Si è conclusa, lo scorso 28 maggio, la partecipazione di nave Andrea Doria all’esercitazione multinazionale denominata “Steadfast Defender 21”: una delle più rilevanti attività addestrative dell’Alleanza Atlantica nell’anno in corso. L’esercitazione, utile ad accrescere le capacità di integrazione, coordinamento e collaborazione multilaterale delle Forze Navali del Patto Atlantico, ha visto il coinvolgimento di più di 15 assetti navali appartenenti a 11 diversi paesi, dal Nord America all’Europa, con lo scopo di testare prontezza e capacità operative della NATO nell’area Nord Atlantica. Lo fa sapere in un comunicato la Marina militare.
I dieci giorni di attività sono stati caratterizzati da un intenso addestramento durante il quale, il Cacciatorpediniere Andrea Doria, ha svolto esercitazioni di difesa anti-aerea, esercitazioni di tiro navale e tiro contraereo. In aggiunta nave Doria ha svolto attività di ricerca e localizzazione di sommergibile per utilizzare e perfezionare tattiche e procedure di contrasto alla minaccia subacquea. Il contrasto alla minaccia subacquea-spiega la nota- diventa sempre più centrale non solo per le attività dei sommergibili ma anche a difesa delle infrastrutture strategiche di energia e telecomunicazioni che con le reti di cavi sottomarini costituiscono il network fisico sul quale si basa la rete internet globale.
La presenza di assetti aeronavali appartenenti al Joint Electronic Warfare Core Staff – il centro di eccellenza dell’Alleanza Atlantica di contrasto alle minacce nello spettro elettromagnetico – ha permesso, oltre alle tradizionali forme di lotta, di testare l’efficacia delle contromisure elettroniche in ambiente elettromagnetico ostile, oggi fonte di minaccia di primaria importanza a livello globale.
Parallelamente all’attività seriale e schedulata- prosegue il comunicato- è stata condotta, infine, un’esercitazione a partiti contrapposti, simulando un’operazione di interdizione navale (Maritime Interdiction Operation- MIO) per impedire il passaggio del gruppo portaerei inglese (UK Carrier Strike Group) nel suo transito verso Sud al largo delle coste del Portogallo. La “War at Sea” ha permesso agli equipaggi di curare nel dettaglio la fase di pianificazione e di condotta delle attività di contrasto alla minaccia convenzionale tridimensionale.
L’imponente esercitazione, posta in essere dalla NATO, ha dunque nuovamente sottolineato l’importanza di garantire la completa integrazione e collaborazione tra forze navali alleate, ribadendo la centralità di un approccio multilaterale in una realtà sempre più multi dominio (cioè dove insiste una pluralità di attori come la minaccia navale, aeree e subacquea) quale è quella marittima. L’intensa attività addestrativa, attraverso la professionalità espressa dagli equipaggi degli assetti aeronavali coinvolti, ha confermato l’efficace valore di deterrenza che le forze dell’Alleanza sono in grado di esprimere nell’area Nord Atlantica-conclude la nota- rafforzando le capacità operative e di intervento delle Marine coinvolte.