Superbonus, Confapi jr: cantieri a rischio, nostre proposte per sblocco

Il presidente del gruppo Giovani, Di Santis: attivare controlli anche con vigili urbani

NAPOLI, 10 febbraio 2022 – «A Napoli e provincia sono a rischio centinaia di cantieri finanziati coi Superbonus».

A lanciare l’allarme è Massimo Di Santis, presidente del gruppo Giovani Confapi Napoli.

«Le inchieste di questi mesi disegnano uno scenario desolante – aggiunge – in cui, a farne le spese, sono sempre, e ancora una volta, gli imprenditori. Quelli che rischiano in prima persona».

«I recenti provvedimenti restrittivi, varati dal Governo, non operano alcuna valutazione tra buoni e cattivi. L’intero comparto dell’edilizia è stato nuovamente abbandonato nella palude burocratica, ostaggio della bulimia regolamentare e normativa dell’Esecutivo».

«C’è una realtà che va oltre le indagini per truffa che stanno interessando varie Procure in tutt’Italia, a partire proprio da Napoli – prosegue Di Santis –. E c’è una verità che nessuno vede: il credito, se fraudolento, nasce fraudolento. E questo perché lo Stato, semplicemente non ha vigilato e posto in essere un sistema di controlli efficace, come il coinvolgimento dei vigili urbani, dei tecnici comunali (legge Merloni) o un preventivo e cautelativo ritardo tecnico di 30-60 giorni per la maturazione dei crediti rinvenienti da interventi al di sopra di una certa soglia. Non sono le cessioni successive a rendere legittimo un credito farlocco».

«Il credito nei passaggi di mano successivi non si acquista con denaro in contante ma, ovviamente, con un bonifico tracciato: significa che quando c’è la provvista su un conto corrente, il denaro è già stato riciclato e c’è una banca che non ha vigilato – continua Di Santis –; dunque, il problema non è la “merce” che si acquista ma il danaro con cui si effettua il pagamento. Il mondo dell’edilizia non ha bisogno di infinite cessioni di crediti fatte da soggetti esogeni al sistema, soggetti di cui spesso è addirittura vittima, come in questo periodo di drammatica mancanza di liquidità; basterebbe introdurre soltanto altre due cessioni: una prima, tra chi fa sconto in fattura e il fornitore di materiale edile che si fa pagare coi crediti; una seconda, tra la banca seconda cessionaria ed altre banche oppure i suoi correntisti che effettuano operazioni con l’F24, cioè soggetti già censiti, schedati, profilati e continuamente monitorati nelle loro movimentazioni bancarie dalle più ferree e stringenti normative bancarie».

«La soluzione al problema della natura fittizia di cessioni multiple era già presente prima del 17 luglio 2020: le cessioni erano possibili solo tra soggetti relazionati tra loro; basterebbe rispolverare la normativa precedente per bloccare sul nascere le cessioni multiple con genesi esogene, speculative o di dubbia finalità – sottolinea ancora il numero uno di Confapi jr –. Bisogna però far presto: gli stessi cantieri del Superbonus, magari già arrivati ad un Sal (stato avanzamento lavori) molto spinto ma non al saldo finale, si fermeranno e, non facendo fare il salto di 2 classi energetiche, genererà una nuova “frode” di Stato, con un debito in capo al committente di importo pari a quanto fatturato fin a quel momento, più interessi, more e sanzioni. E, ciò che è peggio, il tutto avverrà per interventi inutilizzabili (si pensi ad un isolamento termico non ultimato) o addirittura pericolosi (si pensi ad un ponteggio abbandonato in un condominio)».

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