di Redazione
Messina – Mercoledì 27 febbraio alle ore 10.30, nella Sala Ovale, Antonino Caponnetto, di Palazzo Zanca, l'assessore alla Cultura Roberto Vincenzo Trimarchi, presenterà in conferenza stampa ''Peregrinos del Tiempo'' la mostra del pittore, drammaturgo e scenografo argentino Eugenio Zanetti (Còrdoba 19 ottobre 1949), premio Oscar nel 1996 per la migliore scenografia di Restoration-Il peccato e il castigo, film diretto da Michael Hoffman, tratto dal romanzo Il favorito di Rose Tremain.
Le opere di Zanetti, rigorose ed esteticamente ricercate, sono forme pure animate da luce e musica, intimo commento dell'artista sulla realtà della condizione umana.
Giovedì 28 febbraio, alle 11 al Palacultura ''Antonello da Messina'', il vernissage dell’esposizione a cura di Massimo Scaringella.
Eugenio Zanetti, nato a Córdoba (Argentina) nel 1949, vive e lavora tra Buenos Aires e Los Angeles. Poliedrico artista di livello internazionale, la sua attività passa dalla direzione di cinema, opera e teatro, alla scenografia, all’illustrazione, al designer, alla pittura. In cinque decenni oltre 60 produzioni cinematografiche e teatrali al suo attivo, in Argentina, Europa e Stati Uniti.
Zanetti avvia la sua carriera cinematografica con Pier Paolo Pasolini in Medea che ne delinea l’impostazione ottenendo nel 1996, l’Oscar per la migliore scenografia e la nomination all’Oscar nella stessa categoria per What dreams may come (Al di là dei sogni) nel 1999.
Ha ideato e diretto per Hollywood numerosi e pluripremiati film, Flatliners, Last Action Hero, Soapdish, Promised, Land, Slamdance, The Haunting, Beyond Dreams e Restoration(il peccato e il castigo),
Straordinaria la sua carriera di pittore, scandita da numerose mostre in musei e gallerie internazionali e in varie collezioni private. Recente è l’esposizione di “Zanetti – Conosciuto/Sconosciuto”, primo libro di vita in cui il suo prolifico lavoro è catalogato in dipinti, disegni e schizzi di cinema, teatro.
Per la prima volta in Italia, Eugenio Zanetti presenta, una selezione dei suoi ultimi lavori pittorici, alcuni provenienti dalla sua ultima mostra in Siviglia ed esposti nel dicembre scorso a Roma, mostrando la sapiente conoscenza non solo del fluire della storia dell’arte ma con un evidente ritmo musicale, sorta di codice per esprimere il suo modo di vedere e intendere il “fare arte”.
Nelle opere, l’artista cerca di rappresentare un atteggiamento e non semplicemente un ritratto spesso sviluppato intorno a una storia, tentando d’innestare alle proprie forme – impeccabilmente classiche – sottili vibrazioni, improvvisi irrobustimenti del tratto, imprevedibili bagliori di una sensibilità non olimpicamente distaccata dal mondo, bensì modernamente inquieta. Quasi ammettendo una doppia natura che guarda due modelli artistici: uno supremo e assoluto, l’altro più corrosivo e viscerale. La figura umana in questi lavori non solo esprime lo spazio, ma lo trasforma. Lontano da qualunque modello precostituito e sotto un impulso emotivo e personale, Eugenio Zanetti crea attraverso una sua concezione situazioni ed elementi appartenenti alla propria dimensione oggettiva. Questi pellegrini del tempo sono forme pure animate dalla luce. Una luce che subordina il colore delle storie narrate e che da sicuramente un particolare significato espressivo, giocando un ruolo primario nelle sue opere.
Eugenio Zanetti è Ambasciatore della Cultura Argentina e Cittadino Illustre delle città di Córdoba, Buenos Aires e Los Angeles.