Appalti, Marrone: pmi campane non tutelate da nuovo codice

Il presidente Confapi jr: Anac non sorveglia su gare inferiori a 5 milioni

Immagine: presidente del gruppo Giovani Confapi di Napoli, Raffaele Marrone

 

NAPOLI – «Il limite di 5 milioni di euro, nel nuovo codice degli appalti, frena l'attività preventiva di controllo dell'Anticorruzione sulla costituzione delle commissioni giudicatrici e rischia di tenere fuori dalla tutela di legalità migliaia e migliaia di piccole e medie imprese in tutt'Italia e, soprattutto, al Sud».

A dirlo è il presidente del gruppo Giovani Confapi di Napoli, Raffaele Marrone.

«È comprensibile che ci sia una organizzazione delle attività dell'Anac – aggiunge – che punti a un efficientamento del lavoro e a una razionalizzazione delle risorse, ma la soglia appare punitiva nei confronti di quelle imprese che, partecipando ad appalti di importo inferiore, avvertono urgente l'esigenza di essere difese».

«Il Governo potrebbe rivedere al ribasso questa indicazione perché la corruzione e le infiltrazioni mafiose si annidano anche e soprattutto nelle gare con importi meno appariscenti, dov'è più facile operare contro la legge. Gare che – conclude il leader dei giovani imprenditori – per requisiti specifici sono spesso le uniche alla portata di imprese che lottano giorno e notte per sopravvivere in territori difficili e proteggere fatturato e occupazione».

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