È prevista per sabato 4 settembre, a Mattinata (Foggia), la cerimonia della XIX edizione del premio giornalistico nazionale “Maria Grazia Cutuli”, che quest’anno sarà dedicato alle donne afghane.
Un premio nato nella memoria della giornalista del Corriere della Sera Maria Grazia Cutuli, morta in Afghanistan nel 2001, e che quest’anno ricorderà tutte le donne afghane che in queste settimane combattono per i loro diritti. “Non pensavamo andasse così, eppure la storia si ripete”, ha detto la presidente del Centro Culturale Rosa Nicoletta Tomasone durante l’annuncio che il premio sarebbe stato dedicato alle donne afghane, “una donna per le donne”.
I vincitori dell’edizione 2020, rinviata a causa della pandemia, sono Andrea Vianello (direttore di RaiNews24), Giuseppe La Venia (Tg1), Barbara Capponi (Tg1-Rai1) e Simona De Santis (direttrice del blog I segreti di Matilde).
Istituito ed organizzato dal Centro Culturale Internazionale “L. Einaudi” di San Severo nel 2002 e presentato nel 2003 in Campidoglio dalla giornalista Lucia Annunziata, allora Presidente della RAI, è stato il primo Premio in Italia riservato alla categoria dell’Inviato speciale della radio, televisione e carta stampata.
Premio insignito di Targa e Medaglia d’Argento dal Presidente della Repubblica nel 2002 e nel 2005, nonché dell’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica nel 2006 e 2007, in seguito MEDAGLIA DI RAPPRESENTANZA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. Il premio ha inoltre goduto dei Patrocini del COMUNE DI SAN SEVERO, della REGIONE PUGLIA, dell’UNICEF, della COMMISSIONE NAZIONALE UNESCO e della REGIONE SICILIA.
Il Premio ha come finalità la salvaguardia e la difesa della libertà di stampa e del pluralismo dell’informazione, perché le coscienze siano sempre vigili e non si abituino ai crimini, alle dittature e agli orrori che riempiono gran parte del mondo.
Chi era Maria Grazia Cutuli
Maria Grazia Cutuli nata a Catania il 26 ottobre 1962 è stata una giornalista italiana assassinata in Afghanistan.
Dopo un esordio come collaboratrice del quotidiano La Sicilia e dell’emittente televisiva Telecolor, per i quali si era occupata di spettacoli, si trasferì a Milano, dove lavorò prima al periodico Centocose, edito da Mondadori, e poi ad Epoca: diventò così una giornalista professionista, prima di iniziare una collaborazione con l’UNHCR, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di rifugiati. Qui maturò un’esperienza nel campo della politica estera, la vera passione della giornalista catanese, che a metà degli anni novanta passò al Corriere della Sera, dal quale ottenne quattro contratti a termine a partire dal luglio 1997, fino ad essere assunta a tempo indeterminato il 2 luglio 1999.
La svolta per la sua carriera arrivò il 13 settembre 2001, quando dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 di New York venne inviata in Afghanistan: partita per Gerusalemme, da qui si spostò in Pakistan e poi in Afghanistan.
Il 19 novembre dello stesso anno, mentre si trovava nei pressi di Sarobi, sulla strada che da Jalalabad porta a Kabul, a circa 40 chilometri dalla capitale afghana, fu assassinata insieme all’inviato di El Mundo Julio Fuentes e a due corrispondenti dell’agenzia Reuters, l’australiano Harry Burton e l’afghano Azizullah Haidari. Lo stesso giorno, il Corriere della Sera pubblicò il suo ultimo articolo: il pezzo riguardava la scoperta di un deposito di gas nervino nella base di Osama bin Laden.