Roma. La nona edizione di “Suggestioni dal set” alla Festa del Cinema di Roma 2021

Focus sintetico del dibattito “Cinema e lockdown tra ispirazione, narrazione e resilienza”

Dopo l’anno “sabbatico” perso a causa dell’epidemia da Covid-19, “Suggestioni dal set” torna con la sua nona edizione nella cornice della sedicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, sempre nella magnifica location già calcata l’ultima volta nel 2019: lo spazio della Roma Lazio Film Commission – Auditorium Parco della Musica.

Il dibattito, stimolato e mediato dal giornalista Marco Bonardelli (a cui vanno tra le altre cose gli elogi per aver fatto approdare la manifestazione a Roma dalla sua Messina già nel 2018), ha visto confrontarsi numerosi professionisti dello spettacolo su delle tematiche di estrema attualità che mai come questa volta raggiungono e uniscono ogni cittadino: la pandemia e il cinema.

Ma la chiave è totalmente diversa e dinamica rispetto a quella che è diventata la triste retorica ruotante attorno alla pandemia da Covid-19. Infatti, Bonardelli ha voluto mettere in risalto sì la drammaticità del primo lockdown e della chiusura, tra le altre cose, dei cinema, ma accentuando la volontà di resistere e di adattarsi alla nuova realtà di tutte le persone, professionisti e non, coinvolti nel settore cinematografico.

Il tutto è reso performativamente dalle parole dello stesso Bonardelli, il quale sottolinea come questa nona edizione di Suggestioni dal Set sia importante, anche personalmente, poiché è stato il suo primo spostamento dalla Sicilia da un anno a questa parte. Inoltre, questa edizione coincide con la riapertura al 100% della capienza dei cinema.

Bonardelli precisa che in questo anno e mezzo “Non si è fermata la voglia di fare cinema e i lavori di oggi lo dimostrano: sono un esempio di resilienza.” Quindi con questa edizione di Suggestioni dal Set ha voluto omaggiare la forza del cinema e i suoi addetti ai lavori che sono riusciti e riescono a trovare soluzioni anche in questo terribile periodo.

Tutto ciò è espresso magnificamente nei tre lavori selezionati, di cui si è discusso e dei quali sono stati proiettati alcuni spezzoni:

 –  Per “Il cinema non si ferma” di Marco Serafini, si è potuto apprezzare un breve spezzone, il quale enucleava i fondamenti della grande commedia all’italiana, come sottolineato da Marco Bonardelli, “sdrammatizzando e rigenerando lo spirito”. Il film è girato dagli stessi attori con gli smartphone, coordinati tra loro in diversi episodi. Emblematiche le parole del regista sulle particolari modalità di realizzazione: “Vedo oggi il mio attore per la prima volta in persona”. Ha dovuto fare la regia su skype/zoom da Monaco di Baviera perché “non avevamo una troupe vera”;

–  Per “Il giorno e la notte ” di Daniele Vicari, anch’esso girato da remoto, si è potuto immaginare un mondo senza la “nostra” pandemia, ma comunque con un lockdown dovuto ad un attacco terroristico di natura batteriologica. “La cosa più bella del film – evidenzia Francesca Zanza – è che si è aperta una piccola crepa di anarchia che ha reso possibile creare un qualcosa di incredibile da fare oggi nelle modalità di ripresa e di interpretazione”. Un ringraziamento speciale è andato anche a Fandango e RaiPlay che tuttora permette di vedere il film in esclusiva streaming. Invece Barbara Esposito, ha spiegato che l’episodio interpretato da lei e il marito, Francesco Acquaroli, narra di una storia – una coppia che ha perso un figlio – che non gli appartiene, poiché non hanno figli. Quindi hanno riempito la casa di foto della nipote di Francesco. Quest’ultimo ha sottolineato quanto sia stato massacrante girare questo film per 4 settimane consecutive, con tutte le particolarità della regia in lockdown. Ha poi chiosato che “è stata comunque una bella esperienza, e spero non sia stato un sforzo inutile”;

– “La vita in una scatola” di Fausto Petronzio, ha raccontato “una delle pagine più strazianti di questa pandemia, il non poter incontrare i propri cari in ospedale”, come spiegato da Bonardelli. La clip rende subito l’idea di come questa storia narri di un addio: la vita in una scatola infatti parla di una scatola appartenuta al padre della protagonista, Sabrina Marciano, – morto per covid in ospedale – che le fa ricordare tutti i momenti della loro vita. Il film è particolarissimo perché girato quasi senza l’uso della voce, salvo quella del padre di Sabrina (il famoso doppiatore Mino Caprio) che parla in sottofondo mentre la protagonista sfoglia i loro ricordi. Sabrina Marciano ha voluto specificare il senso profondo del film: “abbiamo voluto dare omaggio a quanti anziani sono morti nelle case di cure e alle famiglie che sono state impossibilitate a fargli visita”. Per lei è stato particolare e intenso fare una interpretazione quasi esclusivamente mimica, soprattutto per il momento particolare da lei attraversato in quel momento, avendo perduto da poco il proprio padre (come la protagonista del film).

Insomma il filo conduttore, oltre alla pandemia, è stato anche una intensa umanità e focus sui rapporti interpersonali, ormai eccezione più che regola.

In chiusura di manifestazione c’è stato anche uno spazio dedicato ad “Aria”, corto sulla violenza domestica al tempo della pandemia, con un contributo della protagonista e sceneggiatrice del film Barbara Sirotti. Quest’ultimo ha sottolineato una tematica/problematica – la violenza domestica – forse non abbastanza nota che ha caratterizzato soprattutto il periodo del primo lockdown. “Un film molto coerente con la tematica di questa sera”, sottolinea Bonardelli. Il film è anche dedicato a Stefania Ceccarelli, uccisa durante la pandemia dal proprio marito.

Barbara Sirotti è riuscita ad evidenziare con il suo corto un mondo a molti sconosciuto e troppo spesso taciuto, che riempie la vita di numerose donne, rinchiuse in prigioni che una volta chiamavano case. Ha anche voluto rimarcare la distanza con quei giorni di lockdown e la bellezza racchiusa dentro il concetto “il cinema non si è fermato”. Il suo intento, con questa produzione, è stato quello di portare la realtà direttamente nelle mani del pubblico per fargliela analizzare e per far pensare le persone su un tema, quello dei femminicidi, troppo importante al giorno d’oggi.

Insomma, sembra molto lontano quel 2013 da quando “Suggestioni dal set” ha esordito in quel di Messina con il suo nuovo approccio al modo di fare critica cinematografica. Si può dire che questo è stato l’anno in cui la manifestazione ha raggiunto la piena maturità, e Bonardelli ha giustamente espresso il suo pensiero sulla prossima edizione, che rende ancor più vivo e reale il senso di questa rassegna: “Speriamo di poter narrare il prossimo anno di un cinema della rinascita!”

Che altro dire se non un incoraggiante “all’anno prossimo!”

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