La Cei invita alla veglia di preghiera per ricordare i cristiani perseguitati

Il raccoglimento religioso sabato 23 e domenica 24 maggio in seguito all’appello lanciato da Papa Francesco nell’incontro con la commissione internazionale anglicana-cattolica

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La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) ha invitato tutte le comunità cristiane a raccogliersi in preghiera durante la prossima veglia di Pentecoste di sabato 23 maggio e durante le celebrazioni eucaristiche del giorno successivo, per ricordare i cristiani perseguitati.

Al riguardo la CEI ha diffuso la seguente nota: “Esiste un legame forte che già ci unisce, al di là di ogni divisione: è la testimonianza dei cristiani, appartenenti a Chiese e tradizioni diverse, vittime di persecuzioni e violenze solo a causa della fede che professano». Con queste parole il Santo Padre ha ricevuto i membri della Commissione internazionale anglicana-cattolica (30 aprile 2015). Si tratta solo dell’ultimo intervento del Papa in ordine alla tragedia di tanti cristiani e di tante persone i cui diritti fondamentali alla vita e alla libertà religiosa vengono sistematicamente violati”.

“Questa situazione – prosegue la nota – ci interroga profondamente e deve spingerci ad unirci, in Italia e nel mondo, in un grande gesto di preghiera a Dio e di vicinanza con questi nostri fratelli e sorelle. Imploriamo il Signore, inchiniamoci davanti al martirio di persone innocenti, rompiamo il muro dell’indifferenza e del cinismo, lontano da ogni strumentalizzazione ideologica o confessionale”.

“Da qui la proposta di dedicare, in Italia e in tutte le comunità del mondo che vorranno aderire, la prossima Veglia di Pentecoste, sabato 23 maggio, ai martiri nostri contemporanei. A questo scopo si sta inoltre lavorando ad un progetto di diffusione – attraverso i social media – di testimonianze e storie, dai diversi paesi: racconti di fede e di amore estremo, eventi di condivisione, fatti di carità. Sono moltissimi i cristiani e gli uomini di ogni confessione capaci di testimoniare l’amore a prezzo della vita. Tale testimonianza non può passare sotto silenzio perché costituisce per tutti una ragione di incoraggiamento al bene e di resistenza al male”.

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