Durante i lavori di ristrutturazione previsti nell’ambito del Grande Progetto Centro storico di Napoli-Valorizzazione dei siti Unesco, è stato scoperto un affresco di fine ‘400 o inizio ‘500 dietro un muro dell’ex monastero benedettino iniziato a edificare sin dal IX secolo e intitolato ai Santi Severino e Sossio, che oggi ospita l’Archivio di Stato di Napoli.
La scoperta risalente a luglio 2023 è un affresco raffigurante una Deposizione in mezzo e due santi vescovi ai lati. “Al centro di questa gemma artistica si trova un affresco raffigurante il Cristo morto tra le braccia di Maria, ai lati, i santi benedettini Severino e Sossio, con pastorale e mitria, a testimonianza della ricchezza dell’iconografia religiosa che essa contiene”, spiega Candida Carrino, dal 2019 direttrice dell’Archivio di Stato.
L’affresco è situato in una piccolissima cappella, sconosciuta fino a oggi, essa si trova lungo il percorso che i monaci seguivano per raggiungere la chiesa dei Santi Severino e Sossio dal convento, poi divenuto Archivio di Stato e in questa occasione nel 1835 l’antico collegamento fu ostruito. Grazie all’idea progettuale elaborata dalla Soprintendenza Archeologia belle arti e paesaggio per il comune di Napoli di ripristinare il collegamento è stata scoperta una nicchia contenente l’affresco in questione, forse un luogo di raccoglimento nella vita dei monaci, murato successivamente per la costruzione di una scala. Si ipotizza che la nicchia abbia potuto contenere i resti mortali dei due santi ai quali la chiesa è dedicata.
“Ora andrà affrontata l’appassionante fase della datazione e dell’individuazione dell’autore. Questa scoperta ci ricorda ancora una volta che il lavoro meticoloso e la perseveranza premiano sempre. E che il nostro Archivio, scrigno di splendide vestigia documentali e di opere d’arte, rappresenta un unicum per un pubblico sempre pi ampio, anche sotto il profilo museale” commenta Candida Carrino.
Napoli continua a svelare aspetti finora sconosciuti del patrimonio artistico italiano, dichiara il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. “Una scoperta che ci mostra uno spaccato della Napoli aragonese ed è anche una nuova gemma per i tanti turisti che frequentano la nostra città”.