina Sartori, Lucilla Boari e Claudia Mandia raggiungono la finale nel torneo di qualificazione Olimpica di Antalya conquistando così la carta per i Giochi di Rio. L'Italia è l'unica nazione europea ad aver qualificato entrambe le squadre!
L’Italia del tiro con l’arco stacca il pass per le prossime Olimpiadi anche al femminile, diventando l'unica Nazione europea a riuscire nell'impresa di portare ai Giochi entrambe le squadre. Grande impresa oggi ad Antalya (Tur) per Claudia Mandia, Guendalina Sartori e Lucilla Boari che conquistano la qualificazione a squadre. Una gioia infinita arrivata per una questione di millimetri. L’Italia ha infatti vinto la semifinale contro Taipei alle frecce di spareggio 5-4/27*-27.
La Nazionale azzurra sarà impegnata a Rio de Janeiro sia con la squadra maschile che con quella femminile, come già accaduto ad Atlanta, Sydney, Pechino e Londra.
LA CORSA AZZURRA VERSO LE OLIMPIADI – Al primo turno le azzurre battono senza troppi problemi l’Iran (Nemati, Abdolkarimi e Mirzaei). Bastano tre set per imporre la legge azzurra: 53-49, 47-47 e 55-47 i parziali che portano al 5-1 finale. Il trio soffre un po’ di più ma alla fine ha la meglio anche sul Kazakhstan (Tukebayeva, Saidiyeva, Abdrazak) ai quarti di finale. Prime frecce a favore delle avversarie 51-50, poi la riscossa di Sartori e compagne che vincono il secondo set 58-54, pareggiano il secondo 53-53 e chiudono la partita nel quarto con il 53-52 che significa 5-3 e passaggio del turno dove di fronte all’Italia di pone Taipei (Tan, Lin, Le). La sfida è testa, in ballo c’è la qualificazione diretta alle prossime Olimpiadi. Partono meglio le asiatiche con il 57-51 che vale il primo set. L’Italia risponde nel secondo (54-52) pareggiando i conti. Il sorpasso arriva nel terzo parziale 57-55. Non basta però a fiaccare le avversarie che nella quarta volée (58-55) mandano la partita alle frecce di spareggio. E’ nel momento decisivo che l’Italia fa la differenza, le tre frecce vengono scoccate sul 10, sul 9 e sull’8 da entrambe le squadre ma il 10 della Landi è di un centimetro più vicino al centro rispetto a quello dell'avversaria… Finisce così 5-4/27*-27 è il risultato che certifica la qualificazione alle Olimpiadi di Rio 2016 dell’Italia femminile.
L’ultimo match del torneo per la qualificazione ai Giochi è la finale contro l’Ucraina (Marchenko, Sichenikova, Pavlova). Il risultato più importante è già acquisito e la Nazionale dell’est parte più forte delle azzurre prendendosi il primo parziale 56-54. Le sei frecce successive terminano in parità 55-55. La sconfitta per l’Italia arriva con il risultato di 5-1 dopo aver perso la terza volée 58-54.
LE SQUADRE QUALIFICATE PER LE OLIMPIADI DI RIO 2016 – Il torneo di Antalya è stata l’ultima possibilità di qualificarsi ai prossimi Giochi a cinque cerchi per le squadre. Completato quindi il quadro delle Nazionale che si sfideranno nella corsa alle medaglie.
Le qualificate in campo maschile: Australia, Brasile, Cina, Spagna, Italia, Corea del Sud, Olanda, Taipei Cinese, Stati Uniti d’America, Francia, Malesia, Indonesia
Le qualificate in campo femminile: Brasile, Cina, Colombia, Georgia, India, Giappone, Corea del Sud, Messico, Russia, Italia, Ucraina, Taipei Cinese.
Domani si svolgerà il torneo per le qualificazioni individuali.
LE DICHIARAZIONI DELLE PROTAGONISTE
Ad aprire le danze delle dichiarazioni l’atleta dell’Aeronautica Militare Guendalina Sartori che, con il suo atteggiamento, siè guadagnata i gradi di ‘capitano’ del gruppo: “Non ho parole, desideravo questo risultato ma non me l’aspettavo – spiega ancora emozionata l’atleta diMonselice, classe ‘88 –. Sono contentissima perché siamo state unite e forti:di questo spirito sono colpita e orgogliosa. Per quanto mi riguarda dopo la gara di ranking round ho concretizzato che potevamo farcela. Abbiamo fatto dei grandi punteggi: erano tanti anni che non si vedeva una media sopra il 640 sulle 72 frecce da parte di tutte le italiane. Mi spiace per Vanessa, perché ci teneva a far parte della squadra titolare, ma ribadisco che anche lei fa parte del team ed è merito di tutte se siamo arrivate fin qui. È una delle poche trasferte in cui tornerò a casa contentissima di quello che ho fatto, a prescindere dalle due finali valide per la coppa che disputerò domenica.
