Kromya Art Gallery inaugura il nuovo spazio con la mostra “Camere 1” dedicata a tre grandi maestri dell’Optical Art. A Lugano

Le geometrie della Luce: Alberto Biasi, Hugo Demarco e Francisco Sobrino. Inaugurazione il 2 maggio ore 18 - 20,30 Viale Stefano Franscini 11 a Lugano

Lugano – Kromya Art Gallery nasce dalla passione per la divulgazione dell’arte di Giorgio Ferrarin, dall’esperienza di Adriano A. Sala, Executive Master in Art Market Studies, e Tecla Riva, Artist Agent, i quali, ciascuno secondo le proprie competenze e peculiarita?, hanno contributo alla concretizzazione dell’idea di “Kromya”. La stessa vuole essere un punto di incontro legato all’arte e ai suoi attori principali: gli artisti. I progetti espositivi saranno ospitati in un palazzo storico, ex de?pendance dell’adiacente Villa Saroli, e denominati “Camere”, traendo ispirazione dalle varie stanze dal sapore antico di cui si compone la galleria. Sara? cosi? possibile ricreare l’intimita? tra l’opera d’arte e il suo pubblico. 

Inaugurazione: 2 maggio 2018 | 18.00-20.30

Il vernissage sara? arricchito da una introduzione di Giovanni Granzotto, considerato uno dei massimi studiosi sull’Arte Cinetica e Programmata e curatore di numerose mostre in tutto il mondo, oltre che dalla presenza dell’artista Alberto Biasi

Kromya Art Gallery
Viale Stefano Franscini 11 | 6900 Lugano | Svizzera
www.kromyartgallery.com | info@kromyartgallery.com | T: +41 91 922 7000

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Alberto Biasi (Padova, 1937) non e? solamente uno dei piu? importanti fondatori del Gruppo N, con cui ha portato avanti nuovi canoni di ricerca ottico-percettivi, ma, grazie alla sua produzione da artista singolo, si e? distinto per continuita? nella sua indagine artistica diventando uno dei capisaldi internazionali dell’Arte Cinetica e Programmata. In mostra vengono presentate due opere storiche degli anni ’60 che si caratterizzano degli elementi base studiati dall’artista padovano: l’ambiguita? del vedere e il movimento dinamico che ne scaturisce. Per Biasi e? infatti di fondamentale importanza l’esperienza ottica e fisica dello spettatore, il quale deve interagire con l’opera per riuscire a percepire l’immagine, che rimarra? pur sempre un inganno visivo. Per confermare l’importanza dell’artista nello studio di queste tematiche e la sua continua sperimentazione di nuove forme visuali anche successivamente allo scioglimento del Gruppo, vengono esposte diverse opere di serie piu? recenti degli anni ’70 come i “Politipi” e degli anni duemila come gli “Assemblaggi”. 

Hugo Demarco (Buenos Aires, 1932-Parigi, 1995) comincio? a dipingere i suoi primi quadri ottico- cinetici in Francia, basandosi su una composizione di colori complementari e sul loro conseguente movimento e dinamismo programmato. Ispirandosi ai suoi amici e mentori Jesu?s Rafael Soto e Julio Le Parc, Demarco crea una sensibile vibrazione visiva nelle sue opere, che dalla tela trasportera? anche nelle sue sculture, utilizzando materiali lucenti e riflettenti come l’acciaio o nelle sue strutture luminose in movimento. La sua preferenza nel partecipare a mostre collettive, di miglior qualita? interpretativa rispetto a mostre individuali secondo l’ideale cinetico, e la ripetitivita? quasi maniacale del suo pattern lo annoverano tra le piu? significative personalita? dell’Op Art (abbreviazione di Optical Art usata in contrasto al termine Pop Art). 

Francisco Sobrino(Guadalajara, 1932-Bernay, 2014) e? presente in mostra con due acrilici del 1959, anno in cui si stabilisce a Parigi e inizia a studiare la struttura e la dinamica delle forme. Questi primi quadri, in bianco e nero, producono effetti ottici stranianti tramite le forme reticolari in continua variazione che l’artista crea sulle sue tele. L’anno dopo si unisce al GRAV (Groupe de Recherche d’Art Visuel) insieme a Le Parc, Morellet e altri, portando la sua produzione artistica a concentrarsi su forme tridimensionali e totemiche, di cui vengono esibiti alcuni esempi, riportando con coerenza le sue riflessioni sulla luce, la trasparenza e gli effetti percettivi che stimolano il senso della vista del fruitore.

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