Progressi nella realizzazione del pilastro europeo dei diritti sociali: la Commissione mira a promuovere la protezione sociale per tutti
Bruxelles, 20 novembre 2017
La Commissione ha avviato oggi il secondo ciclo di discussioni con i sindacati e le organizzazioni dei datori di lavoro a livello di UE su come sostenere l'accesso alla protezione sociale per tutti i lavoratori dipendenti e autonomi.
Si tratta di un ulteriore passo avanti verso l'effettiva realizzazione del pilastro europeo dei diritti sociali, dopo solo pochi giorni dalla sua proclamazione da parte del Parlamento europeo, del Consiglio e della Commissione al vertice sociale di Göteborg.
Valdis Dombrovskis, Vicepresidente responsabile per l'Euro e il dialogo sociale, ha dichiarato: "Il nuovo mondo del lavoro genera nuove opportunità, che tutti dovrebbero essere in grado di cogliere sentendosi protetti indipendentemente dal tipo di lavoro che svolgono. È questa l'idea alla base del pilastro europeo dei diritti sociali. Vogliamo far sì che i nostri sistemi di protezione sociale siano sostenibili, adeguati ed equi. Ci stiamo consultando con le parti sociali per trovare modi che consentano a tutti di contribuire e incrementare i diritti."
La Commissaria responsabile per l'Occupazione, gli affari sociali, le competenze e la mobilità dei lavoratori, ha aggiunto: "La Commissione si impegna fortemente a rendere l'Europa più sociale. Oggi compiamo passi avanti con un'altra iniziativa concreta nell'ambito del pilastro europeo dei diritti sociali. Nel nuovo mondo del lavoro tutti i lavoratori devono avere accesso alla protezione sociale, che si tratti di lavoratori dipendenti con contratti standard o di nuovo tipo o di lavoratori autonomi. Voglio garantire a tutti i lavoratori l'accesso a un regime di protezione sociale sulla base dei loro contributi. Ciò è importante per far sì che i nostri sistemi di protezione sociale siano adeguati, sostenibili e rispettino l'equità intergenerazionale."
Nel 2016 poco meno del 40% delle persone occupate nell'UE era rappresentato da lavoratori atipici o autonomi, la metà dei quali, secondo le stime[1], corre il rischio di non avere sufficiente accesso alla protezione sociale e ai relativi servizi per l'occupazione. Nell'attuale mercato del lavoro in evoluzione stanno emergendo nuove forme di occupazione e le persone cambiano sempre più frequentemente lavoro e status occupazionale. La percentuale delle modalità di lavoro atipico e autonomo sta aumentando sul mercato del lavoro, specialmente tra i giovani.
In linea con i pertinenti principi del pilastro europeo dei diritti sociali, la Commissione mira a sostenere l'accesso alla protezione sociale sulla base dei contributi per tutti. A causa del loro status occupazionale, i lavoratori atipici e autonomi non godono di un accesso sufficiente e, di conseguenza, sono esposti a una maggiore incertezza economica e a una minore tutela contro i rischi sociali. Affrontare questa sfida rappresenta l'obiettivo alla base del pilastro di rendere i nostri modelli sociali adeguati alle esigenze future e occuparsi della questione dell'equità intergenerazionale, traendo il massimo vantaggio dal futuro mondo del lavoro.
Per raggiungere questo obiettivo, e in linea con il trattato sul funzionamento dell'Unione europea e il suo impegno per il dialogo sociale, la Commissione chiede il parere delle parti sociali avviando una seconda fase di consultazione. Le parti sociali hanno ora sette settimane per far sapere alla Commissione se sono disponibili a negoziare. Parallelamente è stata avviata anche una consultazione pubblica più ampia per raccogliere le opinioni di tutte le pertinenti parti interessate, quali le amministrazioni pubbliche, le imprese, i lavoratori autonomi, i lavoratori delle piattaforme e la società civile.
