Acireale (Catania) è una perla reale che si affaccia sul Mar Jonio. Tutti intorno si snodano meravigliose vallate di limoneti e frutteti, una vera oasi paradisiaca. Non lontano ci sono i mitici “Scogli dei Ciclopi”, che Polifemo avrebbe lanciato contro l’astuto Ulisse dopo la sua fuga roccambolesca dalla caverna dove il mostro l’aveva rinchiuso. La grande montagna dell’Etna sembra proteggere le tante cittadine accovacciate lungo i suoi pendii, che scivolano verso il mare e di cui Acitrezza ed Acireale sono in particolare due gemme.
In questo ambiente, soprattutto ad Acireale, si svolgono le vicende di “Stella”, un quadro, abilmente dipinto dal Prof. Antonio Leotta. Ritornare a sfogliarne le pagine, potrebbe riproporre immagini di un tempo glorioso, non lontano da noi. Tutti, credenti e non, laici e cattolici, persone impegnate nel proseguire la propria vocazione o comuni mortali, vi potranno scoprire qualche riflessione o idea che li indurrà ad operare una profonda trasformazione nel loro intimo.
Non sarà tanto la curiosità, o forse anche questa, che li sospingerà a divorare le varie vicende, ma una vera necessità di confrontare il proprio iter esistenziale con personaggi in cui rispecchiarsi.
Tante figure vengono quasi psicologicamente scolpite nel quadro della vita acese o della “Perla Jonica” in una qualunque giornata: la “Nasone”, capace di custodire le confidenze, strappate abilmente agli inquilini del vicinato; il “saggio” Don Sebastiano, uomo retto, che riflette sui nobili decaduti della città; i parenti dei ragazzi in visita ai loro congiunti presso il prestigioso Collegio Cassisi; la Baronessa Adelaide, “una principessa in difficoltà”, che impiglia il corpo e l’animo di P. Gabriele, un giovane Gesuita intento a formare i futuri responsabili delle sorti della loro isola, ecc.
L’incontro tra il Professore enigmatico, “uno studioso di riguardo, gentile e raffinato nei modi, molto riservato”, ma “uomo senza Dio” e il giovane Gesuita, è quanto mai interessante. A lui P. Gabriele prospetta una visione della Chiesa, “inserita nella storia” nonostante le aberrazioni di secoli passati, “in costante cammino verso la fine dei tempi”, “sempre in atteggiamento di chi vuole ancora conoscere”, “in ascolto di Dio che si manifesta attraverso eventi per noi, a prima vista, inspiegabili”, protesa “nella ricerca della verità”. “Quella verità che ci farà liberi”, che la Chiesa non possiede del tutto, ma che cerca continuamente di scoprire.
Sarà però la celebrazione del Giubileo Santo del 1950 che 9segnerà l’apice della catarsi, quando il giovane Gesuita e la Baronessa: due cuori nobili, tesi verso l’infinito, che l’Amore riporterà sulla terra per vivere un calvario di incomprensioni, si incontreranno. L’esistenza della contessina, principessa e regina “Stella”, nata da una fiaba e da due cuori pulsanti, raggiungerà la punta più alta della loro vita, stagliandosi come inamovibile realtà non solo nella vita dei due amanti ma anche nella storia della leggendaria città acese.
Plausi incondizionati vadano all’amico e scrittore, Prof. Antonio Leotta, sempre pronto a cogliere aspetti interessanti e, a volte, misteriosi, dell’enigmatica e bella città di Aci e Galatea e a condividere valori fondamentali e universali di solidarietà, pace e giustizia della fratellanza cosmica, pur partendo da realtà locali. Tale visione, tanto apprezzata e che condividiamo con gratitudine, soprattutto in questo memento in cui il mondo sembra vacillare sotto il peso della sua storia pluri-millenaria, è la luce che l’Autore indica alla fine del tunnel di ogni piccola o grande vicenda delle varie esistenze umane, che tappezzano il quadro del libro.