Dal 14 gennaio nelle librerie ‘’Da dove piovono le immagini?” Parole e immagini nella Cosmicomiche di Italo Calvino, il volume della messinese Marina Pagano per le stampe di Franco Cesati Editore.
Un lavoro letterario analitico sullo studio dei racconti, composti tra il 1963 e il 1984 da Italo Calvino per il quale Marina Pagano giovanissima ricercatrice del Dipartimento di Romanistica e membro del collegio di dottorato “Comunicazione Estetica”” dell’Università di Salisburgo
è stata insignita dell’Award of Excellence 2020, assegnato dal Ministero federale austriaco dell’Istruzione, della Scienza e della Ricerca a 40 tesi di dottorato più eccellenti, discusse in tutte le Università del territorio austriaco.
In ’Da dove piovono le immagini?” Marina Pagano punta ad approfondire i rapporti che intercorrono tra la parola e l‘immagine nelle Cosmicomiche di Italo Calvino, analizzando l’origine delle storie dello scrittore attraverso alcuni momenti scanditi dalla loro evoluzione.
Una immersione nelle storie del fumettistico Qfwfq, dove le parole prendono forma d’immagini, fluide e plastiche nel loro scorrere nella mente. Un viaggio ultragalattico nel quale la studiosa cerca di spiegare il legame fra il dato scientifico e l’immaginazione visuale nelle cosmicomiche, segno di una rinascita creativa per l’autore nella seconda metà degli anni Sessanta.
La trattazione, per mezzo di un sistema teorico desunto dalla metaforologia e dalla riflessione semiologica su segni ed icone, articolato in tre livelli e modellato sulla funzione stilistica e concettuale di strumenti quali la metafora, la similitudine e la lista, ha come obiettivo quello di rendere manifesto, nella prima parte, il meccanismo di visualità scritta attuato da Calvino nelle Cosmicomiche sul piano testuale, concettuale e cognitivo.
Nella seconda parte, essa vuole concentrarsi sull’interpretazione dei racconti, modellata su quattro macro-aree tematiche portanti nelle narrazioni, che diano contezza delle coordinate spazio-temporali in cui gli avvenimenti raccontati hanno luogo; delle opposizioni che contraddistinguono la forte natura dicotomica di molte delle narrazioni; delle relazioni che, fuori e dentro il testo, chi scrive intreccia con i personaggi e i lettori; infine, del sistema di figurazioni, di oggetti concreti, di immagini di cui l’autore si serve per concretizzare la materia tanto astratta e «lontana dall’immaginazione visuale», come quella veicolata dalle teorie scientifiche. Lo studio delle diverse tematiche e della loro presenza variabile nei racconti viene condotto da Marina Pagano, tramite l’analisi degli strumenti di visibilità (metafore, similitudini, enumerazioni, anafore) adoperati nella scrittura.
Per concludere, nella terza ed ultima parte la studiosa introduce i contatti tra il segno linguistico e quello grafico, accostando nuovamente sei testi alle relative illustrazioni che li avevano accompagnati nella loro prima uscita su riviste e quotidiani italiani; il fatto che i disegni non siano stati realizzati dallo stesso Calvino, ma siano fuoriusciti dalla mano di altri artisti, permette di osservare come la resa grafica del racconto spesso si discosti dal primo nel dargli una nuova facies figurale, attraverso la quale la narrazione si trasforma in un’opera altra, capace di vita propria.