Pistoia, 9 dicembre 2021 – “L’Associazione Teatrale Pistoiese e il Teatro Manzoni si associano al lutto che ha colpito oggi il mondo dello spettacolo italiano: la scomparsa di Lina Wertmüller, grande regista e protagonista del nostro cinema, di recente insignita del Premio Oscar alla carriera.
Nella sua lunga carriera, la regista si è di rado misurata con il Teatro, ma in più occasioni le strade della Wertmüller e dell’Atp si sono in vario modo intrecciate.
La prima volta, nel 1994, avrebbe dovuto debuttare, infatti, al Manzoni di Pistoia, dopo alcuni giorni di permanenza in città per le prove, con il suo testo “L’esibizionista”, protagonisti il compianto Luca De Filippo e Athina Cenci: un incidente occorso in scena a Giuliana Calandra fece saltare la prima pistoiese del lavoro. Meglio andò l’anno successivo, al Teatro Pacini di Pescia, quando allestì il debutto di “Gianni Ginetta e gli altri”, ‘piccolo musical da camera’ da lei scritto per Amanda Sandrelli e per il nipote Massimo Wertmüller.
Al Manzoni tornò nel 2002 un suo spettacolo (la versione teatrale di “Storia d’amore e d’anarchia” con Elio e Giuliana De Sio, nei ruoli ricoperti al cinema da Giancarlo Giannini e Mariangela Melato) ma la regista non era presente.
È stato poi nel 2007 che – su intuizione di Raffaella Azim, protagonista e coproduttrice de “La vedova scaltra”, produzione dell’Associazione Teatrale Pistoiese – Lina Wertmüller fu chiamata a lavorare a Pistoia per circa 40 giorni alla regia dello spettacolo, coadiuvata dal marito Enrico Job per scene e costumi: ci ricordiamo ancora l’enorme letto bianco della vedova Rosaura, fulcro della regia dello spettacolo (che debuttò poi a metà Luglio alla Biennale del Teatro di Venezia, nell’ambito delle celebrazioni goldoniane) e il tono “champagnino” che chiedeva alla recitazione degli attori.” (Saverio Barsanti, Direttore artistico Associazione Teatrale Pistoiese)
in allegato: foto della scena dello spettacolo “La vedova scaltra” di Goldoni prodotto dall’Associazione Teatrale Pistoiese nl 2007, con la regia di Lina Wertmüller e le scene e costumi, firmate dal marito Enrico Job