Papa Francesco teme una guerra nucleare

Il Pontefice distribuisce ai giornalisti sul volo verso Santiago una scioccante foto di Nagasaki ''scattata nel 1945 che commuove più di mille parole''

Roma – Papa Francesco esprime profonda preoccupazione per una guerra nucleare. Lo manifesta durante il volo verso il Cile. Il Pontefice ai giornalisti che lo accompagnano lungo il viaggio nel Paese latino americano, prima tappa che precede la visita in Perù, ha distribuito un'immagine forte e ed emblematica scattata a Nagasaki dopo lo scoppio della bomba atomica.  ''Il frutto della guerra'' dichiara Francesco ""porgendo ai reporter una foto trovata per caso, di un bambino che porta sulle spalle il fratellino morto ai forni crematori  ''scattata nel 1945 che commuove più di mille parole''.
'' Ho molta paura, basta un incidente.Non si può far precipitare la situazione. Siamo al limite. Dobbiamo distruggere gli armamenti nucleari'' ha detto il Papa salutando uno ad uno i cronisti che con lui sono partiti  stamattina da Fiumicino con il volo delle 8,55 con arrivo previsto a Santiago alle 20,10 ora locale ( 00,10 in Italia).  

 ''Nel momento in cui lascio Roma per recarmi in Cile e Perù per sostenere la missione della Chiesa locale e portare un messaggio di speranza, mi è caro rivolgere a lei, signor presidente, il mio deferente saluto, che accompagno con fervidi auspici per il benessere spirituale, civile e sociale del popolo italiana, cui invio volentieri la benedizione apostolica'' scrive Papa Francesco in un telegramma di stamane al presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Come di consueto prima di un viaggio apostolico intorno al mondo anche in questa occasione vi è stato uno scambio di messaggi tra il Papa e il Capo dello Stato che a sua volte risponde: ''L`Italia e la comunità internazionale, sono consapevoli del profondo significato di speranza di questa sua visita apostolica in due Paesi profondamente influenzati da antiche culture e dalle radici popolari che ne animano la tradizione cattolica . La sua presenza costituirà per il Cile e il Perù – continua il presidente Mattarella – la più alta testimonianza dell’attenzione della Chiesa per la costruzione di società più eque e giuste. Con questo auspicio, santità, rinnovo le espressioni della profonda e sincera stima del popolo italiano e mia personale''.

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