Tra Parigi e Palermo l’amore per la letteratura e la storia di un’ amicizia in “Grazie per la Traduzione”

Il carteggio tra Leonardo Sciascia e  Mario Fusco, dal 1965 al 1989, nel volume di Giovanna Lombardo edito da Leo S. Olschki

Un’amicizia profonda unita all'amore per la letteratura. “Grazie per la traduzione. Leonardo Sciascia e Mario Fusco lettere 1965- 1989” di Giovanna Lombardo, Ed. Leo S. Olschki – € 18,00)  è il racconto, attraverso il carteggio  inedito tra Leonardo Sciascia e  Mario Fusco ( amico e traduttore in Francia delle opere di Sciascia insieme a Claude Ambroise) di un legame fatto di collaborazione e stima, di  interessi comuni, di amore per i libri, di curiosità per tutti quei fermenti culturali del tempo che durera’per quasi 25 anni, fino alla morte dello scrittore di Racalmuto.

Il carteggio si compone di 44 tre lettere  e biglietti  di Mario  Fusco  a  Sciascia e 17 tra lettere e biglietti di Leonardo Sciascia a Fusco, nelle quali il giovane traduttore Fusco rivolge domande allo scrittore riguardo a specifici problemi di natura linguistica o di fatti culturali, per poi continuare nel tempo, con le richieste, le  proposte e i suggerimenti di libri da tradurre rispettivamente in Italia e in Francia.  

La passione per la letteratura traspare in tutte le lettere dei due interlocutori, tracciando un asse culturale di cui Palermo e Parigi diventano i due poli estremi, così apparentemente lontane, con i loro colori e realtà,  ma unite dalla letteratura e dalla ricerca,  dall’analisi e comprensione universale dell’uomo.

Cio’ che ne viene fuori è una storia a due voci, narrata con stili e registri diversi: più evocativo  e ricco di spunti, divagazioni e riflessioni quello di Fusco, più essenziale e conciso, ma sempre benevolo e aperto quello di Sciascia. Una storia ricca di riferimenti al mondo dell’editoria d’oltralpe e italiana, a progetti continui che coinvolgono una fitta rete di amicizie e conoscenze che ruotano  a Parigi intorno a Sciascia, da Claude Ambroise a Dominique Fernandez, Jean Noel Schifano, Hector Bianciotti o Ferdinando Scianna, ai rapporti con gli intellettuali e con i grandi scrittori del tempo: ”Vorrei sapere come tu, Calvino, Moravia (se riesco a pescarlo) Manganelli (idem) vedete l’evoluzione della letteratura di quest’ultimo ventennio, le cose buone, i fallimenti, i nomi dimenticati o trascurati, quelli che sono stati rimessi in luce, ecc…” (M. Fusco, lettera del 20 giugno 1980).  La lettura dell’epistolario diventa una interessante, ricca scoperta di un capitolo inedito della vita dello scrittore siciliano, dal quale emerge sempre in modo vivo, l' interesse e la  curiosità per una cultura universale, che travalica i confini della sua Sicilia.

“Caro Fusco, mi piacerebbe che l’edizione francese uscisse con una mia noticina…”  scrive Sciascia in una lettera del 69:  nella  famosa nota  riportata ad interim dalla curatrice Giovanna Lombardo, Sciascia contraddice una certa critica che vedeva  “il Quarantotto”, come frutto “dell’albero del  Gattopardo”, prima di tutto per motivi cronologici, in quanto la pubblicazione del  racconto in Italia era stata precedente a quella del romanzo lampedusiano.  “Aggiungo che, se il mio racconto è frutto di qualche albero, quest’albero è quello delle cronache di Mazara del Vallo, in provincia di Trapani”.

Ma cio’che maggiormente colpisce nella accurata ricostruzione cronologica delle lettere di Giovanna Lombardo  e’ quel particolare sguardo analitico da parte del “lettore privilegiato” Fusco  nei confronti  delle opere  di Sciascia, capace di  mettere in  luce quei  tratti essenziali della sua scrittura:  “dall’atteggiamento illuministico di rigore analitico e comprensione serena degli uomini e delle cose” (a proposito di “Una candela al Santo, una Al Serpente” lettera del  4 ottobre 1965) allo “Sguardo lucido e lezione civile e morale” (a proposito di  “A ciascuno il suo”, lettera del 14aprile 1966) dalla “tensione che si risolve in una meditazione pacata” (a proposito di “La Scomparsa di Majorana”,  lettera del 1° gennaio  1976) ad  “un vibrato  che sebbene controllatissimo, non puo’ lasciare indifferenti” (a proposito di “Il Cavaliere e la morte”, lettera del 1989) . Emerge sempre di più, man mano che le lettere di Fusco aumentano quasi a  fare da contrappunto al silenzio di Sciascia (forse dovuto agli impegni politici, o  ai viaggi a Milano per la malattia)  la ricerca dell’amico di sempre, che ritrova nell’ultima affettuosa risposta di  Sciascia dopo tanto tempo,  datata 24 gennaio 1989. Nella lettera, dopo la firma, con una domanda, lo  spirito curioso e  la passione per la letteratura  dello scrittore siciliano affiora  per l’ultima volta: “E’ uscito un altro volume delle lettere di Voltaire? … E gli album? Ce n’è uno nuovo?"

 

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