L’associazione Amici dello Jaci visita Randazzo e Bronte

L'itinerario di visita è stato curato dall'arch. Michele Palamara.
visita a Randazzo e Bronte

I soci dell’ass. Amici dello Jaci, presieduta dal prof. Nino Micali, hanno visitato nei giorni scorsi le città di Randazzo e Bronte.

I due bellissimi centri perietnei, il primo prettamente basso medievale, il secondo cinquecentesco, insieme al cosiddetto “castello di Nelson”, sono stati particolarmente apprezzati dai 56 partecipanti.

Nella mattinata, lungo un percorso di circa 3 km, il gruppo è andato alla scoperta di alcune delle porte della città, della torre sveva, delle tre principali chiese (Santa Maria nel quartiere latino, San Nicolò nel quartiere greco e S. Martino nel quartiere lombardo) e dei palazzi, per lo più trecenteschi e quattrocenteschi, quasi inalterati nel loro aspetto architettonico.

Lungo l’antica strada di Piazza Sottana si è ammirata la porta aragonese, la chiesa di S. Maria e la sua loggia sagrestia “spagnoleggiante”, la chiesa di S. Nicolò, il palazzo Clarentano Finocchiaro, Palazzo Reale e la Torre sveva; lungo l’antica strada di Piazza Soprana, la chiesa di S. Martino, la via degli Archi e Palazzo Cavallaro.

L’immancabile visita al Castello di Nelson (originariamente monastero fortificato, prima basiliano e poi benedettino), malgrado in fase di restauro, è stata l’occasione per immergersi in un paesaggio rilassante ma, allo stesso tempo, protagonista della triste diatriba tra i brontesi e l’Ospedale di Palermo prima (dal 1523) e la famiglia Nelson dopo (dal 1799). Diatriba, terminata solo nel 1981 (anno del passaggio del complesso al comune di Bronte) e passata attraverso rivolte sanguinose, come i fatti di Bronte del 1860, e ripicche tra inglesi e italiani, come la costruzione mussoliniana del vicino Borgo Caracciolo e la successiva distruzione da parte dei Nelson.

Nel pomeriggio, malgrado la stanchezza, per un paio d’ore, i partecipanti hanno potuto vivere la festosa sagra del pistacchio di Bronte e le sue gradevoli architetture cinquecentesche.

L’itinerario di visita è stato curato dall’arch. Michele Palamara.

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