Un altro grande passo nella lotta ai tumori è stato compiuto dal team di ricerca dell’Università di Stanford coordinato da Ronald Levy, professore di oncologia e autore insieme a Idit Sagiv-Barfi dello studio pubblicato su Science Translational Medicine.
Dopo i risultati sorprendenti ottenuti dalla sperimentazione sui topi, è stata appena avviata una prima sperimentazione del vaccino anticancro su un gruppo di 15 pazienti affetto da linfoma, per vedere se l’approccio è efficace anche nell’uomo. Ma i ricercatori sono ottimisti. Gli scienziati americani hanno dimostrato su modello animale che l’iniezione di piccole quantità di due agenti immuno-stimolanti direttamente all’interno di un tumore solido, grazie all’attivazione dei linfociti T, sarebbe in grado di eliminare ogni traccia del tumore e anche delle metastasi a distanza e potrebbe servire come terapia per il cancro rapida e relativamente poco costosa. La tecnica si basa sull’azione sinergica di due agenti: l’oligonucleotideCpG, una breve sequenza di DNA, che amplifica l’espressione di un recettore attivante (l’OX40) sulla superficie delle cellule T. L’altro è un anticorpo che legandosi all’OX40, attiva le cellule T e le scatena contro le cellule tumorali. Poiché i due agenti vengono iniettati direttamente all’interno del tumore, vengono attivate solo le cellule T che si sono infiltrate. Nel trial sono stati coinvolti topi con linfoma e altri ingegnerizzati per sviluppare il cancro al seno. Su 90 animali del primo gruppo, 87 sono risultati completamente guariti, e 3 hanno presentato una recidiva, risolta dopo un secondo trattamento. Il ‘vaccino’ si è rivelato efficace anche nel caso del tumore al seno. E risultati analoghi sono stati ottenuti anche con il tumore del colon e il melanoma.
“Non penso ci sia un limite al tipo di tumore che possiamo potenzialmente trattare, purché sia stato infiltrato dal sistema immunitario. Questo approccio ignora la necessità di identificare i target immunitari specifici del tumore e non richiede l’attivazione generale di tutto il sistema immunitario o il ricorso a terapie personalizzate” ha spiegato Ronald Levy . Levy è un pioniere nel campo dell’immunoterapia del cancro. La ricerca nel suo laboratorio ha portato allo sviluppo del rituximab, uno dei primi anticorpi monoclonali approvati per l’uso come trattamento antitumorale negli esseri umani. Gli autori dello studio assicurano inoltre che questo approccio è del tutto privo degli effetti indesiderati osservati con altre forme di stimolazione di immunoterapia.
Nella foto: Roland Levy