Roma, 22 marzo 2023 – Quest’anno c’è molta attenzione alla Giornata mondiale dell’acqua, la ricorrenza istituita nel 1992 dalle Nazioni Unite, in occasione della Conferenza di Rio, per lanciare in tutto il mondo un messaggio di sensibilizzazione sull’importanza di questa risorsa per la sostenibilità ambientale, il benessere dei cittadini e la crescita economica. Ma se nel 1992 si poteva sperare di prevenire e contrastare gli effetti del cambiamento climatico, oggi dobbiamo adattarci.
Il tempo è scaduto e a sostenerlo è l’intera comunità scientifica. Che sia messo al bando dunque il concetto di “emergenza”, perché l’emergenza è diventata la normalità. Sono stati mancati i più importanti appuntamenti stabiliti dalle Agende internazionali in termini di salvataggio del pianeta e non sarà certo la maggiore piantumazione di alberi a dare risultati nell’immediato. Dobbiamo adattarci e avere il coraggio di scelte difficili, come ad esempio rinunciare ad alcuni tipi di coltivazioni che richiedono eccessivi apporti di acqua, e fare investimenti al fine di accelerare il trasferimento tecnologico di soluzioni tecniche che la scienza (e gli istituti di ricerca) hanno già trovato ma che trovano ostacoli burocratici o finanziari per la loro realizzazione.
I dati di ISTAT sull’utilizzo di acqua potabile
Secondo i dati elaborati da ISTAT, il prelievo di acqua per uso potabile raggiunge il Italia i 9,2 miliardi di metri cubi e si mantiene il più alto in Europa. Buona parte del prelievo (2,80 miliardi; il 30,5%) avviene nel distretto idrografico del fiume Po e basta questo dato a mettere in allarme i territori che ne beneficiano: se il Po è in secca, sono a rischio migliaia di cittadini oltre che agricoltura e settore industriale. L’estate del 2022 ci ha mostrato un fiume asciutto in cui alla diminuzione dei livelli delle acque ha corrisposto l’avanzata dell’acqua salata in risalita dalla foce. Questa miscela a prevalenza salina è finita nelle irrigazioni e si sa, buttare sale sul terreno coltivabile non è mai una buona idea. Quest’anno sarà diverso?
Le otto proposte di UTILITALIA: un piano immediato
Utilitalia, la federazione che riunisce le Aziende speciali operanti nei servizi pubblici dell’acqua, dell’ambiente, dell’energia elettrica e del gas, propone un approccio preventivo della gestione dell’acqua basato sulle “5 R” – Raccolta, Ripristino, Riuso, Recupero e Riduzione al fine di attuare interventi per garantire la circolarità della risorsa idrica e la sicurezza dell’approvvigionamento.
Le azioni da mettere in campo – si legge nella nota divulgata dall’ente- devono prevedere necessariamente una combinazione di fattori che riguardano non solo un utilizzo efficiente, ma anche la realizzazione di infrastrutture moderne che consentano la diversificazione della strategia di approvvigionamento e, non ultimo, il superamento delle criticità gestionali e di governance che oggi frenano lo sviluppo del settore e riducono la qualità del servizio in alcune zone del Paese. Da questo punto di vista è importante promuovere interventi in innovazione e digitalizzazione anche facendo ricorso a strumenti di veloce sviluppo come il venture capital.
Utilitalia ha quindi lanciato otto proposte concrete per favorire l’adattamento infrastrutturale delle reti idriche al cambiamento climatico.
Nel breve periodo (entro 3 mesi): favorire il riuso efficiente, contrastare il cuneo salino, diversificare la strategia di approvvigionamento e sostenere la presenza di gestioni industriali.
Nel medio periodo (entro 6 mesi) il rafforzamento della governance dei distretti idrografici e la semplificazione per la realizzazione degli investimenti.
Nel lungo periodo (oltre 6 mesi) la promozione dell’uso efficiente dell’acqua e la realizzazione di opere infrastrutturali strategiche.
“Gli effetti dei cambiamenti climatici sulla disponibilità della risorsa idrica – conclude il presidente di Utilitalia, Filippo Brandolini – sono sempre più evidenti e danno luogo ad eventi che non si possono più considerare eccezionali. Bisogna affrontarli con interventi che favoriscano la resilienza delle reti e dei sistemi acquedottistici all’interno di un approccio globale che consideri tutti i diversi utilizzi dell’acqua nel nostro Paese, garantendo la priorità all’uso civile. Al contempo, dai dati del Blue Book emerge chiaramente la necessità di interventi urgenti sul fronte della governance, in mancanza dei quali sarà impossibile portare il livello degli investimenti vicino alla media europea e colmare il water service divide tra le diverse aree italiane”.
Il decalogo salva-acqua di ENEA
Già presentato in occasione dell’estate siccitosa del 2022 , ENEA rilancia il decalogo salva acqua da tenere presente non solo nella stagione estiva ma, oramai, tutto l’anno.
- Mantenere efficiente l’impianto idrico e verificare la presenza di perdite occulte: si calcola che con un rubinetto che gocciola si perdano fino a 5 litri al giorno;
- chiudere il rubinetto per evitare che l’acqua scorra inutilmente. Per lavarsi i denti sarebbero necessari solo 1,5 litri se si chiudesse l’acqua tra le varie operazioni, evitando di sprecare fino a 30 litri. Allo stesso modo durante il lavaggio delle mani si potrebbe evitare lo spreco di almeno 6 litri e durante la rasatura fino a 20 litri;
- riutilizzare l’acqua di cottura della pasta o del lavaggio delle verdure per sciacquare i piatti prima di metterli in lavastoviglie o per annaffiare (quando non è salata);
- utilizzare lavastoviglie e lavatrici sempre a pieno carico. Si calcola che per un carico di lavastoviglie (classe A) senza prelavaggio vengano utilizzati fino a 15 litri (7 litri in classe A+++), mentre per un carico di lavatrice (classe A) si impiegano 45 litri. Preferire inoltre programmi di lavaggio a temperature non elevate (40-60° C). Inoltre, con l’installazione di pannelli solari si eviterebbero i consumi elettrici per scaldare l’acqua necessaria agli elettrodomestici;
- preferire rubinetti con sensori o con rompigetto aerato che riducono il flusso dell’acqua e hanno maggiore efficacia di lavaggio, avendo cura di mantenerli in efficienza (ad esempio utilizzando la chiavetta raschiatrice);
- installare sciacquoni a doppio tasto per risparmiare anche 100 litri d’acqua al giorno, considerando che a ogni utilizzo di modelli con un solo pulsante si usano fino a 16 litri;
- scegliere la doccia invece che la vasca da bagno per risparmiare fino a 1.200 litri all’anno. Si stima che per fare un bagno in vasca si consumino mediamente fra i 100 e i 160 litri di acqua mentre per fare una doccia di 5 minuti se ne consumano al massimo 40 litri, ancora meno se si chiude il rubinetto quando ci si insapona;
- chiudere l’impianto centrale in caso di periodi prolungati di mancato utilizzo, ad esempio quando si parte per le vacanze;
- utilizzare per l’irrigazione sistemi temporizzati, a goccia o in subirrigazione, in virtù della loro maggiore efficienza;
- utilizzare pavimentazioni drenanti nelle superfici esterne agli edifici, al fine di conservare la naturalità e la permeabilità del sito, favorire la ricarica delle falde, ridurre la subsidenza e mitigare l’effetto noto come isola di calore.
Foto di David Becker su Unsplash