La Commissione intende basarsi sui risultati di tali consultazioni per presentare una proposta nella prima metà dell'anno prossimo.
Contesto
La Commissione ha presentato il pilastro europeo dei diritti sociali nell'ambito di una raccomandazione della Commissione, in vigore dal 26 aprile 2017, e di una proposta di proclamazione congiunta del Parlamento, del Consiglio e della Commissione. Il testo della proclamazione è stato firmato da tutte le parti al vertice sociale per l'occupazione e la crescita eque che si è tenuto a Göteborg (Svezia) il 17 novembre 2017, a seguito di discussioni tra il Parlamento europeo, la Commissione europea e gli Stati membri.
La realizzazione del pilastro europeo dei diritti sociali è una responsabilità condivisa a tutti i livelli. Dall'inizio del suo mandato la Commissione ha presentato diverse proposte legislative per la realizzazione del pilastro a livello di UE, compresa una recente proposta volta al miglioramento dell'equilibrio tra attività professionale e vita familiare di genitori e prestatori di assistenza che lavorano. La Commissione ha anche avviato due consultazioni delle parti sociali, una intesa a modernizzare le norme in materia di contratti di lavoro e l'altra relativa all'accesso alla protezione sociale per tutti. Dal 26 aprile al 23 giugno 2017 le parti sociali hanno avuto la possibilità di esprimere le loro opinioni su entrambi i temi. Dal 21 settembre 2017 al 3 novembre 2017 ha avuto luogo una seconda fase sulla modernizzazione delle norme in materia di contratti di lavoro.
Oggi è stata avviata la seconda fase della consultazione relativa all'accesso alla protezione sociale, che si basa sull'esito della prima fase delle discussioni. Parallelamente la Commissione sta avviando una consultazione pubblica e organizzerà audizioni con le principali parti interessate, quali i rappresentanti dei lavoratori autonomi, la società civile e i fornitori di protezione sociale.
La Commissione Juncker ha posto l'accento sulla necessità di creare un'Europa più equa e sociale, come testimoniano gli orientamenti politici di luglio 2014. Nel settembre 2015, in occasione del suo primo discorso sullo stato dell'Unione, il Presidente Juncker ha dichiarato: "Dobbiamo intensificare i lavori per un mercato del lavoro equo e veramente paneuropeo. […] Nel quadro di tali sforzi, voglio sviluppare un pilastro europeo dei diritti sociali, che tenga conto delle mutevoli realtà delle società europee e del mondo del lavoro."
Nel suo ultimo discorso sullo stato dell'Unione, tenuto il 13 settembre 2017, il presidente ha confermato l'impegno della Commissione a portare avanti il pilastro come mezzo fondamentale per dare vita a un mercato interno più profondo, più equo e con una più forte connotazione sociale: "E se vogliamo evitare la frammentazione sociale e il dumping sociale in Europa, gli Stati membri devono approvare il pilastro europeo dei diritti sociali il più presto possibile, al più tardi al vertice di Göteborg a novembre. I sistemi sociali nazionali rimarranno diversi e separati ancora a lungo, ma dobbiamo almeno concordare un'Unione delle norme sociali europee in cui vi sia una visione comune di cosa è giusto sul piano sociale nel nostro mercato unico. L'Europa non può funzionare se dimentica i lavoratori."
Per maggiori informazioni
NOTA: Il pilastro europeo dei diritti sociali è realtà
Sito web del pilastro europeo dei diritti sociali
Vicepresidente Dombrovskis su Twitter
Marianne Thyssen su Facebook e Twitter, #SocialRights
[1]Documento di lavoro dei servizi della Commissione – "Documento analitico" che accompagna il documento di consultazione: Seconda fase di consultazione delle parti sociali a norma dell'articolo 154 del TFUE su una possibile azione concernente le sfide dell'accesso alla protezione sociale per le persone in tutte le forme di occupazione nel quadro del pilastro europeo dei diritti sociali.