“LA VITA ATTESA” di Gino Pitaro

Albori degli anni ’90, in una Tropea assolata ed estiva. Gianni e Federico sono appena maggiorenni e vivono nella cittadina tirrenica, presa d'assalto dal viavai dei turisti.

Ho viaggiato parecchio durante il corso della mia vita e questo mi ha permesso di conoscere tante persone.

Alcune sono state come comete che, seppure per un breve momento, hanno illuminato il mio percorso, altre dei fari luminosi mi hanno accompagnato e continuano a farlo ancora oggi… Altri, come Gino Pitaro, che passano trasversalmente sulla mia strada, ma ci restano a lungo, legati da quel filo invisibile che va al di là della presenza fisica, da quell’unione così profonda che è la passione comune, l’arte di saper amare il pensiero e di coccolare gli altri con le parole.

È questo che fa Gino Pitaro con i suoi scritti; coccola il lettore e lo esalta rendendolo parte stessa della narrazione, vibrante presenza del romanzo.

Di seguito una breve intervista in occasione dell’uscita del suo quarto romanzo.

 

 

Nuovo libro, nuova storia. Eppure un po' di Gino vi è in tutti i personaggi dei tuoi romanzi. Cosa porti di te in questa avventura?

‘La Vita Attesa’, il mio nuovo romanzo per Golem Edizioni ha avuto tanti percorsi, come accade spesso in realtà per tutto: quello della prima stesura, abbastanza rapido perché ero nel flusso creativo, poi quello della proposta, finché è approdato in Golem, quindi adesso ha iniziato a navigare tra i lettori e nelle librerie, dov’è trovabile oppure ordinabile, oltre che nei vari store. C’è in ogni protagonista un po’ di Gino, anche se non è autobiografico, ma narro di cose che conosco bene, che hanno interagito con la mia esistenza o che ho osservato.

 

 

 A quale personaggio sei più legato e perché?

Il romanzo è la storia di un’amicizia, quella di Gianni universitario che poi parte all’estero e quella di Federico che sceglie la carriera in polizia, ma è anche lo specchio di un’epoca, quella degli anni ‘90. Gli eventi della vita, gli amori e accadimenti anche criminali li allontanano, ma esiste pure un mistero che biforca marcatamente le loro esistenze, fino all’inaspettato finale. Se ti devo dire la verità, la cosa a cui sono più legato del libro è il tratteggio dell’essenza di quegli anni, che invece spesso altrove fanno solo da sfondo. Le vicende, i modi di pensare e di dire rispecchiano la specificità di quel decennio, anche se parlare per decadi in sé è una convenzione, che a sua volta richiama un immaginario specifico. La narrativa spesso su quel periodo ha creato personaggi che potevano essere ambientati prima o dopo, con la sovrapposizione dei vari accadimenti, soprattutto Tangentopoli. Io ho voluto creare personaggi di quel periodo, che prima o dopo sarebbero stati fuori fase, ma al contempo scrivere un romanzo che abbia da dire a tutti, transgenerazionale. Almeno così è nelle mie intenzioni, ma l’ultima parola è sempre dei lettori, anche se i primi riscontri sono buoni.

 

 

Ci dai una chicca sulla trama?

È un romanzo molto variegato da un punto di vista geografico. Oltre alla Calabria e a Tropea in particolare, le vicende si snodano a Cremona, Piacenza, Torino, Roma, Milano, Bari e nel Salento. Per l’estero in Germania a Colonia, Kiel, Lindlar e Berghausen, e c’è anche un po’ di Dublino e Dubrovnik. Non è stata la voglia di internazionalizzare il mio romanzo, ma semplicemente i protagonisti vivendo negli anni ’90 sono mobili per definizione. Io ho seguito solo loro, altrimenti non mi sarei mosso di un millimetro. Il crollo della politica imbalsamata da decenni, ma soprattutto l’abbattimento del muro di Berlino determina la caduta del vero muro interno all’Europa, quello tra Irlanda e Regno Unito: l’Irlanda diventa quindi simbolo della nuova gioventù europea benedetta dal coinvolgente e suadente sound degli U2, dal travolgente tecnopop dei Depeche Mode e per chi non ha perso di vista l’America dal rock epico dei Guns’N Roses. Nascono nuovi conflitti, ridefinizioni di ogni genere, che determinano entusiasmi, voglia di fare, ma anche paure e fobie. Inizia un mutamento tecnologico e informatico che provocherà conseguenze in tutti gli ambiti, anche nel modo di condurre le indagini. I campi di concentramento non sono memoria del passato ma a mezzora di volo da casa, nella ex-jugoslavia. Il romanzo non si interseca però con un’altra importante realtà: i fenomeni delle vere o presunte apparizioni mariane si intensificano in tutto il mondo, peraltro è un’epifania ancora in corso, determinando lo spostamento o il coinvolgimento di milioni di persone di ogni razza, tendenza e lingua. È un dato di fatto preso nella sua essenza numerica e culturale, al di là delle credenze di ognuno. Del resto non dimentichiamo che il gigante di quegli anni è Papa Giovanni Paolo II, un pontefice apostolo e pellegrino. Sarebbe terribilmente ingenuo credere che abbia avuto un’influenza relativa al solo mondo cattolico.

 

 

Ogni scrittore ha una “Musa” ispiratrice, qual è la tua?

Il mare, che in francese è al femminile.

 

 

Hai già in cantiere un nuovo progetto?

Prendo appunti per un nuovo romanzo e un saggio, ma adesso questo romanzo vuole essere accudito.

