Mappa dei giornalisti uccisi, rapiti e imprigionati
Nel 2014 sono stati uccisi in tutto il mondo 118 giornalisti tra i quali 52 operatori dei media. Il Pakistan e la Siria sono stati i Paesi più letali. E’ quanto riferisce la Federazione internazionale dei giornalisti (Fig).
Più di 13 giornalisti hanno trovato la morte perché colpiti dal fuoco incrociato in zone di conflitto, mentre altri 17 sono morti in missione a causa di incidenti o di catastrofi naturali. Il presidente della Fig, Jim Bounelha, ha rinnovato quindi l’invito ai governi a "rendere la protezione dei giornalisti una loro priorità".
I giornalisti sono "presi di mira non solo per limitare la libera circolazione delle informazioni, ma sempre più come leva per garantire enormi concessioni politiche attraverso la violenza pura", ha detto Boumelha aggiungendo che alcuni organi d’informazione hanno smesso di mandare inviati nelle zone di guerra e si limitano ad utilizzare materiale proveniente da liberi professionisti sul posto, avvertendo che la copertura della guerra sarà "più povera per mancanza di testimoni indipendenti".
Il Pakistan è il Paese più letale con 14 giornalisti uccisi, seguito da 12 morti in Siria e nove rispettivamente in Afghanistan e nei territori palestinesi.
Otto i giornalisti uccisi in Iraq e in Ucraina, mentre sono stati sei i morti in Honduras e cinque in Messico. Le cifre della Fig, che comprendono anche altro personale dei media, sono nettamente superiori a quelle indicate dal Comitato per la protezione dei giornalisti e da Reporter senza frontiere di una settimana fa.
Una mappa aggiornata segnala che durante il 2014 sono stati anche rapiti 119 giornalisti e altri 178 sono stati imprigionati.