Scomparso Jean-Paul Belmondo. Il brutto più affascinante del cinema francese aveva 88 anni

Morto oggi nella sua casa a Parigi, Belmondo è stato straordinariamente versatile e dalla fisicità dirompente. Aveva interpretato tutti i ruoli, dalla Nouvelle Vague con Godard, Sautet e Truffaut, al cinema poliziesco fino alla commedia all'italiana

‘ E’ morto Jean-Paul Belmondo. L’attore francese si è spento nella sua casa a Parigi, aveva 88 anni. La notizia è stata diffusa dai media francesi secondo l’annuncio dell’avvocato di Belmondo. Divo della nouvelle vague, aveva recitato anche in Italia diretto, tra gli altri, da Alberto Lattuada, Vittorio De Sica e Renato Castellani accanto a Gina Lollobrigida, Claudia Cardinale, Sophia Loren e Stefania Sandrelli. Ebbe anche una relazione con l’attrice Laura Antonelli.
Straordinariamente versatile e dalla fisicità dirompente, tanto da essere definito ‘il brutto più affascinante del cinema francese’, Jean-Paul Belmondo, aveva interpretrato tutti i ruoli, dalla Nouvelle Vague con Godard, Sautet e Truffaut, al cinema poliziesco fino alla commedia all’italiana. Nato a Neuilly-sur-Seine il 9 aprile del 1933, era figlio di Paul Belmondo, uno scultore di origini italiane titolare di una cattedra presso l’Accademia di Belle Arti. L’esordio al cinema arriva nel 1956, dopo il diploma al Conservatorio Nazionale di Arte Drammatica e alcune recite in teatro nell”Avaro’ di Molière e nel ‘Cyrano de Bergerac’ di Rostand.
Si afferma con rapidità con i film ‘A doppia mandata’ di Claude Chabrol del 1959 e soprattutto con ‘La ciociara’ di Vittorio De Sica, e Sophia Loren attrice protagonista. Fama e popolarità a livello nazionale e internazionale arrivano con il film ‘Fino all’ultimo respiro’ del 1960, diretto da Jean-Luc Godard. Belmondo lavora anche con Claude Sautet in ‘Asfalto che scotta’ dove accanto a Lino Ventura mette in mostra le proprie capacità di attore drammatico.
Gli anni Sessanta rappresentano un decennio d’oro per l’attore francese grazie ai film come ‘Leon Morin prete’ del 1961 e ‘Lo spione’ del 1962, dallaxregia di Jean-Pierre Melville. Anche in Italia Belmondo consacra il suo successo con ‘Mare matto’, una commedia all’italiana del 1963 di Renato Castellani nelle vesti di un marinaio livornese che si innamora di una pensionante da Gina Lollobrigida Un film in cui emergono le doti fisiche e interpretative di Belmondo.

L’attore, dopo aver raggiunto celebrità e ricchezza, decide di passare per un periodo verso film più commerciali. E così, dopo ‘Rapina al sole’ del 1965, arrivano ‘Un avventuriero a Tahiti’ e ‘Il ladro di Parigi’. Ma nel 1974 riprende il cinema d’autore con ‘Stavisky il grande truffatore’, diretto da Alain Resnais. Negli anni Settanta, Belmondo si cimenta col genere poliziesco, interpretando scene pericolose senza il ricorso a controfigure.
Negli anni Ottanta, inizia un leggero declino cinematografico con pellicole come ‘Professione: poliziotto’ del 1983 e ‘Tenero e violento’ del 1987 si alternano a commedie teatrali. Nel 1989, Belmondo vince il Premio Cesar come migliore attore protagonista del film di Claude Lelouch ‘Una vita non basta’. Nel 2001 un’ischemia cerebrale lo colpisce tenendolo lontano dal grande schermo fino al 2008, quando torna a recitare come protagonista nel remake francese di ‘Umberto D.’. Nel 2011 riceve la Palma d’Oro alla Carriera al Festival di Cannes e nel 2016 il Leone d’oro alla carriera al Festival del cinema di Venezia.

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