Bruxelles – È Ursula von der Leyen il nuovo presidente della Commissione Europea, eletta ieri dal Parlamento Ue presieduto da David Sassoli, con 383 voti favorevoli, 327 contrari e 22 astenuti. Lo scarto, rispetto ai punti necessari per ottenere la maggioranza, è stato di appena 9 voti, una bella differenza rispetto ai predecessori Juncker e Barroso.
Una vittoria così risicata non può che riflettere le frammentazioni del Parlamento Europeo che dopo le ultime elezioni ha detto addio al sistema bipartitico e bipolare sul quale si è sempre poggiato. Oggi infatti accanto ai partiti tradizionali e più numerosi come il PPE (Partito Popolare Europeo) e S&D (Alleanza Progressista dei Socialisti e dei Democratici), troviamo il nuovo Renew Europe, a cui hanno aderito i liberali e i democratici. Ma ieri sera al momento di votare per il nuovo presidente della Commissione l’accordo fra questi tre “big” non è scattato e lo scrutinio segreto ha fatto il resto.
I punti più interessanti del programma che Ursula von der Leyen ha presentato agli eurodeputati prima del voto riguardano il clima, lo stato di diritto e l’interesse a riconciliare fra loro società e mercato. ? ex ministro della difesa tedesco ha parlato di raggiungere un livello di emissioni di Co2 pari a zero entro il 2050, di inserire entro i primi 100 giorni del suo mandato un “salario minimo” per tutti i lavoratori europei (affermazione che ha conquistato i voti favorevoli degli M5S) e di implementare uno strumento di riassicurazione per quanti hanno perso il posti di lavoro e che riduca la pressione sui conti pubblici nazionali. Si è inoltre dichiarata favorevole a prorogare i termini per la Brexit, una dichiarazione che ha fatto storcere il naso a non pochi eurodeputati.
Ursula von der Leyen è la prima presidente donna della Commissione Europea e ha deciso che la Commissione che è chiamata a formare sarà costituita da un numero pari di donne e di uomini. Ha affermato infatti: “Dal 1958 ci sono stati 183 commissari e solo 35 donne. È meno del 20%: rappresentiamo metà della popolazione e vogliamo la nostra giusta parte. Farò in modo che ci sia piena parità di genere nel mio collegio dei commissari: se gli Stati membri non mi proporranno abbastanza commissarie donna, non esiterò a chiedere nuovi nomi”. Anche nel suo discorso prima dell’elezione aveva posto l’accento sulla questione femminile citando Simone Veil, prima presidente donna del Parlamento Europeo eletta 40 anni fa.
In realtà si tratta della seconda “prima volta” per la von der Leyen, che oltre a essere madre di ben 7 figli, è stata anche la prima donna a ricoprire la carica di ministro della difesa in Germania con il terzo governo Merkel, di cui è pupilla.
Per la sua elezione sono stati decisivi i voti dei 14 eurodeputati del Movimento 5 Stelle senza i quali la neo presidente eletta non sarebbe riuscita a spuntarla. La Lega invece ha votato contro, seguendo le indicazioni del proprio gruppo parlamentare ID (Identity e Democracy), gruppo di destra sovranista di cui fanno parte anche gli eurodeputati del partito Alternative fur Deutschland e quelli di Rassemblement National di Marine Le Pen. La von der Leyen comunque si è dichiarata “sollevata” di non aver ricevuto il loro supporto.
Le opposte linee di condotta dei due alleati di governo non è certo passata in sordina, in una nota della Lega si legge che “È gravissimo il voto europeo: von der Leyen passa grazie all'asse Merkel, Macron, Renzi, 5 stelle. Avrebbe potuto essere una svolta storica: la Lega è stata coerente con le posizioni espresse finora, ha tenuto fede al patto con gli elettori e difende l'interesse nazionale”.
A tre giorni dalla chiusura delle finestra elettorale per un eventuale voto anticipato a settembre, il governo gialloverde continua a mostrarsi poco consistente tra divergenze, frecciatine di rito e accuse neanche troppo velate.
Quel che è certo al momento è che la pioggia di consensi che ha premiato la Lega con le elezioni europee di maggio non si è tradotto in un altrettanto potere decisionale al Parlamento Europeo, così come dichiarato al tempo dalla stessa Lega e dal suo leader Matteo Salvini, oggi imbrigliato nel caso Russiagate.
Immagine.2. il presidente del Parlamento europeo David Sassoli e Ursula von der Leyen appena eletta presidente della Commissione europea
Photo credits© European Union, 2019