Per ricordare il 200° anniversario del sogno di San Giovanni Bosco, le poste vaticane hanno emesso un originale francobollo che ripropone l’immagine di quel sogno che ha dato l’avvio all’opera salesiana a servizio della gioventù.
Era l’anno 1824, quando il piccolo Giovanni Bosco, come egli stesso racconta nelle sue Memorie, fece un sogno: “ Mi parve di essere vicino a casa… dove stava raccolta una moltitudine di fanciulli, che si trastullavano… Alcuni ridevano, altri giocavano, non pochi bestemmiavano. All’udire quelle bestemmie mi sono subito lanciato in mezzo di loro, adoperando pugni e parole per farli tacere… In quel momento apparve un uomo venerando… la sua faccia era così luminosa, che io non potevo rimirarlo. Egli mi chiamò per nome e mi ordinò di pormi alla testa di quei fanciulli aggiungendo queste parole – Non con le percosse, ma con la mansuetudine e con la carità dovrai guadagnare questi tuoi amici.
Mettiti dunque immediatamente a fare loro un’istruzione sulla bruttezza dei peccati e sulla preziosità della virtù – …vidi accanto a lui una donna di maestoso aspetto, vestita di un manto, che risplendeva da tutte le parti… mi accennò di avvicinarmi a lei, mi prese con bontà per mano e mi disse – Guarda – …Guardando mi accorsi che quei fanciulli erano tutti fuggiti ed in loro vece vidi una moltitudine di capretti, di cani, orsi e di parecchi altri animali – Ecco il tuo campo, ecco dove devi lavorare. Renditi umile, forte e robusto: e ciò che in questo momento vedi succedere di questi animali, tu dovrai farlo per i miei figli… a suo tempo tutto comprenderai.”
Quel sogno fu l’origine della vocazione del futuro fondatore della Congregazione dei Salesiani ed è stato la fonte ispiratrice del carisma educativo, permeato da tre principi: Ragione, Religione e Amorevolezza.
Come ha scritto Papa Francesco nella lettera al Rettor Maggiore dei Salesiani, Padre Angel Fernandez Artime, in occasione del Bicentenario della nascita di Don Bosco
“Don Bosco ci insegna, prima di tutto, a non stare a guardare, ma a schierarci in prima linea, per offrire ai giovani un’esperienza educativa integrale che, solidamente basata sulla dimensione religiosa, coinvolga la mente, gli affetti, tutta la persona, sempre considerata come creata ed amata da Dio”.
L’espressione di Don Bosco: “Basta che siate giovani, perché io vi ami” condensa la lezione di “amorevolezza” appresa proprio dal quel sogno che in questi 200 anni è divenuto realtà viva e palpitante.
La risposta all’emergenza educativa oltre che un problema etico, morale e sociale è essenzialmente “un problema di cuore” ed ogni giorno va ancora “sognato”.