Eugene Victor (Eugenio Vittorio) Alessandroni nasce il 24 gennaio 1887 a Capestrano (L’Aquila), da Pierluigi e Carmela Jafolla. Il piccolo Eugene arriva negli Stati Uniti nel 1891 e già da piccolo mostra una straordinaria capacità di apprendimento. La nuova lingua diventa subito la sua e in futuro la userà nella aule dei tribunali con straordinaria maestria. Lui sarà il primo di ben 8 figli. Ma la strada di questo ragazzo figlio di emigranti non è facile. Da subito aiuta i genitori nel loro negozio di alimentari ed in particolare nella consegna a domicilio. E la sera si dedica agli studi. Raccontava che spesso si addormentava, per la stanchezza, sui libri. Ma Eugene aveva capito da subito che la strada del riscatto passava necessariamente dagli studi.
Spinge anche i fratelli a migliorarsi e ci riesce, tanto che la famiglia Alessandroni produrrà una ventina di prestigiosi avvocati di Philadelphia. Contestualmente al lavoro presso la bottega di famiglia si impegna in una varietà di altri lavori, comprese le assicurazioni e la vendita di immobili, finché un giorno un suo datore di lavoro gli suggerisce di tentare la strada degli studi in legge. Frequenta con successo la storica Central High School di Philadelphia. Successivamente arriva in tempi brevi la laurea. Presso un vecchio Avvocato, che lo ha preso a cuore, già nel 1907 inizia il suo praticantato. Il 6 gennaio del 1909 sposa Ethel Hope Tumbelston.
La sua carriera di giovane e rampante avvocato si costella di un successo dopo l’altro. Lo richiedono tutti e nasce il mito della sua “imbattibilità”. La politica lo corteggia e lui sceglie di essere dalla parte del Partito Repubblicano. A Philadelphia questo giovane abruzzese è oramai una istituzione. Prima diventa Procuratore Distrettuale (dal 1919 al 1927) e successivamente alla Court of Common Pleas (Corte delle udienze comuni) dal 1928 al 1958. Sarà Direttore della Philadelphia Symphony Orchestra Association. Membro della Università di Pennsylvania. E poi un’altra infinità di importanti incarichi che ne onoreranno una straordinaria carriera.
Ma di certo il suo momento più importante quando nel 1931 è chiamato ad organizzare e sovrintendere alla visita del Ministro Dino Grandi a Philadelphia. Sarà sempre al fianco del prestigioso uomo politico italiano che ripartendo lo ringrazierà in maniera particolare dicendogli “non dimenticherò mai la vostra cortesia e soprattutto la vostra alta professionalità che fanno onore all’Italia”. Questo grande figlio della terra d’Abruzzo muore nel 1966.
*Presidente onorario Associazione “Ambasciatori della fame”
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Geremia Mancini