Che Olimpiade sarà? Per me saranno i Giochi del riscatto, devorifarmi di tante piccole cose avvenute negli anni. Quattro anni fa ho perso la convocazione per Londra di un soffio e voglio riscattarmi. Ce l’abbiamo messa tutta e ora che abbiamo ottenuto il pass ringrazio la mia famiglia che mi ha sostenuta anche nei momenti più difficili; le mie compagne di squadra, sia quelle degli anni passati che quelle di oggi; lo staff, perché senza loro certi sogni non si realizzano e naturalmente l’Aeronautica per il sostegno e il supporto che ci dà giornalmente”.
Claudia Mandia ha dimostrato una personalità da leonessa: “Ci credevamo e sapevamo a cosa andavamo incontro – dice l’atleta salernitana inforza alle Fiamme Azzurre, classe ‘92 –. Le squadre in gara erano fortissime,eravamo realiste, ma ci siamo dette: ‘perché non credere nei propri sogni?’ E alla fine abbiamo fatto bene a crederci… Dalla ranking round fino all’ultima freccia, siamo soddisfatte delle nostre prestazioni. Le Olimpiadi sono un sogno e un obiettivo allo stesso tempo. Non voglio andar lì solo per partecipare al primo giorno di gara. Non sarà nemmeno l’ultima Olimpiade che disputerò: quanto accaduto oggi deve essere un primo passo e non un punto d’arrivo.
La forza del gruppo? Con Guendalina abbiamo gareggiato spesso insieme, mentre con Lucilla e Vanessa ci conoscevamo meno. In coppa a Medellin c’è stato il rodaggio, abbiamo provato tanto insieme e conta anche il fatto che condividiamo la vita quotidiana al centro federale. Oggi volevamo tutte e tre la stessa cosa,
abbiamo unito le forze e ce l’abbiamo fatta. È una vittoria che dedico a noi, perché ci abbiamo creduto e questo pass ce lo siamo meritate”.
La più giovane del terzetto è Lucilla Boari. L’atleta degliArcieri Gonzaga, classe ’97, che fa parte della Scuola Federale Fitarco inaugurata tre anni fa, si è battuta come una veterana ed è stata decisiva nella vittoria dello spareggio con Taipei: “Ero tutto sommato tranquilla,perché la squadra stava girando bene. Certo, è stata una grande emozione vivere lo shoot off con Taipei: il mio 10 era di un centimetro più vicino a quello dell’avversaria e tanto è bastato per staccare il pass per Rio. Ci credevamo tanto, abbiamo voluto farcela ed è andata bene anche perché abbiamo tirato bene. In finale con l’Ucraina abbiamo perso pur tirando bene, ma l’importante era raggiungere l’obiettivo.
Considero questa vittoria un punto di partenza per tutto il resto. La qualificazione olimpica è un sogno che si avvera, ma da domani dobbiamo riparte da zero. Anzi no, ripartiamo da uno… La convocazione per Rio? Al Sambodromo ci sono stata lo scorso anno in occasione della preolimpica: spero davvero di tornarci da titolare”.
Chiude Vanessa Landi che, non essendo scesa in campo, è rimasta a fare il tifo per le compagne:“Sono state giornate in cui il nostro pensiero è stato interamente rivolto a qualificare la squadra – spiega l’arciera toscana della Maremmana Arcieri,classe ’97 – Questo era il nostro unico obiettivo e sono felice per le mie compagne, perché hanno tirato bene e forte. Se sogno la mia presenza ai Giochi? Sceglieranno il trio titolare per il bene della squadra e io rispetterò
qualsiasi decisione”.
