Pendolari, studenti, viaggiatori sporadici, nel lento ritorno alla normalità, si erano abituati a vedere ogni mattina il lungo serpentone di persone in fila verso i tendoni della Croce Rossa per il servizio gratuito di tamponi terminato il 30 settembre scorso. “Centinaia di migliaia di test, oltre 1200 volontari e 325 operatori sanitari hanno garantito uno screening di massa capillare che ha raggiunto in modo trasversale la popolazione, in particolare le fasce meno abbienti” ha scritto l’organizzazione umanitaria nel comunicato conclusivo del progetto.
Senza alcun costo, limite di età o prescrizione medica- come si leggeva sul sito istituzionale della CRI- chiunque poteva sottoporsi al tampone antigenico rapido nelle strutture allestite dalla Croce Rossa. Grazie al Gruppo Fs Italiane che ha messo gli spazi a disposizione della CRI, è possibile accedere al servizio nelle stazioni di Roma Termini, Milano Centrale, Bari, Bologna, Cagliari, Firenze Santa Maria Novella, Palermo, Reggio Calabria, Torino Porta Nuova, Venezia Santa Lucia, Genova Piazza Principe e Napoli Centrale. L’iniziativa, resa possibile grazie al finanziamento della Commissione Europea, consentiva a pieno regime di effettuare fino a 3mila test antigenici al giorno su tutto il territorio nazionale. Al momento il sipario scende senza programmi di riaperture. Il finanziamento è stato possibile, come riporta sempre Croce Rossa italiana nella sua nota stampa, “grazie al contributo della Commissione Europea (Direzione Generale per la Salute e la Sicurezza Alimentare) che, attraverso un accordo con la Federazione Internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, ha destinato importanti risorse alle attività di screening in sette Paesi europei (Austria, Germania, Grecia, Italia, Malta, Portogallo e Spagna) effettuate dalle rispettive Società Nazionali della Croce Rossa”.
Inutile dirlo tra le persone in attesa di tamponi gratis moltissimi i cittadini in difficoltà economica, indigenti, senza dimora, anche migranti sui quali ancora, da Regione a Regione, varia la possibilità reale o meno di essere coinvolti nella campagna vaccinale.
Le stazioni che nella fase più dura del lockdown hanno visto una popolazione di invisibili radunarsi sotto le pensiline, negli ingressi della metro, poi invase di volontari e personale sanitario per offrire l’assistenza del caso rispetto al covid19 si sono così popolate di persone spesso povere per le quali un tampone a 22 euro, ora calmierato a meno, poteva essere inaccessibile. Ora è finito il progetto, ma non sono finiti i poveri.
Dove andranno? Le farmacie organizzano carnet d’abbonamento, mentre intanto la ‘catena’ della solidarietà continua a proporre strategie come il tampone sospeso o iniziative religiose di tamponi gratuiti. Il progetto della Croce Rossa è riuscito a rispondere ad una grande domanda sociale che oggi, pur sparito il tendone dei tamponi e la lunga fila in attesa che spesso a Roma copriva tutto il piazzale, non è finita, non è sparita. Lo ha spiegato il Presidente della CRI Italiana, Francesco Rocca: “Ancora una volta la rete internazionale della Croce Rossa ha dimostrato la sua forza e la capacità di essere al fianco dei più vulnerabili. Attraverso questo imponente screening a livello europeo, abbiamo offerto uno strumento in più nella lotta alla pandemia e ci siamo avvicinati anche a tutte quelle persone che vivono forme di marginalità sociale con conseguente difficoltà ad accedere ai servizi sanitari”.