Roma – Alle ore 12.30 è giunta la notizia dell’approvazione in Consiglio dei Ministri del nuovo pacchetto Sicurezza ed Immigrazione. I due decreti legge fortemente voluti dal vice premier Salvini su cui ha fondato l’intera campagna elettorale. Infatti, nella conferenza stampa tenutasi subito dopo si è mostrato orgoglioso e molto soddisfatto, felicità del resto espressa anche attraverso il suo profilo twitter con tanto di smile: “Consiglio dei Ministri approva all’unanimità! Sono felice.” L’unanimità mostrata dal CdM è stato il punto di forza di tutta la conferenza stampa, nella quale Salvini ha potuto confermare che questa è la direzione comune del governo gialloverde e “Un passo in avanti per rendere l’Italia più sicura.”
Il pacchetto Salvini riunisce due decreti che avevano fatto molto discutere negli ultimi mesi perché considerati per alcuni gravemente lesivi di molte garanzie costituzionali (di italiani e stranieri). Erano stati più volte modificati, rimescolati, reinterpretati, finché si è deciso di riunirli in un unico pacchetto perché, come chiosato dal Primo Ministro Conte “uniti da un unico filo conduttore e in fin dei conti ci siamo accorti che erano la stessa materia”. In fin dei conti, unire più d.l. ponendovi sopra la fiducia o semplicemente mettendo insieme alcuni argomenti positivi e altri negativi per i partiti di opposizione è ormai una pratica super inflazionata nei governi italiani. Non stupisce affatto quindi questa decisione. Però il ministro degli interni Salvini prosegue riconoscendo il valore del proprio pacchetto poiché promosso “per combattere con più forza mafiosi e scafisti, per ridurre i costi di un’immigrazione esagerata, per espellere più velocemente delinquenti e finti profughi, per togliere la cittadinanza ai terroristi, per dare più poteri alle Forze dell’Ordine. Dalle parole ai fatti, io vado avanti!” Quest’ultimo, il suo slogan, è stato più volte ripetuto dal Salvini in conferenza stampa per sottolineare la sua opera di cambiamento “da una situazione di disordine a una di ordine”. Dopo una breve disamina dei punti salienti del Pacchetto, Salvini ha infatti risposto serenamente alle varie domande proposte dai giornalisti indicando con orgoglio il punto di svolta non solo di questo superdecreto ma di tutto il suo governo da maggio ad oggi.
“Gli sbarchi sono diminuiti (da 40.000 a 7.000 nel periodo giugno-settembre 2017-2018), le domande di asilo sono diminuite, le richieste di accoglienza sono diminuite, i due terzi delle domande di asilo sono stati denegati” ha tuonato, dati del Viminale aggiornati al secondo, Salvini.
Il raffronto con l’anno passato è alquanto impietoso e tutto il merito sembra dirigersi verso questo nuovo Ministro degli interni che passa “dalle parole ai fatti”.
Si potrebbe obiettare che gli sbarchi siano effettivamente diminuiti per gli accordi fatti con il governo criminale libico, lo stop degli aiuti in mare (con un aumento vertiginoso e non citato dal Ministro dei morti in mare) e la criminalizzazione della solidarietà. Si potrebbe anche far notare che meno sbarchi corrispondono per forza di cose a meno domande di asilo, questo è matematico, e che la diminuzione dell’accoglienza corrisponde a più persone in giro per le strade, quindi non maggior sicurezza. Si potrebbe anche sottolineare che dati alla mano dei due terzi dei denegati, più del 60% riceve una forma di protezione (anche internazionale) in tribunale.
Ma questi sono i soliti discorsi salviniani fatti di sorrisi e populismo dilagante. In fin dei conti questo vuole sentirsi dire l’italiano medio: “Prima gli italiani! Basta con questi immigrati”.
Certo, qualcuno potrebbe anche obiettare che prendersela con i più deboli (gli immigrati) facendo la voce grossa, perché maltrattati e trattati come ultimo tassello della comunità dall’Unione Europea, potrebbe essere un comportamento da ipocriti e un minimo infantile (il ragazzo che viene bullizzato e per completare il circolo della vendetta bullizza a sua volta qualcuno che è più debole di lui, per paura di affrontare il vero bullo).
Ma tralasciando questi discorsi che in parte sono fini a se stessi, caro italiano, analizziamo questo bel pacchetto sicurezza.
Partiamo dal lato che meno ci riguarda, gli immigrati.
Per prima cosa, la protezione umanitaria è oggettivizzata. Ciò significa che adesso ci sono 6 ipotesi e “un minimo di discrezionalità per il sindaco, per il singolo, ma giusto l’indispensabile eh” come riassunto da Salvini. Tra queste rientrano le ipotesi di tratta di esseri umani, che in teoria fa parte della protezione internazionale. Forse una svista. Anche gli alti valori civili dimostrati sono una delle fattispecie contemplate, una definizione non troppo felice e neanche molto chiara.
I richiedenti asilo potranno essere rinchiusi nei CPR (delle carceri) fino a 60 giorni (prorogabili di altri 30), rispetto ai 30 giorni previsti dal precedente governo. In più possono essere revocati lo status di richiedente asilo e di cittadino (diritto inviolabile) in alcuni casi di reati minori e di sospetto di terrorismo, ed è previsto il DASPO urbano (dinamiche non ancora chiare).
Inoltre, potranno andare negli SPRAR soltanto i titolari di protezione internazionale e i minori, con un risparmio di circa “1 miliardo e mezzo di euro di quei famosi 35 euro al giorno per migrante”. Altro slogan stupendo e inflazionato, ma all’italiano piacciono sempre gli evergreen. Questi soldi risparmiati verranno poi “reinvestiti in sicurezza”.
Ne abbiamo bisogno di maggiore sicurezza ed infatti per tutti quanti i cittadini italiani sono poi previste alcune novità: nuove procedure per il rilascio dei furgoni e un aumento di pena per gli occupanti abusivi di edifici e terreni.
Questo finora è ciò che è trapelato.
Nel mentre, il governo ha approvato a inizio settembre una maggiore liberalizzazione delle armi da fuoco e a breve inizieranno le sperimentazioni delle pistole taser da parte della polizia verso chi non è armato.
Il tutto fomentato dalla lotta al terrorismo internazionale, dal quale dobbiamo proteggerci ad ogni costo. Quindi al diavolo i diritti degli altri esseri umani più indifesi e bisognosi, chissenefrega dell’accoglienza, che ci pensi il loro paese (con Nigeria e Tunisia per l’appunto il Ministro ha espresso la volontà di stringere degli accordi non ancora definiti), l’Italia agli Italiani!
Tutto troppo giusto e molto enfatico! Un pensiero però balena: e se anche gli altri paesi dell’Europa la pensassero a questo modo, ma nei confronti dell’Italia?