PAROLA AI COACH
Grande soddisfazione per il c.t. Wietse van Alten: “Sono felice ed orgoglioso. Sapevamo che era una strada lunga, non impossibile ma molto dura. In questi giorni abbiamo iniziato forte il primo giorno, hanno tirato tutte e quattro sul loro livello e anche di più fin da martedì, riuscendo a mantenere questo trend fino ad oggi. Ci sono solo 5 paesi al mondo ad aver qualificato sia la squadra maschile che quella femminile e tra questi c’è l’Italia, che è l’unica Nazione europea ad esserci riuscita. Se mi aspettavo queste prestazioni da una squadra ancora giovane? Nel comparto femminile abbiamo già il futuro in tasca e abbiamo anche più delle quattro atlete presenti qui ad Antalya. La nostra squadra femminile è molto forte e competitiva. Le ragazze hanno dimostrato di potersela giocare con le più grandi. Non possiamo dire che andiamo a Rio a vincere l’oro, ma non saremo solo spettatori”.
Realista e felice il coach del femminile Ilario Di Buò, che da atleta di Olimpiadi ne ha vissute 7… “Avevo detto alle ragazzeche dovevamo ancora dimostrare tutto. Ho ricordato loro che agli Europei non eravamo andate bene, ma che meritavamo di più e dovevamo dimostrarlo. Le avversarie non hanno ancora paura di noi, perché l’Italia femminile non è abituata a vincere e salire sul podio come è successo nel maschile. Quindi serviva essere una squadra unita e mettere in campo tutte le qualità a nostra disposizione. Tutto lo staff ha fatto un gran lavoro per mettere le ragazze nelle migliori condizioni possibili per competere e alla fine il risultato è arrivato.
Sinceramente mi aspettavo di raggiungere la qualifica, ben sapendo che era molto difficile farcela. Avevamo tante potenzialità, ma non le avevamo ancora espresse. Il buon inizio nella gara di ranking round e nelle eliminatorie di coppa del mondo ci hanno dato un surplus, perché le avversarie hanno visto che anche senza Natalia Valeeva l’Italia c’era ed era competitiva. Ogni match del torneo ha avuto le sue difficoltà. Ciò che mi è piaciuto di più è stata la capacità di reazione delle ragazze nei momenti di difficoltà. Hanno rimontato quando erano sotto e spronato le compagne quando è uscito un tiro non buono. Sono state davvero forti. E da parte nostra è stato difficile scegliere il terzetto titolare. Eravamo in dubbio su chi mettere in squadra. Anche Vanessa Landi avrebbe potuto competere. Claudia Mandia ha dimostrato di saper fare la differenza spronando le compagne. Guendalina è stata incredibile e Lucilla, nonostante fosse la più giovane, ha dimostrato di poter competere con le arciere più mature.
Guardando la griglia dei match sapevamo di poter battere l’Iran, ma avevamo un po’ di timore nel trovare ai quarti la Turchia. Ci siamo invece trovati di fronte il Kazakshtan, una squadra molto in forma e poi in semifinale contro Taipei sapevamo che si trattava di un’avversaria di altissimo livello. Abbiamo vinto allo spareggio per questione di millimetri, quindi siamo felici…
Come andrà a Rio? Non avremo tanti giorni per lavorare. Le previsioni sono quelle di ottenere un buon piazzamento. Alle ragazze ho detto che è inutile pensare alle medaglie. L’obiettivo era portare la squadra al Sambodromo e lo hanno centrato. Questo era il grande passo da fare adesso. Forse per pensare al podio a cinque cerchi avremmo bisogno di più tempo, ma nessuno parte con la medaglia già al collo e possiamo sempre dimostrare di potercela giocare, ben sapendo che ci sono nazionali più solide e mature di noi. In Europa siamo forti, gli unici a portare entrambe le squadre, ma non dimentichiamoci che nel resto del mondo ci sono squadroni che hanno più chance di noi di vincere”.
A portare i complimenti e la felicità dell’intero staff federale è il dottore degli azzurri Arrigo Giombini: “Guendalina è stata bravissima, si ècomportata da vera capitana e le ragazze l’hanno seguita alla grande. Hanno tirato senza mai avere la paura di non farcela. Avevamo molto più timore noi fuori dal campo che loro sulla linea di tiro. Abbiamo fatto gruppo e, come spesso accade nello sport, questo ha pagato. È stata una grande dimostrazione di forza quella delle ragazze. Per noi dello staff dallo psicologo Mauro Gatti al fisioterapista Andrea Rossi, fino al preparatore Jacopo Cimmarrusti che è rimasto a casa è sempre un grande piacere condividere con gli atleti e i tecnici l’ennesimo successo dell’Italia”.
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