Sgombrata la strada per la Brexit. Dopo il voto della Camera dei Comuni ieri anche la Camera dei Lord ha approvato la legge che autorizza l'iter per l'uscita del Regno Unito dall'Unione europea. Licenziata senza emendamenti con 274 voti favorevoli e 118 contrari, la legge non deve più tornare alla Camera Bassa. Rimane solo il Royal Assent della Regina Elisabetta perchè il testo legislativo si perfezioni e la premier conservatrice britannica, Theresa May potrà avviare i negoziati con Bruxelles secondo l'art. 50 del Trattato di Lisbona. La legge votata nella tarda serata di ieri, riportata alla versione originale voluta dal governo dopo l'abrogazione di due emendamenti presentati dalla stessa Camera Alta e respinti dai Comuni, è stata varata dai Lord senza più apportare ulteriori modifiche. I Lord laburisti erano peraltro contrari ad un testo diverso da quello dell'esecutivo.
La Scozia però rimane sulle sue iniziali posizioni. Non era e non è d'accordo alla Brexit. La first minister scozzese Nicola Sturgeon ha manifestato ancora una volta l’intenzione di tornare a votare per l’indipendenza da Londra. E' suo proposito indire un altro referendum di secessione, il primo del 2014 non ha dato gli esiti sperati, che liberi la Scozia dalla spada di Damocle della Brexit e la faccia rimanere nell'Ue. La first di Edimburgo ha scelto una giornata ad effetto per il rilancio della campagna per l'indipendenza. Proprio ieri la leader dei nazionalisti dell'Snp ha annunciato che la settimana prossima al parlamento scozzese partirà l'iter per un nuovo referendum di scissione. Nicola Sturgeon rompendo gli indugi ha in qualche modo accellerato forse il voto della Camera dei Lord che dà il via libera ai negoziati europei per la Brexit. Sul Regno Unito aleggiano così due sfide promosse dalle battagliere premier alla guida dei governi di Londra ed Edimburgo, una per uscire e l'altra per restare nell'UE.
Il muro di intransigenza che secondo la Sturgeon, è stato eretto da Londra , può essere abbattuto soltanto tornando al voto referendario, "fra l'autunno del 2018 e la primavera del 2019" perchè i cittadini scozzesi possano liberamente ''decidere il proprio futuro''. Theresa May non ha perso l'occasione per definire la ''visione della Sturgeon '' profondamente incresciosa'' levando il dito sulla politica della rivale scozzese e sfidandola a governare con responsabilità il suo territorio.
Il via definitiva ai negoziati di Bruxelles, sempre dopo il consenso Reale vuol dire che entro due anni il processo di negoziazione potrebbe essere concluso. La data indicata dalle fonti governative britanniche per dare attuazione all'art. 50 del Trattato di Lisbona sarà l'ultima settimana di marzo che è comunque la scadenza decisa dalla premier May, nelle more cioè delle celebrazioni del Trattato di Roma, in ''rispettoso riguardo'', si dice, all'Ue.