Roma, 29 agosto 2019 – Conte ha appena accettato, con riserva, l’incarico datogli da Mattarella di formare un nuovo governo e ora scoppia la totoministri mania. Da chi sarà formato il Governo giallorosso? I nomi in ballo – Se il nome del premier ormai è stato concordato, resta il nodo vicepremier. Essendo il premier persona cara al MoVimento, il vicepremier potrebbe appartenere al Pd: al momento il nome più quotato è quello di Dario Franceschini. Altro nome caro al M5s è quello di Vincenzo Spadafora, che sarebbe però anche in lizza per la carica di sottosegretario alla presidenza. A fargli concorrenza per il ruolo di sottosegretario c’è Paola De Micheli, per cui sembra esserci un posto anche al Ministero dello Sviluppo Economico.I Ministeri chiave – Più di un nome sarebbe in lizza per sostituire Salvini. Al Viminale potrebbe salire un uomo del Pd, Marco Minniti; ma il nome che si sente più fare in questi ultimi giorni è quello di Franco Gabrielli, capo della polizia. Al terzo posto nella corsa al Ministero dell’Interno c’è Mario Morcone, esperto di immigrazione.E dove finisce Di Maio? Il leader del MoVimento cambierebbe ministero, questa volta per lui ci sarebbe la Difesa. Senza molta sorpresa, come già anticipato giorni fa, il ministero degli Esteri tornerebbe nelle mani di Paolo Gentiloni.Esiste comunque la possibilità di una riconferma di Enzo Moavero. Tra i Ministeri tenuti più sott’occhio c’è quello all’Economia: il nome che si fa strada in queste ore è quello di Daniele Franco e con lui anche quello di Marco Buti, direttore generale per gli affari economici e finanziari della Commissione Ue. Toninelli perderebbe le Infrastrutture che passerebbero nelle mani di un altro grillino, Stefano Patuanelli. Mentre Alfonso Bonafede potrebbe tenere il ministero della Giustizia, ma se lo contenderà con Andrea Orlando, Pd, e anche per lui sarebbe un ritorno. Intanto in lizza per una riconferma c’è anche Giulia Grillo, ora ministro della Sanità. Intanto resta da assegnare il ministero dell’Istruzione, ora in mano alla Lega, e il primo nome papabile è quello di Nicola Morra. Il Pd punta su un ritorno della Cirinnà a cui andrebbe il ministero delle Pari Opportunità, in concorso con lei per la carica c’è anche Lorenza Bonaccorsi. A Fraccaro, invece, toccherebbe un cambio di ministero, il grillino potrebbe conquistare il ministero delle Riforme. Se a Franceschini toccasse la vicepresidenza, si dovrebbe trovare un nome alternativo ai Beni Culturali, il Pd al momento punterebbe su Anna Ascani; mentre il ministero della Famiglia potrebbe andare aDebora Serracchiani o a Marina Sereni. Oggi più che mai c’è bisogno di porre l’accento sul ministero dell’Ambiente, che potrebbe andare a Rossella Muroni.
(Valentina Ciambrone www.thesocialpost.it)