Un venerdì rosso di sangue, che colpevolmente si ripete e mentre le grandi potenze ancora non decidono a Parigi si continua a morire. La Francia porge l'altra guancia al terrorismo e si scopre impotente, smarrita…….. e adesso cosa faranno? Ancora non lo hanno deciso ma una cosa è certa cambieranno metodo, bisogna adeguare la risposta che deve essere ferma e decisa.
Non servono le marce silenziose le condoglianze, bisogna agire senza proclami, loro non devono sapere da dove arriva la minaccia, la politica degli annunci delle dichiarazioni deve cessare, la NATO, l'Armata più grande ed organizzata del mondo non può essere derisa da una dozzina di fanatici.
Gli strumenti ci sono ma vengono utilizzati male e bisogna fare presto, l'aiuto della Russia di Putin è stato determinante e lo potrà essere ancora meglio se integrata in un sistema a guida ONU, che in questi cinque anni è stata colpevolmente assente.
Il programma ONU deve prevedere tre tappe: la risoluzione della questione siriana e quella curda a qualsiasi costo e subito, dopo investire forti somme sulla ricostruzione del paese ed infine permettere il graduale ritorno in patria al popolo siriano offrendo loro aiuti economici, queste devono essere le risposte al terrore.
L'azione ONU non si deve fermare, ma deve continuare in Libia e dove il terrorismo ha conquistato territorio, i francesi con l'eliminazione del rais Gheddafi avvenuta a Sirte il 20 ottobre 2011, hanno creato un vuoto di potere enorme e prodotto l'ingresso trionfale del terrorismo nel paese, con delle conseguenze che noi italiani stiamo pagando a caro prezzo. L'azione della Francia in Libia poi sostenuta da una coalizione e malvolentieri anche dall'Italia ancora presenta lati oscuri e non razionali.
Finito lo sfogo non ci resta che fare il nostro cordoglio alla Francia e in particolare ai familiari delle vittime innocenti, la redazione tutta è profondamente rattristata, non mi va di scrivere altro per non cadere nello stesso errore della politica internazionale.
Domenico Interdonato