Lotta alla tratta di esseri umani: progressi e difficoltà dell’Ue e i Paesi membri

Prima relazione della Commissione UE: Intensificare gli sforzi per una lotta piu' efficace contro la tratta

Bruxelles – La Commissione europea riferisce oggi sui progressi compiuti nella lotta alla tratta di esseri umani. La relazione presenta le tendenze e le sfide di questo fenomeno, esamina i risultati ottenuti e illustra le principali difficoltà che l'UE e i suoi Stati membri devono affrontare in via prioritaria. Nonostante i progressi realizzati, gli Stati membri devono intensificare gli sforzi per lottare efficacemente contro la tratta.

Dimitris Avramopoulos, Commissario europeo per la Migrazione, gli affari interni e la cittadinanza, ha dichiarato: "È inammissibile e imperdonabile, dal punto di vista morale e giuridico, che nell'Unione europea del ventunesimo secolo degli esseri umani siano comprati, venduti e sfruttati come merci. È nostro dovere personale, collettivo e legale fermare questa tratta. Per farlo, disponiamo già di un quadro legislativo robusto e di lunga portata. La nostra principale responsabilità è ora fare in modo che questo quadro sia pienamente attuato, affinché i colpevoli siano consegnati alla giustizia e le vittime siano adeguatamente protette e assistite. La relazione presentata oggi sarà un punto di riferimento che ci orienterà nello sviluppo del nostro quadro strategico".

Myria Vassiliadou, coordinatrice anti-tratta dell'UE, ha dichiarato: "L'adozione della direttiva anti-tratta nel 2011 ha impresso un forte slancio richiamando l'attenzione sulla scala del fenomeno nell'UE e sulla necessità di affrontarlo con una vasta gamma di strumenti, dal diritto penale alle misure preventive. Come mostrano chiaramente le tendenze e le sfide indicate in questa relazione, è tempo che gli Stati membri intensifichino i loro sforzi per attuare efficacemente la direttiva e adempiano gli obblighi che essa prescrive".

Nel biennio 2013-2014, secondo la relazione, 15 846 persone (donne, uomini, ragazze e ragazzi) sono state registrate come vittime della tratta nell'UE. Data la difficoltà di denunciare questo fenomeno, è probabile che il numero reale delle vittime sia nettamente superiore a quello registrato dalle autorità nazionali. La relazione rivela che la tratta a fini di sfruttamento sessuale continua a essere la fattispecie predominante (il 67% delle vittime registrate), seguita dalla tratta a fini di sfruttamento del lavoro (il 21% delle vittime registrate). Oltre i tre quarti delle vittime registrate erano donne (76%) e almeno il 15% erano minori.

Uno dei dati che registrano il maggiore aumento è il numero di minori vittime dei trafficanti di esseri umani. Si registra inoltre un incremento delle vittime con disabilità e di quelle di etnia Rom. La relazione mette in evidenza i collegamenti fra la tratta di esseri umani e altre forme di criminalità, e lo sfruttamento delle persone più vulnerabili nel contesto dell'attuale crisi migratoria, nonché l'aumento dell'uso di Internet e delle nuove tecnologie per reclutare le vittime.

Per affrontare i problemi principali nella lotta contro la tratta di esseri umani, gli Stati membri dell'UE devono attuare pienamente e correttamente la direttiva anti-tratta dell'UE, in modo da aumentare il numero di indagini e di azioni penali nei confronti dei responsabili, istituire meccanismi adeguati di rapida identificazione e protezione delle vittime e rafforzare le misure preventive.

La Commissione continuerà a impegnarsi per dare una risposta coordinata e coerente alla tratta di esseri umani. Entro la fine del 2016 la Commissione pubblicherà due relazioni che valuteranno il grado di conformità alla direttiva e la perseguibilità, nonché una strategia post-2016 per la lotta alla tratta di esseri umani. Nella sua riforma del sistema europeo comune di asilo, la Commissione considera prioritaria la protezione dei minori lungo le rotte migratorie, con particolare attenzione ai minori non accompagnati, molto vulnerabili rispetto alle mire dei trafficanti.

Contesto

La tratta di esseri umani è una violazione dei diritti fondamentali ed è esplicitamente vietata dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea. È inoltre elencata tra i reati di cui all'articolo 83 del trattato sul funzionamento dell'Unione europea.

La direttiva anti-tratta dell'UE, adottata nel 2011, ha introdotto un approccio incentrato sulle vittime, anche con una prospettiva di genere, che contempla misure in settori diversi come le disposizioni di diritto penale, il perseguimento dei responsabili, il sostegno alle vittime e i diritti delle vittime nei procedimenti penali, la prevenzione e il monitoraggio dell'attuazione.

Nella strategia dell'UE per l'eradicazione della tratta degli esseri umani 2012-2016, l'Unione stabilisce 40 misure concrete e pratiche contro la tratta, privilegiando la protezione e i diritti delle vittime.

I risultati della prima relazione sui progressi compiuti nella lotta alla tratta di esseri umani serviranno da base per una strategia anti-tratta per il periodo successivo al 2016, da pubblicare nel 2016.

Il coordinatore anti-tratta dell'UE ha il compito di migliorare il coordinamento e la coerenza tra le istituzioni dell'UE, le agenzie dell'UE, gli Stati membri e gli attori internazionali nello sviluppo delle politiche esistenti e nella definizione di nuove politiche dell'Unione contro la tratta.

Per ulteriori informazioni

Scheda informativa: Prima relazione della Commissione sui progressi compiuti nella lotta alla tratta di esseri umani

Relazione della Commissione sui progressi compiuti nella lotta alla tratta di esseri umani (2016)

Documento di lavoro dei servizi della Commissione:

Sito web della Commissione: Insieme contro la tratta di esseri umani

Stampa Articolo Stampa Articolo