CONGRESSO INTERNAZIONALE AJE-AEJ OTMAR LAHODYNSKY ELETTO PRESIDENTE

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[blue]Foto1 Otmar Lahodynsky nuovo presidente AJE
[blue]Foto2 Vera De Luca vpresidente AGE
Foto3 Giuseppe Jacobini componente AGE
Foto3 Luigi Cobisi tesoriere AGE-AJE[/blue]

Otmar Lahodynsky è il nuovo presidente internazionale dell’Association des Journalistes Européens. E’ stato eletto nel
corso del congresso-assemblea che si sono svolti in Austria, a Neusiedl am See, dal 16 al 19 ottobre.

Lahodynsky, che è presidente della sezione austriaca dell’AJE-AEJ, guiderà l’esecutivo nel biennio 2014-2016. Succede all’irlandese Eileen Dunne, che lascia l’incarico dopo essere stata confermata per un secondo mandato nel corso della cinquantesima assemblea, che due anni fa si svolse in Italia, ad Offida.

Segretario generale è stato confermato lo slovacco Tibor Macak.
Nell’esecutivo è stato confermato il tesoriere Luigi Cobisi. Per la sezione italiana, conferma anche per Vera De Luca nella commissione d’arbitrato. Il congresso si è aperto con la presentazione del Burgenland, la regione dove 25 anni fa, col “picnic paneuropeo”,si aprì un varco nella cortina di ferro tra Austria e Ungheria. Diversi i temi affrontati nelle due giornate congressuali.

Nel panel sulla libertà di stampa nei paesi europei si è sottolineato come disoccupazione o sottoccupazione tra giornalisti sia anche un pericolo per il pluralismo dell’informazione. Sono intervenuti Frane Maroevic per l’Osce e Barbara Trionfi dell’ International Press Institute di Vienna. Cobisi per la sezione italiana ha presentato il “metodo” dell’Osservatorio Ossigeno per l’informazione, diretto da Alberto Spampinato, che permette di individuare le situazioni che nei diversi paesi possono concretizzarsi in veri e propri attentati alla liberà di espressione.

Ampio il dibattito sui temi più attuali del processo d’integrazione europea, nel quale sono intervenuti Giuseppe Jacobini e Roberto Tumbarello. Il lettone Valdis Dombrowski, neo vicepresidente della Commissione Ue e commissario all’euro e al dialogo sociale, ha illustrato il programma della commissione Juncker con il piano di investimenti da 300 miliardi per recuperare il ritardo di questi anni di
crisi.

Dombrowski ha evidenziato la necessità di un più stretto coordinamento delle diverse direzioni generali dell’UE. Il parlamentare ungherese Matyas Firtl, della contigua regione Sopron, ha sottolineato il riannodato tessuto storico economico con il Burgenland nell’ottica europea. Questo rapporto ha portato all’odierna euroregione austro-ungherese. L’attuale Burgenland era parte del regno d’Ungheria cui un plebiscito lo sottrasse nel 1920 per unirsi, in maggioranza germanofono, con l’Austria. La maggiore città della zona Sopron rimase invece in territorio ungherese. La cortina di ferro poi aggravò la divisione. Ma ora siamo all’euroregione nell’ottica europea. Ed è stato questo lo spirito che ha fatto da filo conduttore ai lavori congressuali.
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