Photo credits Paese Italia Press : alcuni momenti del convegno con il ministro della Salute Beatrice Lorenzin e il direttore generale INMP Concetta Mirisola.
Roma – Aver conseguito la laurea rappresenta un vantaggio per la popolazione in termini di aspettativa di vita che sarà più breve per chi è in possesso solo della licenza media. Prendere la laurea fa “guadagnare” tre anni di vita rispetto a chi si ferma alla scuola dell’obbligo. Più il livello culturale è alto, migliore è la qualità della salute indipendentemente da dove si viva, anche se ad oggi persiste il divario tra Nord e Sud. Ad incidere fortemente sulla salute è anche la crisi economica che influenza una percentuale non trascurabile dei cittadini. Cinque milioni di italiani in condizioni economiche svantaggiate hanno rinunciato a cure mediche, specialistiche e terapeutiche per mancanza di soldi, a dimostrazione che la povertà individuale di risorse e competenze, di cui il basso titolo di studio è un indicatore, compromette la salute, al di là della ripartizione geografica. Il Sud e le Isole presentano tuttavia un’aspettativa di vita più sfavorevole in tutte le fasce di istruzione – è quanto emerso nel rapporto ‘L’Italia per l’equità nella Salute’ lanciato dall’Istituto nazionale per la promozione della salute delle popolazioni migranti e il contrasto delle malattie della povertà (Inmp), dall’Istituto superiore di sanità, dall’Agenas e dall’Aifa, su indicazione del Ministero della Salute, presentato venerdì 1 dicembre nella sede Inmp di via San Gallicano 25 a Roma. In esso è presente una ricognizione delle evidenze scientifiche attualmente disponibili sul tema delle disuguaglianze di salute ma anche un elenco di possibili azioni selezionate e attuabili da subito, che vanno nella direzione di una maggiore equità.
“Questo è il rapporto “il primo realizzato in Italia con uno studio scientifico, voluto da me, sulle disuguaglianze nel Paese – ha sottolineato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin a margine dell’incontro – l’Italia è prima nel mondo per qualità dei servizi sanitari, ma questo non può non farci vedere le disuguaglianze che ci sono. E’ un impegno etico e sociale non far precipitare nella povertà chi ha una prospettiva di vita dignitosa e non lasciare un capitale umano alla strada”.
A dimostrare il rischio di povertà per un numero sempre maggiore di persone è la percentuale degli italiani che hanno chiesto aiuto all’Inmp per le loro cure sanitarie. Sono aumentati del 37% dal 2007 ad oggi “i cittadini che fanno ricorso all’ambulatorio Inmp sono passati dal 6% al 43%, ed i nuovi poveri sono i pensionati, quelli che hanno perso il lavoro e anche i giovani. Bisogna aiutare attraverso facilitazioni l’accesso alle cure sanitarie”. Così il direttore generale dell’Istituto Concetta Mirisola.
Inoltre nel rapporto lanciato ieri a Roma, durante l’evento svoltosi nella Sala Benedetto XIII dell’INMP, moderato dalla giornalista Tiziana Grassi referente per la comunicazione dell’Istitituto, si rilevano difficoltà delle ‘’ condizioni abitative per sovraffollamento (27,8%, quasi il doppio della media europea) e per la presenza di problemi strutturali (quasi un quarto della popolazione lamenta presenza di infiltrazioni, umidità e simili su muri, soffitti o infissi)’’ ovvero “Il disagio per l’inadeguatezza dell’abitazione, aumentato in modo netto con la crisi, è un indizio importante di povertà e presenta rischi diretti per la salute’’ si legge nel documento che indica nel ‘’ sovraffollamento o il degrado abitativo ‘’ gli ‘’indicatori chiave della deprivazione materiale, insieme al disagio economico”. Secondo gli ultimi dati Istat l’11,5% della popolazione residente in Italia si trova in uno “stato di grave deprivazione materiale”, non avendo soldi a sufficienza per pagare le bollette del riscaldamento fino alle difficoltà di mantenere l’abitazione.
Il ministro Lorenzin ha affrontato anche la questione vaccini, sottolineando gli ‘’straordinari risultati raggiunti sull’obbligo vaccinale in questi primi mesi rispetto alle esperienze come quelle americane’’. Sul tema delle diseguaglianza Lorenzin ha invece osservato’’ il bonus bebè è una di quelle azioni a sostegno della genitorialità e della natalità che tra l’altro va a mettere un rimedio ai temi delle disuguaglianze, soprattutto per le famiglie che pagano un prezzo più alto, in particolar modo per quelle svantaggiate. Spero anche che la manovra stessa possa essere migliorata alla Camera in materia sanitaria”.
A favorire il dibattito riconducendolo al pregio di generare un processo virtuoso per una nuova taratura degli obiettivi settoriali di programmazione, nell’ambito di una maggiore equità e sostenibilità, è intervenuto tra gli altri, il direttore generale di Inail, Giuseppe Lucibello ha evidenziato che sulle ‘’Politiche della sicurezza nei luoghi di oggi intervengono troppi soggetti. C’è bisogno di un coordinamento vero. Ci sono troppi organismi pletorici.’’ Ricordo come la Commissione consultiva permanente su salute e sicurezza sia composta da 40 membri’’.