Malta, un viaggio tra le sfumature, dal mare alla terra

Abitato da millenni, l'arcipelago del Mediterraneo tutela e tramanda tradizioni di antica ascendenza. Affascinanti simbologie per scoprire Malta i colori e la sua cultura. Basta seguirne la scia tra mare, il luzzo e le porte dei vicoli

L’ecosistema di Malta presenta un’offerta turistica ben più variegata, potendo contare su imponente modernità ed una storia antica intrisa di tradizioni artigiane che continuano a rappresentare uno dei principali elementi di fascino di una cultura da scoprire. La sua capitale, Valletta, è oggi un centro culturale vivace, guidato dalla capacità di progettare il futuro senza perdere di vista l’eredità del passato. Questo spirito ha fatto della città al centro del Mediterraneo una nuova destinazione di riferimento per l’arte contemporanea.

IL LUZZU E LA VITA DI MARE A MALTA

Proprio alla navigazione si lega la storia del luzzu, la tradizionale barca dei pescatori maltesi, facilmente riconoscibile per gli occhi dipinti sulla prua. L’origine di questo mezzo è antica, e si fa risalire all’epoca dei Fenici. Le tecniche di costruzione e pittura dello scafo – evidenziato dai colori sgargianti che hanno fatto del luzzu un’icona nazionale – sono tramandate da generazioni, tanto da diventare oggetto di studio e interesse. Risale agli Anni Settanta l’indagine dell’antropologo Desmond Morris, che cinquant’anni fa, spostandosi tra i diversi villaggi costieri dell’isola, esaminò circa quattrocento imbarcazioni, paragonando l’esperienza alla visita di un inaspettato museo a cielo aperto. Ne è nato un libro, The Boats of Malta – The Art of the Fisherman, in cui l’autore maltese Joseph Aquilina ha raccolto gli esiti dell’esplorazione di Morris. Anche se ogni pescatore imprime al suo luzzu personalità e gusto propri, le variazioni cromatiche sono più genericamente influenzate dalle località di provenienza del mezzo. La pittura (in sei strati di vernice sovrapposti, da ritoccare periodicamente con scrupolo) segue inoltre una serie di regole “universali”: il marrone rossastro riservato alla metà inferiore della barca, per contrassegnare la linea di galleggiamento, la località di provenienza del proprietario identificata dal colore del mustaċċ, cioè la fascia superiore dell’imbarcazione, a forma di baffo (rosso per Saint Paul’s Bay, giallo limone se originaria di Msida o St Julian’s, giallo ocra dalla zona di Marsaxlokk, tra i porticcioli più pittoreschi dell’isola, e Marsascala; nero in caso di lutto per una morte in famiglia).

SIMBOLOGIA E FUTURO DEL LUZZU

Simbologia da interpretare attraverso un codice noto anche per le decorazioni: l’occhio (riconducibile all’occhio di Osiride o Horus di ascendenza fenicia e greca), che ancora adorna la maggioranza dei luzzu in circolazione, è il più diffuso amuleto per proteggere i pescatori in mare aperto. Ma non è raro trovare un sole nascente, una croce maltese, un pesce, stelle cadenti o leoni. Diffuse anche immagini riconducibili alla pace, come colombe, rami d’ulivo e agnelli, che evidenziano il legame con l’iconografia religiosa. Del resto in passato si usava intitolare le barche ai santi patroni delle diverse località, sempre in funzione protettiva, mentre più recente è l’usanza di dedicare l’imbarcazione a importanti esponenti politici. Insomma, quella del luzzu è un’arte che costituisce parte fondamentale del folclore di Malta. Tanto che nel 2021 le è stato dedicato persino un film (Luzzu, diretto dal regista maltese Alex Camilleri, sul dramma di scegliere se e come cambiare vita), capace di aggiudicarsi il premio speciale della giuria al Sundance Film Festival per la prova dell’attore protagonista Jesmark Scicluna (un vero pescatore, come molti degli attori in scena). Chi visita l’isola può approfondire il tema al Malta Maritime Museum di Birgu, ospitato negli spazi dell’ex Royal Naval Bakery per raccontare oltre sette secoli di storia della navigazione nel Mediterraneo. La collezione conserva 20mila manufatti relativi al passato marittimo di Malta, compresi alcuni esemplari delle tradizionali barche colorate in legno, oggi tutelate anche dall’Associazione delle Barche tradizionali di Malta, che opera perché l’artigianato locale sopravviva all’avvento di imbarcazioni più moderne.

TRA I VICOLI DI MALTA, OSSERVANDO LE PORTE

Passeggiando per i centri urbani maltesi, che si tratti di una città o di un villaggio dell’entroterra, non è difficile notare una caratteristica costante che illumina le facciate di molte abitazioni: le porte dai colori sgargianti dotate di vistosi battenti ottone (in maltese, il-ħabbata) e corredate da verande in legno dello stesso stile e colore delle porte e infissi rigorosamente in legno.

Anche in questo caso il legame con la superstizione popolare è manifesto: molti dei simboli rappresentati sono riconducibili ad auspici di prosperità, potere e ricchezza. E, in passato, proprio dai batacchi si poteva immediatamente intuire il prestigio di una famiglia: più grande e originale era l’oggetto – forgiato in bronzo, rame, ottone – più evidente lo status privilegiato dei proprietari, che così celebravano anche il loro buon gusto. Codificato, come prevedibile, è il campionario di simboli rappresentati, dai soggetti legati al mare (delfini, cavallucci marini, àncore) a cavalli, leoni, teste o mani di uomini e donne, oltre alla tradizionale croce maltese. In assenza temporanea di battente, il viandante di un tempo veniva a conoscenza di un lutto in famiglia. Oggi il crescente interesse turistico per il folclore locale ne ha fatto oggetti di artigianato in vendita presso molte botteghe, da riportare a casa come ricordo della permanenza sull’isola. Ma più interessante è scoprire come si è evoluta la pratica nei secoli confrontando sul campo i batacchi più datati con le creazioni moderne, tra i villaggi di Balzan, Zejtun, o nei vicoli più nascosti di Valletta. Mentre il Museo Archeologico della capitale conserva gli esemplari più antichi di questa peculiare forma d’arte maltese.

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da Artribune

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