“Se vuoi costruire una barca, non radunare uomini per tagliare legna, dividere i compiti e impartire ordini, ma insegna loro la nostalgia per il mare vasto e infinito”. (Antoine de Saint- Exupery)
L’avventura, la chimera di tesori magnifici da raggiungere, la smania di scoprire nuovi mondi. Sono i motivi che fin dall’antichità hanno indotto l’uomo ad andar per mare. Navigare rappresenta il viaggio per antonomasia, ricco di promesse ma anche di pericoli mortali. Le storie che celebrano il mare e la sua potenza sono raccolte nel volume Atlante delle Fortune di Mare, di Cyril Hofstein edito da l’Ippocampo,con le belle illustrazioni di karin Doering Froger (19.90€). Sulle rotte dei mari del sud, o nelle acque gelide delle coste a nord del Baltico, la bussola che indica la rotta da seguire è il desiderio di superare i propri limiti, in una strenua lotta contro le forze della natura. E’ la storia che si ripete e troviamo narrata in tante opere della letteratura di tutti i tempi: dall’Odissea,dove il mare è emblema del viaggio della vita, ai romanzi di avventura di J. Verne, a il Vecchio e il Mare, di E.Hemingway, a Moby Dick, di H. Melville, solo per citarne alcune. Il mare governa le sorti degli uomini che osano sfidare la sua potenza e dona ad ogni impresa un afflato epico.
Spesso i sogni di comandanti, marinai e nostromi affondano tragicamente con le loro navi, non lasciando traccia. Quella brezza leggera che aveva gonfiato le vele e i cuori di speranza lascia il posto alla collera violenta delle onde. Gli scafi si infrangono sugli scogli, i marinai abbandonano le navi lottando per la sopravvivenza. Eventi drammatici che rientrano in quelle “fortune di mare” che nella pratica marittima e assicurativa, non indicano buona sorte o ricchezza, al contrario si riferiscono ai rischi della navigazione e a accadimenti causati da fatti fortuiti o da forza maggiore che possono provocare la perdita di corpo e beni . Le storie di mare sono ricchissime di tali accadimenti, come quella dell’Olandese Volante, il cui comandante è condannatoy, da una maledizione eterna, a navigare con il suo vascello fino alla notte dei tempi, sospinto da venti di tempesta. O dei marinai del brigantino Grampus, costretti al cannibalismo,o dell’impetuoso Jean D’Estrées che dal ponte della nave ammiraglia Terrible pagherà a caro prezzo la sua ostinazione.
Nella cartografia dell’Atlante delle fortune di mare, riecheggiano come da una conchiglia i colpi di cannone sparati dai ventri gonfi delle navi della guerra di Secessione, le grida dei marinai a bordo della Sémillante sbattuta dal maestrale al largo della Sardegna, l’urlo della tempesta che spinge i naufraghi in isole lontane. I Segreti del tesoro del Nuestras Senora de las Maravillas sommerso nella profondità degli abissi, dell’ equipaggio misteriosamente scomparso del Mary Celeste, di galeoni affondati ancor prima di prendere il largo. Fatti che sfumano nella “leggenda nera degli oceani” alimentata dalle superstizioni dei marinai e dai i loro racconti, narrati a bassa voce, la sera, nei porti di ogni angolo del mondo.