Strasburgo, 11 sett. 2018 – Il premier ungherese Viktor Orban oggi ha sfidato l’Europa parlando alla plenaria dell’europarlamento di Strasburgo, che domani voterà le sanzioni contro il paese magiaro per violazioni allo stato di diritto.
Il primo ministro sovranista ha parlato duramente ai colleghi presenti nell’emiciclo accusandoli di avere già scritto la sentenza che condannerà l’Ungheria che ‘da mille anni è membro della famiglia europea’. "Voi vi siete già fatti un'idea su questa relazione, e il mio intervento non vi farà cambiare opinione ma sono venuto lo stesso’ ha detto Orban aggiungendo ‘L'Ungheria sarà condannata perché ha deciso che non sarà patria di immigrazione. Ma noi non accetteremo minacce e ricatti delle forze pro-immigrazione: difenderemo le nostre frontiere, fermeremo l'immigrazione clandestina anche contro di voi, se necessario. L'Ungheria sarà condannata perché ha deciso che non sarà patria di immigrazione’. Così il premier ungherese che ha continuato il suo intervento tirando dritto senza un momento di cedimento in difesa della ‘sua patria’ per la quale si è detto non disponibile ad accettare ‘minacce e ricatti delle forze pro-immigrazione. Parole durissime per ribadire ancora una volta la difesa delle frontiere e la lotta all’immigrazione clandestina, che ‘fermeremo’ ha affermato ‘anche contro di voi, se necessario. Non accetteremo che le forze pro-migrazione ci ricattino, non cederemo al ricatto, difenderemo le frontiere e fermeremo la migrazione clandestina. Anche contro di voi se è necessario. Siamo noi a difendere le nostre frontiere e solo noi possiamo decidere. Vi dico che non accetto questa relazione e che le forze pro-immigrazione ci facciano dei ricatti sulla base di calunnie".
Un affondo forte contro ricatti e minacce delle forze a favore della immigrazione che Budapest respingerà senza alcun passo indietro ha avvertito Orban che ha ancora sottolineato ‘stop ai clandestini’ senza compromessi invece 'accettati sul sistema giudiziario e elettorale, ma questa relazione che contiene 37 errori vuole buttare alle ortiche accordi conclusi da anni’. Così il premier ungherese accusando gli europarlamentari di ‘star dando un colpo grave al dialogo costruttivo’.
"Sulla migrazione – ha poi detto Orban – sono disposto a cooperare con qualsiasi governo che vuole difendere le frontiere, non è per me una questione partitica, e devo dire che mi tolgo il cappello di fronte agli italiani per il coraggio che stanno avendo e hanno avuto per quanto hanno fatto".
Nell’emiciclo carico di silenziosa tensione sono esplose le parole del vicepresidente della Commissione Frans Timmermans, che alla fine del discorso di Viktor Orban gli ha dato del 'codardo', precisando che le critiche al governo di Budapest non sono dirette agli ungheresi. "Quando critichiamo il governo ungherese lo facciamo in modo preciso. Venire a dirci che se critichiamo il governo" di Budapest "allora stiamo criticando il popolo ungherese, questo è un atteggiamento da codardi", ha detto Timmermans, replicando a Strasburgo al discorso del premier ungherese Orban. "Se credete in queste leggi fatevene carico e poi ne parliamo, perché altrimenti è una cosa da codardi", ha aggiunto. Sono seguiti i commenti di altri eurodeputati socialisti e liberali convinti sulle sanzioni all’Ungheria da votare domani per la violazione dei diritti fondamentali.
Manfred Weber leader dei Popolari al Parlamento Ue, ha sottolineato che la sua "famiglia politica" non ci sarà la disponibilità a risolvere tutti i problemi da parte del governo ungherese, si farà scattare l'articolo 7.1".
Spaccati i due azionisti del governo italiano che domani, voteranno in maniera opposta. Voteremo in difesa di Orban ‘L'Europarlamento non può fare processi ai popoli e ai governi eletti’ Lo ha annunciato stasera il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini in vista del voto previsto per domani a Strasburgo sulle sanzioni contro l'Ungheria verso le quali si dicono a favore invece i pentastellati di Luigi Di Maio che domani appoggeranno la risoluzione di condanna dell'Ungheria, consumando così un nuovo strappo tra i due alleati del governo giallo verde.
''Per noi Orban, Macron, Merkel e Junker sono fatti della stessa pasta. Hanno lasciata sola l'Italia perché non aprono i loro porti e non accettano i ricollocamenti dei migranti. Il M5S è in Europa per difendere gli interessi degli italiani!". Le motivazioni del Movimento 5 Stelle sono state definite da Salvini una libera scelta che non pregiudica l’alleanza tra i due partiti. Una contrapposizione peraltro emersa anche in occasione della visita di Orban in Italia, giudicata dai M5s un incontro, che sul piano delle politiche migratorie è contrario agli interessi dell’Italia come ha sottolineato Alessandro Di Battista, e non riguardava il Governo ma solo Salvini come leader della Lega.
Dopo l'acceso dibattito di oggi a Strasburgo la Plenaria si riunirà domani per votare le procedure d'infrazione contro l'Ungheria perchè non in regola con le norme sullo stato di diritto che riguardano la libertà di informazione, la democrazia, il condizionamento della magistratura.