Viterbo: alla festa di Santa Rosa pubblico in visibilio per “Gloria”

Grande emozione per la macchina di Santa Rosa che ha sfilato per le strade gremite della città dei Papi

Ancora una volta,  la macchina di Santa Rosa ha suscitato grandi emozioni  fra i viterbesi: con i suoi  51,44 quintali di peso per 28 metri d’altezza la magnifica torre sfolgorante, "Gloria", creata dall architetto Raffaele Ascenzi   e portata a spalla  da una squadra di circa  200 facchini del sodalizio presieduto da Massimo Mecarini ,  ha  squarciato il buio delle strade del centro,  salutata dalle grida festose dei cittadini.  Una tradizione che si perde nella notte dei tempi quando nel 1285 il corpo della Santa fu traslato dalla chiesa di Santa Maria in Poggio alla chiesa di Santa Maria delle Rose, santuario  che porta il nome della “santa bambina” morta a diciott’anni. La Macchina  ha per i viterbesi  un valore simbolico: nasce nel XVII secolo come una macchina di trasporto a spalla sulla cui sommità era posta l’immagine di Rosa, che si innalza sopra i tetti e le mura di Viterbo in segno di protezione . Per la sua straordinaria bellezza e’ stata riconosciuta dall'Unesco patrimonio immateriale dell'umanità, appartenente alla rete delle Gramas, le grandi macchine a spalla italiane che comprendono, oltre alla Macchina di Santa Rosa, i gigli di Nola, la Varia di Palmi e la Faradda di li candareri di Sassari. 

La notte di Rosa è iniziata alle 21,39: prima la benedizione che i facchini ricevono ogni anno come una specie di estrema unzione per il pericolo di vita che corrono; poi il «Sollevate e fermi», il  comando del capofacchino Sandro Rossi con cui l’esercito bianco prende in spalla la Macchina. Fiato sospeso per pochi secondi, finché al grido di «Facchini di Santa Rosa: avanti!», «Gloria» comincia a camminare. La piccola santa sembra  scivolare sui tetti  sfiorando i palazzi  In alcuni punti le vie sono talmente strette da costringere i Facchini che si trovano all'estremità a infilare la testa all'interno, per poi tirarla di nuovo fuori quando lo spazio lo consente. Durante il trasporto il peso va e viene seguendo il loro passo: il momento in cui arriva si chiama "accollata", molto impegnativa, motivo per cui per entrare nella squadra occorre essere in grado di portare una cassetta da 150 chili sulle spalle per 90 metri.

A piazza del Plebiscito, la Macchina ha piroettato su se stessa: è la «girata» in onore degli ex facchini morti nel 2019. L’altra girata, a fine tragitto, in piazza del Teatro, era dedicata al regista Franco Zeffirelli – che nel 2009 aveva presentato un bozzetto con la sua idea di Macchina di Santa Rosa – e a Norveo Fedeli, il negoziante viterbese ucciso il 3 maggio nel suo negozio . Alle  23,43 Santa Rosa è  tornata  flutttuando al suo Santuario, tra gli abbracci  e il giubilo dei protagonisti dell'ennesima grande impresa .

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