Immagine: Il Papa ringrazia gli esponenti dell’Ue per il Premio
Vertici Ue e Capi di stato e di governo in Vaticano per l'udienza con Papa Francesco e poi per la cerimonia del conferimento al Pontefice del Premio Carlo Magno. All’incontro, avvenuto venerdì 6 maggio, sono intervenuti i presidenti del Parlamento europeo, Martin Schulz, della Commissione di Bruxelles, Jean-Claude Juncker, del Consiglio europeo, Donald Tusk, l'Alto rappresentante Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Federica Mogherini, il primo vicepresidente della Commissione Ue FransTimmermans, il presidente della Bce, Mario Draghi, e vari capi di Stato e di governo tra cui il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Insieme a loro, anche il re di Spagna Felipe VI, il granduca Enrico di Lussemburgo, la presidente della Lituania Dalia Grybauskaite.
“Il Papa – si legge nella motivazione del Premio, che fa esplicito riferimento agli interventi di Bergoglio durante la sua visita a Strasburgo del novembre 2014 – porta un messaggio di speranza all'Europa in un momento di crisi che ha messo in secondo piano "tutte le conquiste del processo di integrazione". Il Pontefice argentino, tra l'altro, di solito non accetta onorificenze, ma in questo caso ha voluto fare un'eccezione proprio per offrire il suo premio "all'Europa" e "alla pace". E ai suoi discorsi a Strasburgo – in cui denunciò i mali e l'invecchiamento di "nonna Europa" – si è richiamato con una nuova sollecitazione all'Ue a ritrovare "lo spirito dei fondatori".A consegnare l'attestato nelle mani del Pontefice, il presidente del comitato direttivo del Premio, JuergenLinden, e il sindaco di Aquisgrana Marcel Philipp.
Nel ringraziare per l’onorificenza, Papa Francesco ha lanciato un appello all’Europa affinché possa ritrovare la sua vocazione "all'apertura e alla solidarietà". "I progetti dei padri fondatori, araldi della pace e profeti dell'avvenire, non sono superati: ispirano, oggi più che mai, a costruire ponti e abbattere muri", ha detto il Pontefice. "Occorre aggiornare l'idea di Europa: più integrazione e dialogo. Questa trasfusione della memoria ci permette di ispirarci al passato per affrontare con coraggio il complesso quadro multipolare dei nostri giorni, accettando con determinazione la sfida di 'aggiornare' l'idea di Europa. Una Europa capace di dare alla luce un nuovo umanesimo basato su tre capacità: la capacità di integrare, la capacità di dialogare e la capacità di generare".Ha poi aggiunto: "Desidero ribadire la mia intenzione di offrire il prestigioso premio, di cui vengo onorato, per l'Europa: non compiamo infatti un gesto celebrativo; cogliamo piuttosto l'occasione per auspicare insieme uno slancio nuovo e coraggioso per questo amato Continente. La creatività, l'ingegno, la capacità di rialzarsi e di uscire dai propri limiti appartengono all'anima dell'Europa", ha affermato il Papa.
"Nel Parlamento europeo mi sono permesso di parlare di 'Europa nonna'. Dicevo agli eurodeputati che da diverse parti cresceva l'impressione generale di un'Europa stanca e invecchiata, non fertile e vitale, dove i grandi ideali che hanno ispirato l'Europa sembrano aver perso forza attrattiva; un'Europa decaduta che sembra abbia perso la sua capacità generatrice e creatrice", ha detto il Papa. "Un'Europa – ha proseguito – tentata di voler assicurare e dominare spazi più che generare processi di inclusione e trasformazione; un'Europa che si va 'trincerando' invece di privilegiare azioni che promuovano nuovi dinamismi nella società; dinamismi capaci di coinvolgere e mettere in movimento tutti gli attori sociali (gruppi e persone) nella ricerca di nuove soluzioni ai problemi attuali, che portino frutto diimportanti avvenimenti storici; un'Europa che lungi dal proteggere spazi si renda madre generatrice di processi".