La maggioranza non arriva e Theresa May immagina un nuovo esecutivo, a questo punto l’unica strada percorribile, con gli unionisti nordirlandesi. Il verdetto delle elezioni anticipate, volute dalla stessa leader dei conservatori sulla scia dell’ampio margine sui laburisti accumulato negli ultimi mesi, per accrescere il vantaggio del partito Tory in parlamento e condurre una Brexit più “hard” frantuma ogni sogno maturato nelle ultime ore prima del voto. Scommessa persa per la nuova “lady di ferro” che non supera né eguaglia la precedente consultazione. I numeri stringono in una morsa di polemica la May che avrebbe fatto perdere al suo partito circa 12 seggi rispetto ai 330 su cui poteva contera fino a ieri, i Labour ne guadagnano quindi 31. L’ultimo aggiornamento, con 649 seggi su 650 scrutinati, parla chiaro: ai conservatori vanno 318 seggi, seguono i laburisti, dicevamo, di Corbyn con 261, poi il Partito nazionale scozzese (SNP) con 35, i liberaldemocratici (LIBDEM) con 12. Theresa May si recherà a Buckingham Palace alle 12,30 di Londra, le 13,30 in Italia, per ricevere il via libera della regina Elisabetta a formare un nuovo governo. L’esecutivo dovrebbe avere l’appoggio degli unionisti nordirlandesi del Dup che – con i suoi 10 seggi – si è detto disposto a trattare per un governo di coalizione. La premier, secondo Sky News, sarebbe pronta a nominare i ministri del suo nuovo governo già in giornata. Il Dup, in cambio del supporto strategico, avrebbe avuto assicurate concessioni particolari, come la certezza che nel negoziato su Brexit non vi sarà posto per uno status speciale che veda l’Irlanda del Nord con un piede nella Ue. Lo status speciale è invece una delle principali richieste del Sinn Fein, che ha ottenuto 7 seggi. Il Dup se ne è visti assegnati 10, che insieme ai 318 dei conservatori (resta da assegnare l'ultimo seggio, quello di Kensington), consegnano una potenziale carta da giocare per la formazione dell’esecutivo. Siamo quindi alle ipotesi, che mai come in queste ore si susseguono e confermano quanto la leader dei conservatori sia in un momento decisamente difficile. Dure le reazioni dello sfidante laburista Corbyn: “Basta austerity. Spazio a un governo che rappresenta tutti. Theresa May ha perso sostegno, ha perso seggi e ha perso voti, io credo sia abbastanza perché se ne vada”. I mercati. Il risultato elettorale sta facendo scivolare la sterlina che contro il dollaro si è portata a quota 1,2655, contro il livello di 1,2704 di ieri sera, subito dopo la pubblicazione dei primi exit poll. la borsa di Londra ha aperto in rialzo. Il primo Ftse 100 segna un +0,81% a 7.510 punti. I numeri: 46,9 milioni i cittadini britannici chiamati a esprimere la loro preferenza per la terza volta in tre anni: dopo il voto del 2015 e il referendum che ha decretato la Brexit nel 2016, i sudditi di sua maestà sono tornati alle urne in un clima di paura, dopo i recenti attacchi di Manchester e Londra ma l’affluenza alle urne è stata del 69%, la più alta dal 1997.
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