Libri, Fabio Fabiano e Gian J. Morici in Vittime di mafia, 2014

Signore, dove abiti? Dove sei?

Signore, dove abiti? Dove sei?

La devastazione delle bombe di Parigi o di Bagdad da parte dell’ISIS, quella delle isole irlandesi e inglesi da parte dei vikinghi, a partire dell’VIII secolo, l’eccidio degli armeni, l’olocausto di milioni di ebrei e le stragi compiute da mafia, “ndrangheda” e corruzione fanno sorgere spontanea la domanda: Signore dove sei?

 

La risposta non e’ lontana. Persone che si incontrano in spirito di solidarieta’ e fraternita’, prendendosi per mano ed elevando il loro sguardo smarrito al cielo, dopo tragedie personali; la stetta di mano di un amico, la carezza silenziosa di un giudice dal nome Falcone, l’impegno di una rivista quale PAESE ITALIA PRESS per cercare insieme forme di solidarieta’ piu’ sentite che possano svelarci il vero volto del Dio nascosto, sono tra le migliori risposte all’aparente assenza del Divino o alla domanda dell’essere umano smarrito ""che chiede: Signore, dove abiti?

 

La serie di RAI1: La mafia uccide solo d’estate ci riporta in un ambito piu’ ristretto, che ci tocca da vicno.  Le vittime di mafia, dicono Fabio Fabiano e Gian J. Morici nel loro omonimo libro, non sono solo i tanti poveri disgraziati la cui vita e’ stata spenta da colpi di lupara che non perdonano, dietro l’ordine di paraquaqua senza scrupoli ne’ coscienza, ma anche i loro familiari, “tanti piccoli grandi eroi quotidiani”, “persone comuni”, molte delle quali si battono per ottenere una “elusiva” giustizia e spesso macchiati in un contesto sociale che li isola.

 

Giuseppe Ciminnisi, figlio di Michele, ucciso nel 1981 per essersi ritrovato nel bar del paese a giocare a briscola in un momento sbagliato, volendo rendere giustizia al padre tramite lo Stato, dopo anni in cui gli si chiudevano tutte le porte in faccia, ottenne udienza dal Giudice Giovanni Falcone, che carezzandogli la faccia, gli disse: “Papà tuo è morto da innocente”. Quella carezza, che “non potrò mai più dimenticare”, mi ha incoraggiato ad andare avanti e a non demordere dal trovare la verita’, come e’ avvenuto.

 

Angelo Vaccaro Notte ha avuto uccisi due fratelli: Vincenzo nel 1999 e Salvatore l’anno successivo. Eppure non si e’ mai arreso nella ricerca della giustizia. Non solo, ma ha scoperto anche la solidarieta’ di altre vittime ed e’ giunto alla conclusione: “E’ necessario organizzare periodicamente convegni antimafia per tutti i giovani degli istituti superiori, spiegando loro che cos’è veramente la mafia, perchè solo chi l’ha subita e combattuta può spiegare gli effetti devastanti di questa associazione criminale”.

 

Di una lunga battaglia condotta da Tiziana, la figlia di Paolo Ficalora, eliminto nel 1992, questa giovane donna afferma: “Ti senti la persona che ha subito la tragedia piu’ grande del mondo, poi ti confronti e ti accorgi  che non solo non sei l’unica ad aver subito una tragedia immensa, ma che c’è gente a cui è finita peggio di te”. “Scopri che c’è un mondo che non conosci e che si dedica a te e agli altri”.

 

Tante le vicende che accomunano altri casi, descritte in Vittime di mafia.

 

La sua lettura avvincente aiuta a creare quella coscienza culturale necessaria per debellare il fenomeno mafioso.

 

Questo non e’ un libro di investigazioni fantasiose o dalle tinte rosa. E’ invece un lavoro che aiuta a insegnare, a sperare, a costruire un mondo più giusto, basato sul rispetto essenziale della persona umana e della sua suprema dignità.

 

Dalle pagine di Vittime della mafia si leva forte la speranza solidale e fraterna di un mondo migliore.

 

Per questo un simile libro dovrebbe essere presente nelle biblioteche di tutte le nostre scuole.

 

Un plauso agli autori per aver scritto di “vittime che si ribellano, che combattono, che si trasformano in staffette della speranza” e non più “vittime rassegnate  a un’ingiustizia bestiale e immotivata”.

 

enzo.farinella@gmail.com

Enzo Farinella e’ referente a Dublino dell'associazione di Volontariato: I Cittadini contro le mafie e la corruzione.

 

 

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