Bruxelles – Le società di social media devono fare di più per ottemperare alle richieste presentate lo scorso marzo dalla Commissione europea e dalle autorità nazionali di tutela dei consumatori per garantire il rispetto delle norme UE a tutela dei consumatori.
Il 15 febbraio sono state pubblicate le modifiche apportate da Facebook, Twitter e Google+ per allineare le rispettive clausole contrattuali alle norme dell'UE a tutela dei consumatori.
Queste modifiche andranno a beneficio di oltre 250 milioni di consumatori dell'UE che utilizzano i social media: i consumatori non saranno costretti a rinunciare ai diritti inderogabili che l'UE riconosce loro, come il diritto di recedere da un acquisto online; potranno presentare reclamo in Europa anziché in California; e le piattaforme si assumeranno le loro responsabilità verso i consumatori dell'Unione, analogamente ai prestatori di servizi offline. Tuttavia, le modifiche soddisfano solo in parte i requisiti della normativa UE in materia di consumatori.
V?ra Jourová, Commissaria europea per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere, ha dichiarato: "Poiché sono usate come piattaforme pubblicitarie e commerciali, le reti di social media devono osservare pienamente le norme a tutela dei consumatori. Mi compiaccio che l'azione intrapresa dalle autorità nazionali per far rispettare tali norme stia dando i suoi frutti e che alcune società stiano rendendo le loro piattaforme più sicure per i consumatori; è tuttavia inaccettabile che questo processo non si sia ancora concluso e richieda così tanto tempo. Ciò conferma la necessità di un "New deal per i consumatori": le norme UE a tutela dei consumatori devono essere rispettate e le società che non lo fanno devono essere soggette a sanzioni.".
Mentre le ultime proposte di Google sembrano in linea con le richieste formulate dalle autorità di tutela dei consumatori, Facebook e, più significativamente, Twitter hanno rimediato solo in parte a importanti aspetti riguardanti le loro responsabilità e il modo in cui gli utenti sono informati della possibilità di rimuovere i contenuti o recedere dal contratto.
Per quanto riguarda la procedura di "notifica e azione" usata dalle autorità di tutela dei consumatori per segnalare contenuti illeciti e richiederne la rimozione, le modifiche apportate da alcune società sono insufficienti. Mentre Google+ ha istituito un protocollo che prevede, tra l'altro, termini per il trattamento delle richieste, Facebook e Twitter hanno concordato solo di mettere a disposizione delle autorità nazionali un apposito indirizzo di posta elettronica per la notifica delle violazioni, senza impegnarsi a trattare le richieste entro termini precisi.
A seguito di varie denunce di consumatori dell'UE che sono stati vittime di frodi o truffe durante la consultazione di siti di social media e ai quali sono state imposte clausole contrattuali non conformi alle norme UE a tutela dei consumatori, nel marzo 2016 è stata avviata un'azione per far rispettare la normativa UE.
Gli operatori di social media hanno quindi convenuto di modificare:
- le clausole che limitano o escludono integralmente la responsabilità della rete di social media in relazione alla prestazione del servizio;
- le clausole che impongono ai consumatori di rinunciare ai diritti inderogabili che l'UE riconosce loro, come il diritto di recedere da un acquisto online;
- le clausole che privano il consumatore del diritto di rivolgersi a un organo giurisdizionale dello Stato membro di residenza e che prevedono l'applicazione della legge della California;
- le clausole che liberano la piattaforma dall'obbligo di individuare le comunicazioni commerciali e i contenuti sponsorizzati.
Le società si sono impegnate ad attuare le modifiche delle clausole contrattuali in tutte le versioni linguistiche nel primo trimestre del 2018.
Prossime tappe
Come indicato nella comunicazione sulla lotta contro i contenuti illeciti online pubblicata nel settembre 2017, la Commissione si aspetta che le piattaforme online individuino e rimuovano rapidamente e proattivamente i contenuti illeciti e ne prevengano la ricomparsa. La Commissione sta lavorando alle azioni che daranno seguito a questa comunicazione.
Le autorità nazionali di tutela dei consumatori e la Commissione monitoreranno l'attuazione delle modifiche promesse e si avvarranno attivamente della procedura di "notifica e azione" offerta dalle società. Si concentreranno sui contenuti commerciali illeciti riguardanti abbonamenti non desiderati e altre truffe. Inoltre potranno prendere le misure del caso, comprese quelle per far rispettare la normativa.
In aprile la Commissione presenterà un "New deal per i consumatori". Tale riforma proporrà di ammodernare l'attuale diritto dei consumatori e ne garantirà la corretta applicazione.
Contesto
Il 16 marzo 2017 le autorità dell'UE di tutela dei consumatori e la Commissione europea hanno incontrato le società in questione per ascoltare e discutere le soluzioni proposte. A seguito di tale riunione, le società hanno apportato alcune modifiche alle loro clausole contrattuali. Tuttavia, la Commissione e le autorità di tutela dei consumatori ritengono che urgano altre modifiche (cfr. comunicato stampa).
Nel novembre 2016 le autorità della rete di cooperazione per la tutela dei consumatori, sotto la guida della direzione generale francese per la concorrenza, il consumo e la repressione delle frodi, hanno inviato a Facebook, Twitter e Google + una posizione comunechiedendo di migliorare una serie di clausole contrattuali e istituire un sistema per contrastare, su notifica, i contenuti commerciali illeciti[1].
Il regolamento UE sulla cooperazione per la tutela dei consumatori riunisce le autorità nazionali di tutela dei consumatori in un'apposita rete paneuropea grazie alla quale un'autorità nazionale di uno Stato membro può chiedere alla propria omologa di un altro Stato membro di intervenire in caso di violazione transfrontaliera di una norma UE a tutela dei consumatori. La cooperazione è comune per vari atti legislativi che tutelano i consumatori, ad esempio la direttiva sulle pratiche commerciali sleali, la direttiva sul commercio elettronico, la direttiva sui diritti dei consumatori e la direttiva sulle clausole abusive nei contratti.
Nell'ambito della rete di cooperazione per la tutela dei consumatori le autorità riesaminano regolarmente le questioni di interesse comune per la tutela dei consumatori nel mercato unico e coordinano la loro vigilanza del mercato e le potenziali azioni per far rispettare la normativa. La Commissione agevola lo scambio di informazioni fra le autorità e il loro coordinamento.
Le piattaforme online devono assumersi maggiori responsabilità per quanto riguarda la gestione dei contenuti. La comunicazione fornisce strumenti comuni per individuare e rimuovere rapidamente e proattivamente i contenuti illeciti e prevenirne la ricomparsa.
Per ulteriori informazioni
Tabella con le modifiche delle clausole contrattuali
[1] Le valutazioni effettuate in questo contesto non pregiudicano alcuna valutazione futura del rispetto delle clausole contrattuali effettuata dalle autorità della rete di cooperazione per la tutela dei consumatori o nell'ambito di un procedimento giudiziario.