L’Expo 2019 come “Caravanserraglio” tra Oriente ed Occidente

La fiera internazionale di Pechino ulteriore tappa del quanto mai necessario dialogo fra Europa e Cina, esempio di riconoscimento culturale reciproco e di equilibrio fra microcosmo e macrocosmo.

Il 29 di aprile avrà ufficialmente inizio l’Expo 2019 che quest’anno sarà allestita a Pechino ed interamente dedicata al mondo dell’orticoltura. Nell’attuale era globalizzata che viviamo e che stiamo attraversando, ancora con tutti i suoi pregi e difetti, l’era di Internet e delle distanze geografiche e culturali, un tempo apparentemente insormontabili, ma oggi quanto mai accorciate e ridimensionate, mi torna alla memoria una bella e suggestiva canzone del 2005 ""della cantautrice georgiana naturalizzata britannica Katie Melua, “Nine Million Bicycles”, non soltanto per la prima strofa, che fa riferimento alla città di Pechino, ma soprattutto per il suo contenuto, poetico e romantico : il suo confronto fra il microcosmo e il macrocosmo, fra ciò che è limitato e ciò che è infinito, lo trovo molto profondo, un’idea fonte d’ispirazione che, al di là della piacevole melodia, fa anche molto riflettere.

Tra bilioni o miliardi di persone che abitano questo pianeta, in mezzo alla immensa vastità degli spazi che ci circondano, l’individuo vive la sua vita allo stesso tempo piccola e grande, fatta di desideri, ambizioni, conquiste e speranze, ma anche di uno sguardo più ampio, che qualche volta si perde contemplando le grandezze della Natura e del cosmo, che lo conduce ad un senso di stupore e di meraviglia. Allo stesso tempo, questo stesso sentimento che può sorgere in lui è talvolta congiunto ad una percezione di umana impotenza di fronte alla grandezza della Storia e del Tutto, può indurlo in inganno, fino al punto da svalorizzare le sue scelte e le sue decisioni, il loro impatto sulle vite degli altri e la loro portata, in una parola, se stesso. Tutti e due questi sentimenti vanno a mio modo di vedere superati: lo stupore e la meraviglia dovrebbero essere nutriti e alimentati e diventare un senso di vera appartenenza a qualche cosa (o ancora meglio a Qualcuno) di infinitamente più grande di noi; e l’impressione relativa di piccolezza di fronte alla Totalità dell’universo diventare, invece, fiducia antropocentrica nell’uomo in tutte le sue facoltà bio-psico-spirituali e nella sua responsabilità di fronte a se stesso, agli altri e al Creato.

Fu per questa ragione che, per esempio, il medioevo venne considerato (esageratamente) un’epoca “buia” dai rinascimentali, con le sue cattedrali gotiche alte a perdita d’occhio: si cercava l’incontro con l’infinito oltre che nella natura anche nell’architettura, un incontro spesso e volentieri estraniante e spaesante. Non fu un castigo nè una punizione divina il passaggio dal medioevo al rinascimento, ma soltanto un passo avanti della storia, alla ricerca, nel nome dei classici, del loro umanesimo e delle loro armonie a misura d’uomo, della possibilità dell’uomo di esprimere più compiutamente e meglio se stesso, senza per questo trascurare la dimensione spirituale e trascendente della vita.

E fu una tappa storica e culturale importantissima, ancora oggi da riscoprire, perché volle, così come auspicava per il suo tempo a noi più vicino Papa Giovanni Paolo II, che l’uomo riscoprisse se stesso e il proprio valore centrale all’interno della creazione, crescendo nella consapevolezza di se stesso e diventando, come uomo, più capace di comunicare con i suoi simili, nelle parole del Papa soprattutto i valori più alti della fede. “Permettete all’uomo di parlare all’uomo”, diceva il grande e santo Pontefice.

Si, forse ci sono sei milioni di biciclette che girano intorno alla lontana città di Pechino… Ma la cifra non deve tanto impressionare, quanto entusiasmare ed impegnare ad accorciare le distanze per un dialogo bilaterale Europa-Cina il più possibile vivace e fecondo…Siamo lontani e diversi, talvolta anche opposti per diverse vedute gli uni dagli altri, ma questo non deve scoraggiare. Abbiamo tanto da dire e da dare gli uni agli altri e, facendo occcidente e oriente parte entrambi dello stesso cosmo, si può affermare che non possiamo neanche esistere ne progredire gli uni senza gli altri. Non bastano gli accordi economici, ne le esposizioni universali, ancora soltanto primi passi di una ricerca reciproca. Urgono iniziative a tutto campo, affinché, lungo le carovane diplomatiche e i caravanserragli multietnici ed interculturali, senza perdere la propria identità come uomini, intellettuali e credenti, ci si incontri, si parli e si ragioni assieme, per costruire, di iniziativa in iniziativa, e di scambio in scambio, un rapporto concreto e positivo, collaborativo e sinergico tra due poli terrestri e due mentalità che non si vogliono negare l’una all’altra, ma aprirsi reciprocamente per costruire assieme, avvalendosi delle immense potenzialità di ambo le parti, un futuro migliore per tutti.

 

Canzone di Katie Melua

Nine Million Bicycles (Original English Version)

 

Author and producer : Mike Batt

Artist: Katie Melua

 

There are nine-million bicycles in Beijing.

That's a fact,

It's a thing we can't deny,

Like the fact that I will love you 'til I die.

We are twelve-billion light years from the edge.

That's a guess,

No one can ever say it's true,

But I know that I will always be with you.

I'm warmed by the fire of your love every day.

So don't call me a liar,

Just believe everything that I say…

There are six-billion people in the world.

More or less,

And it makes me feel quite small,

But you're the one I love the most of all.

We're high on a wire with the world in our sight,

And I'll never tire,

Of the love that you give me every night.

There are nine-million bicycles in Beijing.

That's a fact,

It's a thing we can't deny,

Like that fact that I will love you 'til I die.

And there are nine-million bicycles in Beijing,

And I know that I will love you 'til I die.

 

 

Nove Milioni di Biciclette (Traduzione in Italiano di Michele Steinfl)

 

Autore e produttore: Mike Batt

Artista: Katie Melua

 

Ci sono nove milioni di biciclette a Pechino.

È un fatto,

È una cosa che non possiamo negare.

Come il fatto che ti amerò fino a che morrò.

Noi ci troviamo a dodici bilioni di anni luce dal confine dell’universo.

È una stima approssimativa,

Nessuno può mai dire che sia corretta,

Ma io so con certezza che starò sempre con te.

La fiamma del tuo amore mi riscalda tutti i giorni.

Così, non considerarmi una bugiarda,

Ma credi in ogni cosa che dico…

Ci sono sei bilioni di persone nel mondo.

Più o meno,

E questo fa sì che mi senta piuttosto piccola,

Ma sei tu la persona che amo più di tutti.

Ci troviamo su di un alto cavo con il mondo visibile sotto di noi,

Ed io non mi stancherò mai

Dell’amore che mi dai ogni notte.

Ci sono nove milioni di biciclette a Pechino.

È un fatto,

È una cosa che non possiamo negare.

Come il fatto che ti amerò fino a che morrò.

E ci sono nove milioni di biciclette a Pechino.

E io so che ti amerò fino a che morrò.

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