 

 

Raccontaci qualcosa di te

Scrivo libri con buoni riscontri, curo editing, mi farebbe piacere che qualcuno mi offrisse la direzione di una collana o una più stretta collaborazione, ma fino adesso non è accaduto. Sono stato un ragazzo sandwich per le campagne pubblicitarie, uno di quei tizi che va in giro con i cartelli inforcati sulle spalle, poi ho fatto il cameriere, l’operaio, il receptionist, e per anni sono stato un efficientissimo impiegato per aziende private. Come impiegato i miei capi volevano che facessi carriera, ma amavo stare tranquillo, nel senso che in certi ambiti, per quanto belli e stimolanti, non desideravo determinati tipi di responsabilità. Almeno non in quei periodi. ‘La Vita Attesa’ è la mia quarta pubblicazione. Quando ho conosciuto Giancarlo Caselli, l’editore, la prima cosa che ho pensato, dato che lui, psicologo, prima lavorava nell’ambito delle risorse umane in una grande azienda, è che io nei miei più importanti impieghi precedenti fui assunto da presone che svolgevano la sua funzione e avevano la sua formazione. È stato quasi come un incontro tra persone che si erano già conosciute. Amo il mare, la natura, l’arte, la musica – c’è tanta musica nel romanzo -, la letteratura – è ovvio – e lo sport.

 

SCHEDA DEL ROMANZO

LA VITA ATTESA

di Gino Pitaro

(Golem Edizioni, 2019)

 

 

Albori degli anni ’90, in una Tropea assolata ed estiva. Gianni e Federico sono appena maggiorenni e vivono nella cittadina tirrenica, presa d'assalto dal viavai dei turisti. Un luogo che per loro è visto attraverso gli occhi di chi vi abita, quelli del quotidiano, dall’infanzia fino all’inizio della maturità. L’ultimo decennio del secolo scorso rappresenta il fulcro del loro difficile percorso di crescita, dove fanno da sfondo i grandi avvenimenti nello scenario italiano e internazionale (Tangentopoli, attentati, guerra nella ex Jugoslavia e in Ruanda). Le strade dei due amici divergono, amori e scelte differenti li allontanano. Tra loro si insinua, crescendo sempre più, un mistero che invade silenzioso lo spazio della loro esistenza, come accade che nella vita le cose non spiegate e coperte di reticenza diventino delle presenze ingombranti. Gianni segue la via accademica, partendo poi all’estero, mentre Federico quella della carriera in polizia. I loro destini però inaspettatamente finiranno per incontrarsi di nuovo. Vita criminale, personaggi fuori dalle righe, mutamenti inaspettati condurranno entrambi su un comune binario, per un breve tratto.

Il finale scioglierà ogni nodo del presente e aprirà nuove porte al futuro.

Passammo in rassegna le foto come si fa con quei libretti che a un angolo li si sfrega con il dito e offrono l’illusione di un’animazione. Oh, non se ne trovava una decente! […] Avevamo vinto però, perché sperimentando ci eravamo messi in gioco. Non si perde mai nella vita, se si vuole. O si vince o si impara. E si apprende sempre, anche se nel successo per certi versi è più difficile. È forse questa la discrasia che cominciava ad emergere. La necessità di considerarsi competenti, sempre e comunque, quando il mondo dei grandi, nel quale facevamo timidamente ingresso, invece cantava il contrario nonostante i proclami e i riguardi per le apparenze. Di certo, un universo molto meno curato dei dischi che ascoltavamo.

 

Data di uscita: 3 ottobre 2019

 

ISBN-13: 978-8885785168

 

Genere: narrativa italiana, romanzo, mistery, thriller.

 

Collana: Mondo

 

Lingua: Italiano

 

 

Note biografiche:

""Gino Pitaro, nel suo percorso svolge varie attività, tra cui quella di redattore editor e documentarista indipendente.

Nel 2011 esce I giorni dei giovani leoni (Arduino Sacco Editore), che ottiene buoni riscontri di critica e diviene una delle opere underground più lette nel 2012. Babelfish – racconti dall’Era dell’Acquario (Edizioni Ensemble, 2013) è il secondo libro, con il quale vince il Premio Letterario Nazionale di Calabria e Basilicata III ediz. (sez. narrativa edita), il premio speciale “antologia” al Concorso Letterario Caterina Martinelli II ediz., il premio giuria 'Città di Parole' III edizione – con il patrocinio della Città di Firenze, dell'AICS (sezione cultura) e dell'Associazione Artecinema Rive Gauche -, il riconoscimento Libri di Morfeo, città di Siracusa I ediz. (4° posto).

Babelfish inoltre ha ricevuto una segnalazione al concorso letterario 'Percorsi letterari dalle Cinque Terre al Golfo dei Poeti'.

Benzine è il romanzo pubblicato a fine 2015, che consegue apprezzamenti di critica e di lettori ancora maggiori rispetto alle prove precedenti. Con questa opera vince il ‘Premio Colli Aniene’ relativo al Concorso Letterario Caterina Martinelli IV ediz. e il ‘Premio Speciale della Giuria’ del Concorso Internazionale Scriviamo Insieme – VI edizione.

La Vita Attesa (Golem Edizioni, 2019) è un romanzo scorrevole e al contempo ambizioso, un amarcord dal vago gusto felliniano, di singolare forza e contemporaneità. È il primo libro dell'autore distribuito e promosso da Messaggerie Libri.

L'autore vive in provincia di Roma.

 

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