Polonia, centinaia di migranti arriva al confine, schierato esercito

Partono da Bielorussia, possibile regia Minsk. ha spiegato un'attivista chiedendo di restare anonima in quanto, secondo le nuove leggi polacche sulla sicurezza nazionale, chi presta assistenza ai migranti rischia multe salate e persino il carcere.


8 novembre 2021 – Centinaia di migranti si sono dati appuntamento stamani in Bielorussia per raggiungere il confine con la Polonia nei pressi della località Kuznica Bialostocka-Bruzgi. L’obiettivo è forzare il blocco imposto dale autorità di frontiera e poter richiedere l’asilo.
Le immagini trasmesse dall’emittente polacca Tvn24 mostrano colonne di persone con zaini in spalla e sacchi a pelo premere sul lato bielorusso della frontiera, mentre militari e agenti di polizia sono schierati lungo il confine, su cui sono state erette recinzioni metalliche sormontate da filo spinato. Una scena ripresa dall’alto, che ricorda le carovane che periodicamente vengono organizzate dai migranti latinoamericani al confine con Messico e Stati Uniti.
In un tweet il ministro della Difesa polacco, Mariusz Blaszczak, ha annunciato l’invio di 12.000 militari dell’esercito, mentre Stanislaw Zaryn, portavoce del ministro coordinatore dei Servizi speciali, ha dichiarato: “E’ iniziato il più grande tentativo mai realizzato di entrare con la forza in Polonia”. Il funzionario ha poi detto che in giornata si terrà una riunione d’urgenza per rispondere alla crisi.
Secondo un’operatrice umanitaria contattata dall’agenzia Dire in Polonia, da giorni circolano tra i migranti messaggi che invitano a unirsi alla carovana. “Questa gente è disperata, molti di loro sono bloccati al gelo nella foresta da giorni. Ci chiedono di continuo aiuto per superare il confine e ottenere un visto, ma noi abbiamo le mani legate, possiamo solo fornirgli assistenza legale” spiega la donna, che ha chiesto di restare anonima in quanto, secondo le nuove leggi polacche sulla sicurezza nazionale, chi presta assistenza ai migranti rischia multe salate e persino il carcere.

L’operatrice riferisce che tra i suoi colleghi forte il sospetto che “a organizzare la ‘carovana della speranza’ – così la chiamano – siano state le autorità bielorusse”. I migranti, prosegue, ci hanno mostrato i messaggi che hanno ricevuto: sono appelli a radunarsi a Minsk per partire in gruppo verso la frontiera”. A stupire gli operatori, è il fatto che questa l’iniziativa “sia ben organizzata: sono stati dati indirizzi e orari del raduno e un itinerario da seguire attraverso i boschi per raggiungere la Polonia. Ma i migranti non conoscono così bene Minsk o il territorio da potersi muovere con tale sicurezza”.
Tvn24 riferisce che a guidare la carovana dei migranti, tra cui ci sono anche donne e bambini, ci sarebbero anche “uomini armati in uniforme”. L’emittente privata cita i media indipendenti bielorussi, ma sia per Tvn24 che per altre testate
polacche non è possibile verificare la notizia dal momento che dallo scorso settembre il governo ha imposto uno Stato d’emergenza al confine: un cordone di sicurezza al confine polacco profondo tre chilometri, che rende inaccessibile l’area ai civili, inclusi i giornalisti o gli operatori umanitari.
Dall’estate scorsa è in corso una crisi umanitaria al confine tra i due paesi, con respingimenti sistematici delle persone che sono così costrette a pernottare all’aperto. Le Nazioni Unite hanno già denunciato dei morti epr ipotermia. Il governo di Varsavia accusa le autorità bielorusse di favorire l’ingresso dei migranti provenienti da Iraq, Siria, Yemen, Afghanistan e addirittura dai paesi africani e che permetta loro di raggiungere il confine con Polonia, Lettonia e Lituania. Si tratterebbe di una mossa del governo di Minsk per fare pressioni politiche sull’Unione europea, che sostiene apertamente gli oppositori del presidente Aleksander Lukashenko.
In particolare lo scorso luglio le autorità bielorusse hanno dirottato un volo Ryanair su Minsk per arrestare un noto giornalista dissidente a bordo, Roman Protasevich, un’azione condannata da Bruxelles che ha imposto delle sanzioni indviduali contro 86 esponenti del governo. fonte «Agenzia DIRE»

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