Grecia, gli scenari possibili dopo la vittoria del no

Dalla risposta della Merkel alla crisi di liquidità, ecco cosa potrebbe accadere adesso

A poche ore dal risultato dello storico referendum che ha decretato la vittoria del no proviamo a decifrare gli scenari possibili, per la Grecia e per l’Europa. Partiamo dal premier greco.

Tsipras, in conferenza stampa, ha dichiarato che nelle prossime 48 ore volerà in Germania per trovare un accordo con i creditori, cercando di ammorbidire la posizione della Troika sulle pensioni e ottenere un impegno sui tempi e sui modi relativamente alla ristrutturazione del debito. Qualora dovesse riuscire l’impresa sarebbe epica.

 

Passiamo ai creditori, che posizione terranno adesso Bce, Ue e Fmi? Di certo non chiuderanno la porta a Tsipras ma non srotoleranno tappeti rossi, la Merkel stessa avrebbe già forti difficoltà a far passare nel suo parlamento il vecchio compromesso. Tutto torna in gioco quindi? Nien, nessuno dei due è pronto a fare un passo indietro, soprattutto Tsipras uscito vincitore dal voto. Il tempo è ancora clemente se è vero che fino al 20 luglio si può, e si dovrà, trovare un’intesa.

 

In realtà secondo gli analisti europei la situazione greca potrebbe precipitare anche prima, nelle casse delle banche elleniche non ci sono più soldi e senza liquidità mancherebbero anche le banconote da mettere nei bancomat.

La domanda a questo punto è se la Bce potrà ancora finanziare Atene, la risposta, quasi scontata, è sicuramente no anche perché il suo statuto le impedisce di finanziare uno Stato specie un programma con i creditori attivo e con poche speranze di intesa. Cosa accadrebbe, quindi, senza intesa e senza soldi?

 Difficile da dirsi ma senza alcun dubbio l’economia ellenica ne sta già patendo le conseguenze e i disastri sociali sono inimmaginabili, senza contare le probabili tensioni di piazza, la ressa verso i negozi dei generi di prima necessità e le farmacia, insomma uno stato quasi d’emergenza nel paese.

A quel punto sarebbe il governo a sancire l’uscita dall’euro iniziando a stampare una nuova valuta per cercare di calmare la situazione e non precipitare il paese nel caos. Valuta che molto probabilmente potrebbe essere la dracma o una divisa parallela che non metterebbe, quindi, definitivamente fuori corso l’euro ma che sarebbe vittima di una forte svalutazione. L’unico comparto che potrebbe trarne beneficio è il turismo ma il resto subirebbe come detto una forte contrazione.

L’Europa a quel punto potrebbe varare un piano di aiuto straordinario per non lasciare alla deriva Atene. 

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