La ricordanza nostalgica di Pierfranco Bruni

Un fiume in piena la  narrazione di  umane storie e  forti sentimenti, di  luoghi che sopravvivono nel cuore, ma, non sempre  nella vita reale.Pierfanco allontana dalla sua poetica il realismo che offusca ogni sorta di materialismo becero, di  materialità del reale

Pierfanco allontana dalla sua poetica il realismo che offusca ogni sorta di materialismo becero, di  materialità del reale”

“Un fiume in piena la  narrazione di  umane storie e  forti sentimenti, di  luoghi che sopravvivono nel cuore, ma, non sempre  nella vita reale”

La memoria nella poesia è emozione legata al rimpianto o alla  nostalgia.

Nel caso di Pierfranco è persistenza a priori di uno stato dell’anima che abbraccia il presente veicolando ciò che il tempo ha reso tale e che farà parte di un dopo importante di cui  si conoscono le intenzioni ma che resta nebuloso e incerto.
Questo modo di intendere il suo raccontare rende uniche le sue performance poetiche o narrative  in cui la parola si fa urgente ricordo richiamato dal presente.

Direbbero gli inglesi è la  “shadow power”, la sua ombra accompagnatrice, condizione di perenne ricordanza nostalgica, quando non di vero e proprio rimpianto che disinganna il certo del presente e ne porta avanti la cura.
E’ il dialogo senza fine con il  sé.

Il  pensiero creativo del nostro,  vive le emozioni,  le personalizza, affronta situazioni di dolori e momenti lieti , dichiarati senza parsimonie verbali o semantiche.
Un fiume in piena la  narrazione di  umane storie e  forti sentimenti, di  luoghi che sopravvivono nel cuore, ma non sempre  nella vita reale.

L’ anima poetica non viene mai meno, perdura senza limiti a se stessa, al suo io inconscio con repentini viaggi di andata e ritorno, dalla tradizione al presente  che delimitano  la nostalgia  con qualche cenno di rassegnazione,  perché il momento  di vita, già prima di essere, non è più.
Il suo parlato/scritto si svolge su  piani gravitazionali sovrapposti di tempi e di spazi mai lineari  che si inglobano in una tela di trame somiglianti alle reti del pescatore che conosce il mare, i cui nodi flessibili  si allargano e si stringono secondo l’intensità dell’emozione.

Le sue acrobazie letterarie e poetiche escludono tutto ciò che può intaccare o stravolgere  la concettualità della bellezza, dell’armonia, dell’innocenza.

Anche le storie  si svolgono  seguendo un fluire  ininterrotto di  pensieri – parole  dove solo la nostalgia può essere il motore continuo che non separa ma unisce fantasie, ricordi e desideri e tutte le trasformazioni abili di cui la mente è sovrana.


Pierfanco allontana dalla sua poetica il realismo che offusca ogni sorta di materialismo becero, di  materialità del reale:  solo l’alchimia delle belle arti garantisce la campitura di una gravitazione della mente dove l’esaltazione di bellezza e armonia, emozione e sentimento creano un quadro languidamente espressivo di erotismo accattivante che come il fumo del camino nella notte  si anima di sfumature irripetibili, mai bianco o nero definito , ma il colore di trasmutazioni indefinibili, di carezzevoli languori e suggestioni.
Ritmi di emozioni regolano le parole, che non corrono su righe lineari di fogli di quaderno . Pierfranco come in una ghirlanda aperta di inerzia empaticamente estetica e sensuale, con spinte  a fuoriuscite e languidi brevi ritorni, elimina zone di blocco e ostruzioni. Nel suo mondo  figure  sensuali e trasognate fluttuano liquidamente in contenitori sintattico/emozionali senza pareti, aperte al mistero che    permette di navigare  eludendo il prima e il dopo e ogni direzione obbligata.

Estetica della bellezza,  della classicità e di ogni luogo a procedere nei vuoti e nei pieni dell’anima in un paradiso virtuale dei sensi, dell’incanto magico di amore  che va dal materico al metafisico includendo solo immagini di eterna grazia e leggiadria  che solo nella nostalgia del ricordo a volte malinconico possono affiorare e prendere forma.
Il nostro  non si stanca di riproporre senza limiti di grammatica o di lessico o di pentagramma armonico il suo concetto della donna fatalmente onirico.  Come in un contemporaneo stilnovo la  avvolge  in una fiaba di bellezza, erotismo conturbante, languore  e purezza sacrale insieme. Le donne di Pierfranco animano il sogno fitto di magia e mistero di cui il suo io non sa fare a meno e  al contempo salvano l’idea metafisica di estetica ed estatica  naturalità ed istintiva  saggezza .
Crea donne vestite di trasparenze di veli mediterranei, fragranze olfattive di boschi e serre, mari e venti  Secondo i ritmi del suo immaginario maschile, semoventi figure femminili prendono forma e ondeggiano forti della propria fragilità cosmica,    simboli creativi  di amore,  in uno spazio simbolico da oriente a occidente. La dipendenza femminile a partire dal concetto di “madre”  non dà tregua all’autore, la forza femminile creatrice  redime il mondo,traghettando al bene  l’uomo che la genesi ha voluto dotato di forza bruta e quindi foriero di guerre, ferite e dolore.

La forza che Pierfranco adopera è nel gettito delle parole, dei versi, nel dettato dei suoi racconti che rendono magnificamente l’idea del sublime che solo l’altra metà del cielo può trasfigurare.
Non solo donne ma l’umana dualità di genere entra nelle sue immagini d’autore. Pierfranco si affaccia nel tempo ignorando schemi di procedura storica  rianima persone e protagonisti come  Eva Kant , De Andrè ,  Eleonora , Pavese,  San Francesco … La liturgia narrativa e poetica del nostro vaga imperterrita senza bisogno di spazi reali intorno. Come una spinta al contrario che si dirige non fuori,ma affonda  dentro, sempre più in fondo, al centro dell’anima. Storia,politica, classici del mito, ambiente, società sono valori relativi , di contorno, non marchiano,non vantano responsabilità. I prescelti  sono per se stessi unici, incontaminati, nell’ assoluta libertà del proprio essere ed esistere e vanno considerati nell’abbecedario personale,  in una estetica dal sapore antico e atemporale di contaminazione interiore, una sorta di “jardin  des histories du monde” dove trovano  luogo culture, immagini,  suggestioni,  miti, riti  che costituiscono un monolite inattaccabile e linfa di energia globale.
Riferimenti attuali e moderni, estratti filosofici e classici e l’eterna favola del mondo nel racconto poetico di Pierfranco si svolgono in una tessitura colta di immaginazione creativa tra l’io presente e tradizione familiare e storica . La conoscenza e l’apprezzamento dei classici dà un tocco  di visionaria “realtà aumentata”  racchiusa secondo i canoni del sogno che rende   significante i moti dell’umanità totale, vasta, plurale, classica e leggendaria.

Stampa Articolo Stampa Articolo